In questi giorni stiamo assistendo a un'indegna pantomima di negoziati, colloqui, trattative, contatti dichiarazioni, di capi di stato, ministri degli esteri e capi religiosi con il preciso intento di far finta di interessarsi della crisi con animo preoccupato e con desiderio di pace, ma in realtà nessuno ha la minima intenzione di far arrabbiare l' orso russo perchè non si mai cosa potrebbe capitare.
L'ultima in ordine di tempo è la pagliacciata dei colloqui tra Russia e Israele, alla fine dei quali i due capetti si sono lasciati con promessa di "rimanere in contatto!" (sic!) si manderanno una cartolina dalle vacanze?
In sostanza la posizione di tutti è: cari ucraini siamo con voi, avete tutta la nostra comprensione, ma bisogna che il lavoro sporco lo facciate voi, mentre noi stiamo alla finestra a guardare il massacro dei vostri civili, nella speranza che riusciate a logorare le forze d'invasione il più a lungo possibile in modo che forse si possa arrivare far stancare i russi e pensino loro a risolvere il problema liberandosi di Putin.
Ancora oggi Draghi, dopo dieci giorni di tragedia ha assicurato il presidente ucraino che l' Italia "è pronta" ad inviare sostanziosi aiuti in materiale bellico. Pronta? E che aspettiamo?
Qui non si tratta di fare le cassandre, ma non ci vuole molto a prevedere che alla fine i carri armati russi, magari a prezzo di pesanti perdite, occuperanno l' intero paese come vuole Putin, nella colpevole ignavia del resto del mondo libero. Dopo di che Putin avendo verificato che se fa il muso duro alla fine ottiene quello che vuole e nessuno si azzarda a fermarlo, comincerà a guardarsi intorno e visto che l' appetito vien mangiando, penserà ai paesi confinanti ma appartenenti alla NATO.
Quindi per evitare una guerra adesso ci troveremo tra non molto a doverne fronteggiare un' altra incommensurabilmente più estesa, grave e rovinosa e a quel punto... BUM!
In pratica stiamo scrivendo una delle pagine più vergognose della storia recente, e chi, forse, vivrà, potrà verificare come ne parleranno i libri di storia.