L’indagine è stata avviata l’8 maggio a seguito della denuncia presentata da due commercianti ebolitani che raccontarono di essere stati vittime di una tentata estorsione.


Con l’accusa di tentata estorsione, lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e anche del delitto di calunnia sono state arrestate questa mattina tre persone, tutte di Eboli.

Si tratta di Giovanni Maiale, nipote del capo dell’omonimo clan, Adolfo Prinzi e Massimo Ammutinato. Ad arrestarli sono stati i Carabinieri della Compagnia di Eboli e dal Reparto Operativo del Comando provinciale di Salerno.

I tre arrestati intimarono alle vittime di consegnare mensilmente delle somme di denaro, aggredendo già in quella circostanza fisicamente uno dei due commercianti, che subito dopo l’episodio denunciò l’accaduto alle forze dell’ordine.

Gli indagati, successivamente, nel tentativo di sviare le indagini e di sottrarsi alle loro responsabilità, presentarono al loro volta denuncia contro i commercianti accusandoli di calunnia, dichiarando falsamente di essere aggrediti.

Le immagini del sistema di videosorveglianza installato all’interno dell’esercizio commerciale hanno dimostrato senza ombra di dubbio che fatti si erano svolti diversamente e che come narrato dai gestori vi era stata prima una richiesta di denaro e poi anche l’aggressione fisica.