Desecretati i verbali del Cts che dicono... quello che già sapevamo
La Fondazione Luigi Einaudi ha pubblicato i verbali del Comitato tecnico scientifico posti a base dei Dpcm sul Coronavirus, che il Governo ha deciso di desecretare, dopo essersi rifiutato in un primo momento, tanto da costringere i legali della Fondazione a rivolgersi al Tar, come spiegato a Repubblica da uno di loro, l'avvocato Rocco Todero:
«Abbiamo chiesto l’accesso agli atti di cui abbiamo appreso l’esistenza perché citati nei provvedimenti del governo. Non potevamo chiedere quelli - come ad esempio di Alzano e Nembro - di cui non eravamo a conoscenza, né quelli successivi al nostro ricorso. Però adesso, visto che il Tar ci ha dato ragione e ha riconosciuto il diritto dei cittadini alla conoscenza, sarebbe bene che autonomamente il governo decidesse di rendere pubblici anche tutti gli altri atti senza bisogno che glieli si chieda. Atti, è doveroso dirlo, su cui non è mai stato apposto alcun segreto di Stato. Sarebbe un gesto di trasparenza».
Il 5 Agosto 2020, alle 21.15, sono state trasmesse dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli agli avvocati Enzo Palumbo, Andrea Pruiti Ciarello e Rocco Mauro Todero le copie dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico n.12 del 28.2.2020; n.14 dell’1.3.2020; n.21 del 7.3.2020; n.39 del 30.3.2020 e n.49 del 9.4.2020.
I verbali sono consultabili alla pagina seguente:
public-cts.fondazioneluigieinaudi.it
Tra quelli finora pubblicati - come accennato in precedenza manca quello relativo alla vicenda di Alzano e Nembro - il più interessante è il documento del 7 marzo, dove il Comitato tecnico scientifico mette di fronte il Governo a due eventualità per quanto riguarda le misure di contenimento da adottarsi: una è quella di chiudere le cosiddette zone rosse (tutta la Lombardia, alcune provincie del Veneto, del Piemonte, dell'Emilia Romagna e delle Marche), l'altra è quella di chiudere l'Italia.
Nel documento vengono poi elencate le misure da adottare per il confinamento, sia nelle zone rosse che nel resto d'Italia, con provvedimenti meno restrittivi.
Come è andata a finire lo sappiamo.
Nonostante quanto scritto nel documento, molti media ne hanno riportato il contenuto dicendo che il Cts aveva indicato di chiudere solo gran parte del nord Italia, mentre il Governo avrebbe ignorato tale suggerimento decidendo chiudere l'intero Paese.
E sulla base di questa (volutamente o meno) errata interpretazione, i più sfegatati cottimisti dell'estremismo di destra si sono sfidati nell'accusare il Governo di aver scelto la via più drastica con finalità politiche, perché ciò ne avrebbe consentito la sopravvivenza, in barba agli interessi di famiglie, imprese, libertà costituzionali, ecc.
Si sono, però, dimenticati di ricordare a chi presta loro ascolto che
- che anche gli altri Paesi europei hanno optato per un lockdown generalizzato;
- che, pur avendo il Governo applicato misure più restrittive, le terapie intensive in Italia sono quasi arrivate al collasso e ci sono stati oltre 35mila morti;
- che se il Governo non avesse imposto il lockdown all'intera nazione, probabilmente in Italia oggi avremo, in proporzione al numero di abitanti, la stessa situazione che si registra negli Stati Uniti (160mila morti e oltre 50mila nuovi casi di contagio ogni 24 ore) o in Brasile dove i morti sono quasi 100mila e i nuovi casi giornalieri superiori ai 50mila.
Ma l'importante, per alcuni, è che le loro affermazioni siano funzionali all'interesse della parte politica che rappresentano (la destra in questo caso), confidando sulla mancanza di memoria degli italiani che, evidentemente (almeno per loro), non andrebbe al di là di un paio di mesi (esagerando).
Ai cottimisti dell'estrema destra e ai loro "mandanti" non interessa ricordare agli italiani a cui si rivolgono che, nonostante gli sforzi messi in atto (figuriamoci se si fossero adottate misure meno severe), il tasso di contagio del coronavirus è tornato ad essere superiore a 1 nella metà delle regioni italiane, con un conseguente incremento dei nuovi casi registrati ogni giorno, fortunatamente, per il momento, ancora molto al di sotto rispetto agli altri Paesi europei... l'importante è urlare che il Governo ha sbagliato, ma ancora una volta senza dimostrare dove, come e perché.