Economia

Ma l'Italia non dovrebbe essere (ancora) una Repubblica fondata sul lavoro?

Su come andrà a finire l'opa di KKR su Tim forse ne sapremo di più a marzo. Mentre da un lato il "Governo delle dismissioni" sembrerebbe vedere di buon occhio l'ingresso del fondo americano nella gestione delle telecomunicazioni in Italia, dall'altro i principali azionisti di TIM giocano al rialzo e per farlo hanno iniziato un piano per dividere le proprie attività di rete in una società separata come parte di un più ampio rinnovamento del business.

In mezzo a tutto questo, vi sono i clienti e i dipendenti. I primi non hanno grossi problemi, almeno finché la fornitura del servizio continuerà ad esser loro garantita. I secondi, invece, qualche domanda sul loro futuro - a buon diritto - se la stanno ponendo.

Per questo i sindacati avevano chiesto, ottenendolo, un incontro con il neo amministratore delegato dell’azienda, Pietro Labriola, per un confronto sul piano industriale. 

E allora, che cosa farà TIM? Quel che i sindacati hanno potuto "interpretare" a seguito dell'incontro è l'intenzione di procedere con lo scorporo della rete e di dividere le attività dell'azienda, ma senza entrare nel merito di quale dovrà essere il destino di coloro che l'azienda finora l'hanno fatta funzionare.

E dato che informazioni in tal senso non ne hanno ricevute, e neppure il Governo dei migliori sembra darsene peso, i sindacati hanno indetto uno sciopero per il prossimo 23 febbraio.

È curioso come Draghi & Co., insieme ai partiti di maggioranza si riempiano la bocca di sigle, di obiettivi raggiunti e indichino tra i traguardi futuri la digitalizzazione del Paese, quando poi sembrano fregarsene del destino della maggiore azienda che fornisce connettività digitale a cittadini e imprese.

Comunque, l'unica certezza del Governo Draghi, indubitabile, è l'assoluta garanzia che dà nel favorire dismissioni e chiusure, al di là di quello che sarà il destino degli occupati.

Ita/Alitalia, secondo le ultime conferme che arrivano da Bloomberg, diventerà un'azienda che entrerà a far parte di MSC, compagnia di navigazione, che gestirà il nuovo business insieme alla tedesca Lufthansa. Piena soddisfazione da parte di Draghi (secondo indiscrezioni).

E per quanto riguarda il destino degli attuali occupati e dei dipendenti ex Alitalia che in parte, in futuro,"avrebbero" dovuto essere reintegrati nella nuova azienda? Di costoro Bloomberg non ha fatto menzione, ma quale sarà il loro destino è facile immaginarlo.

Ma dopotutto, considerando come è stata gestita la vicenda Air Italy con le istituzioni che hanno abbandonato a se stessi gli ex 1.322 dipendenti, a chi adesso è riuscito ad essere occupato nella nuova Alitalia è andata di lusso.

C'è solo una cosa, in tutto questo, che ancora non si riesce a capire e che nessuno spiega. Perché i vari governi si preoccupano della salute degli italiani, persino cercando di proteggerli da un nuovo virus mortale, quando poi li lascia liberi di morire di fame, Caritas permettendo.

Ma l'Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro? Ma i partiti non dovrebbero occuparsi degli italiani? Invece, secondo i partiti, gli italiani dovrebbero occuparsi e preoccuparsi delle beghe giudiziarie di chi li guida oppure, nel migliore dei casi, della responsabilità dell'Italia nei confronti dell'Europa che ha legalizzato il furto di lavoro e finanze al nostro Paese.

È evidente che, Draghi o non Draghi, qualcosa che non va c'è...

Autore Mario Falorni
Categoria Economia
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