Politica

Sarà possibile la rinascita di Lampedusa?

Eppoi succede quello che non ti aspetti. Succede che un Sindaco, il Sindaco di Lampedusa, non ne può proprio più di vedere la sua terra trasformata in un ricettacolo di clandestini, delinquenti, molestatori e ubriaconi. Gente che mette a serio rischio la convivenza, meglio la sopravvivenza, nell’isola. E’ tanta la rabbia di Totò Martello, Sindaco di Lampedusa, nel vedere quella che un tempo era una vera isola di pace, trasformarsi in una caotica incontrollabile casbah, dove la sicurezza e la tranquillità sono solo un lontano ricordo. Dopo che l’ex sindaco Giusi Nicolini, che, ricordiamolo, aveva fatto dell’accoglienza lo strumento per ottenere notorietà e prebende, anche internazionali, ha passato il testimone, a Lampedusa la musica è cambiata. Con la nuova Amministrazione comunale si sta cercando di riportare, tra mille difficoltà, l’isola all’antico standard di vita. Passaggio indispensabile, perché ciò avvenga, è il ripristino della legalità; La riduzione, se non l’azzeramento, della presenza di clandestini nel territorio lampedusano. Da ciò la richiesta di chiusura dell’Hotspot, e l’allontanamento dall’isola di quanti creano, con i loro comportamenti, condizioni estreme di vivibilità. E’ di questi giorni l’accorato appello del Sindaco, perché le autorità nazionali si attivino per sgravare Lampedusa di una così ingombrante e deleteria presenza. Ha denunciato, il Sindaco Totò Martello, il ripetersi continuo di atti di vandalismo, di ubriachezza, di furti, di molestie perpetrate dai clandestini ospiti del centro di assistenza. Fatti che mettono a dura prova la pazienza degli isolani, che sempre più dimostrano evidenti segni di nervosismo che potrebbe degenerare in qualche cosa di peggio, la necessità, cioè, di veri atti di legittima difesa, con il ricorso anche alla violenza. Preoccupato di tutto ciò, il Sindaco invoca decisioni dall’alto, che riportino nell’isola serenità e spirito di convivenza. Lampedusa è un’isola che fonda la sua economia su alcuni semplici elementi: Il turismo e la pesca. Soprattutto il primo comparto soffre la presenza dei clandestini, che per il loro stile di vita, per il degrado di cui sono portatori, l’hanno condotta fuori dai flussi turistici, determinando la crisi del settore e quindi dell’economia di tutta l’isola. Bene ha fatto, quindi, il sindaco Martello, del PD, come del PD era l’ex Sindaco Nicolini, quella dell’accoglienza senza se e senza ma, a cambiare rotta nel tentativo, fino a ora non riuscito, di risollevare le sorti dell’Isola. Questo a testimoniare che un conto sono le chiacchiere e la politica buonista finalizzata all’ottenimento di voti, per esempio, portata avanti dal Pd e un altro conto sono le convivenze con i problemi che queste mortifere scelte determinano sui territori costretti ad accogliere masse di clandestini. Quasi sempre la convivenza tra autoctoni e allogeni risulta impossibile, e a pagarne lo scotto sono i residenti, l’economia, i modelli di vita. Seppur lontani dal credo politico di Totò Martello, stavolta siamo sinceramente vicini a lui e gli trasmettiamo tutta la nostra solidarietà politica. Solidarietà che vogliamo arrivi all’intera popolazione isolana che più di ogni altra sta pagando, da anni oramai, lo scotto della demenziale politica di questo Sistema che pur di ottenere facili consensi non disdegna di mortificare le attese di un’intera Nazione, permettendo, tra l’altro, che si metta in moto un immondo commercio di carne umana, degno dei negrieri che spopolavano l’Africa per impinguare le sconfinate distese americane nel periodo che va dal sedicesimo al diciannovesimo secolo con la cosiddetta Tratta Atlantica.

Lo dichiara Mario Settineri della Segreteria Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore

Autore federale
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