Dopo Giappone e Canada, prosegue, per Donald Trump, l'agenda di incontri per definire i rapporti tra la sua amministrazione con alleati e partner commerciali degli Stati Uniti.

Mercoledì è la volta di Israele. Netanyahu sarà ricevuto alla Casa Bianca dal neopresidente USA per due ore. I temi dell'agenda sono relativi all'area medio orientale: il nucleare in Iran, la guerra in Siria ed il conflitto tra palestinesi ed israeliani con le annesse problematiche relative a insediamenti e piano di pace.

I due leader si trovano a dover condividere una situazione personale abbastanza travagliata. Netanyahu è sotto inchiesta da parte della magistratura israeliana per una vicenda che lo vede indagato per corruzione. Trump, nonostante sia al governo da meno di un mese, non è così ben saldo al potere come lui vorrebbe far credere.

Le recenti disavventure con il potere giudiziario a causa del divieto di ingresso imposto ad alcuni cittadini di paesi a maggioranza musulmana, i non buoni rapporti con gran parte dei rappresentanti del partito repubblicano presenti al Congresso, il recente "scandalo" Michael Flynn che si aggiunge all'altro possibile scandalo relativo al documento redatto da un ex "spia" britannica in cui è indicato come ricattato da Putin, le manifestazioni di protesta dell'opinione pubblica, fanno sì che Trump debba risalire nella classifica di gradimento. Qualunque risultato che possa essere considerato positivo da stampa e opinione pubblica sarebbe il benvenuto.

Difficile anticipare quali siano le intenzioni di Trump verso Israele. Dopo aver nominato il "falco" Friedman come ambasciatore in Israele, ultimamente il presidente USA sembra aver abbandonato alcune decisioni annunciate nei primi momenti. L'ambasciata USA, per il momento, rimarrà a Tel Aviv. I nuovi insediamenti palestinesi, che prima non costituivano problemi, adesso sono definiti un ostacolo ad una possibile pacificazione tra israeliani e palestinesi.

Ad analizzare e gestire la situazione in medio oriente per conto degli USA, Trump ha nominato il genero, Jared Kushner.

Quale sia l'orientamento di Trump per il piano di pace tra palestinesi e israeliani non è ancora chiaro. Le amministrazioni democratiche di Clinton e Obama e quella repubblicana di Bush avevano condiviso la stessa linea su cui anche l'Europa si era trovata d'accordo: la cosiddetta soluzione con due stati sovrani e confinanti dove ai palestinesi verrebbero assegnati i territori della Cisgiordania e di Gaza.

Condivisa, più o meno, da Netanyahu e osteggiata dalla destra israeliana, la soluzione a due stati non sembrerebbe sia quella migliore secondo Trump, almeno secondo indiscrezioni riportate anche dal quotidiano israeliano Haretz.

Quindi, considerati i temi sul tavolo e le decisioni non scontate che Trump potrebbe annunciare, l'incontro con Netanyahu di mercoledì è da considerarsi di estrema importanza per la stabilità della situazione in medio oriente.