L’IMU e la TASI sono tasse applicate al valore patrimoniale di fabbricati e terreni determinato con una rivalutazione della rendita catastale definita molti anni fa e con criteri che oggi richiedono una revisione.
Nel tempo possono essere intervenute variazioni importanti sia per lavori fatti o non fatti sia per modifiche ambientali e sociali della zona censuaria o dell’ intero paese di ubicazione con conseguenze sui dati tecnici e sulle tariffe di estimo.
L’aggiornamento delle rendite catastali è un percorso difficile, lungo e costoso perché comporta:
- Una migliore definizione dei criteri di assegnazione delle categorie e delle classi.
- L’aggiunta alle regole di calcolo il maggior o minor valore per:
- La classe energetica (tra A+ e G può cambiare un 30% sul valore)
- La possibilità di parcheggiare l’auto
- L’ accessibilità per disabili e anziani
- La disponibilità di balconi o terrazzi vivibili
- I rischi per sisma, alluvioni e cedimenti geologici
- L'accertamento dello stato di conservazione e delle eventuali migliorie attraverso una certificazione autorizzata soggetta a revisione periodica (come quella della classe energetica),
- la rivalutazione o il degrado di zone censuarie o di interi comuni per:
- Calo demografico con conseguente esubero di abitazioni e locali commerciali
- Crollo dell’interesse turistico per la povertà dei servizi offerti e/o le variazioni climatiche intervenute (in molte località sciistiche di media o bassa quota non nevica più da anni)
- Variazione dei servizi in aumento (p es: aggiunta della linea metropolitana ) o in diminuzione (eliminazione di scuole e presidi sanitari)
- Crescita smisurata del valore immobiliare a causa delle bassa disponibilità per esempio nei centri urbani delle città metropolitane.
Il mancato aggiornamento dei dati catastali genera importanti differenze sull’imponibile sia verso l’alto che verso i basso con conseguenti iniquità della tassa risultante che in base all'articolo 3 della Costituzione devono essere rimosse.
Occorre quindi intervenire riscrivendo una legge che metta ordine su questa materia e che può partire dall’abolizione completa di IMU e TASI introducendo un aumento delle tasse comunali sulle utenze (acqua, luce e gas) in parte già esistenti.
I consumi delle utenze sono il principale indicatore della presenza sia come quantità di persone sia come periodo di permanenza e in misura minore anche dello stato sociale e quindi individuano chi deve pagare e in quale proporzione i servizi comunali.
I principali contenuti della modifica sono:
- I servizi comunali vengono pagati da tutti residenti compresi.
- Si elimina l’imposizione fiscale su beni patrimoniali non utilizzati e in molti casi non vendibili o non locabili.
- Il risparmio energetico e quindi la riduzione dell’inquinamento ambientale vengono premiati dalla minor tassa.
- Le situazioni di incapienza documentata possono essere agevolate con riduzioni o sgravi totali.
- Essendo noti i consumi locali di acqua, luce e gas i Comuni possono definire le aliquote applicabili per le diverse categorie di utenze all’interno di un range e con la finalità di coprire le spese relative a servizi definiti dalla legge.
- Il saldo verso il pareggio di bilancio si ottiene con una maggior imposizione sui redditi più alti fatta in sede IRPEF rendendo progressiva anche l’ aliquota comunale e introducendo il concetto che le tasse che pagano servizi Regionali e Comunali non sono né rimborsabili ne’ compensabili.
Oltre all’enorme semplificazione sono implicite le seguenti conseguenze:
- Viene abolita la tanto discussa esenzione della “prima casa“ concentrato di elusioni di ogni genere.
- Globalmente non c’è nessun aumento ma solo la redistribuzione di un costo che qualcuno comunque deve sostenere.
- Sparisce una tassa che oltre ad essere “debole“ nel metodo di calcolo presenta anche un elevato grado di evasione.
- Si autoeliminano le necessità di controlli e di ricerca delle case “fantasma “ perché le fatture delle utenze le pagano tutti.
Ultimo ma non ultimo la riforma va nella direzione di ripristinare quanto stabilito dall’art. 53 della Costituzione dove viene detto in esplicito che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Le attuali IMU e TASI sono lontane anni luce da questo concetto.