Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, vice premier e capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha ampiamente dimostrato che la famosa bilocazione attribuita a Padre Pio è sicuramente possibile. Infatti, il politico pentastellato si occupa di tutto ed è ovunque, specialmente se nei paraggi ci sono microfoni e telecamere.

Così, venerdì mattina si è materializzato nello studio tv di Agorà Estate per rilasciare l'ennesima intervista. Questa volta il tema su cui Di Maio ha voluto informare i "cittadini" era quello relativo alla gara con cui il precedente Governo ha assegnato l'Ilva alla ArcelorMittal, dopo che l'Avvocatura dello Stato da lui chiamata in causa si è espressa.

Ancora una volta, Di Maio ha sottolineato che l'annullamento della gara è ancora possibile, ribadendo che però non basta che la gara sia stata dichiarata illegittima (affermazione che l'Avvocatura dello Stato non ha fatto, limitandosi solo a rispondere ad alcune osservazioni che le sono state poste dal Mise) essendo necessario che anche un altro tassello, sempre in base al giudizio del Governo, sia mancante: quello dell'interesse pubblico. Ma su questo aspetto Di Maio sta però ancora lavorando.

Che cosa l'Avvocatura abbia scritto a Di Maio lo sapremo, a suo dire, il 7 settembre. Che cosa Di Maio deciderà di fare con Ilva lo sapremo comunque una settimana dopo, ameno di ulteriori rimandi!

Ma ogni dichiarazione che il ministro aggiunge alle precedenti, in relazione all'Ilva, finisce per essere interpretata come ulteriore conferma della volontà di Di Maio di non voler prendere alcuna decisione al riguardo, con la scusa che la colpa di ciò è da attribuire a chi lo ha preceduto.

I sindacati lo hanno capito e hanno iniziato a denunciare questa "strategia". Alle dichiarazioni di ieri rilasciate da da Cisl e Uil, si sono aggiunte anche quelle della Cgil, con le parole pronunciate oggi dal segretario di Taranto, Paolo Peluso: «Il medico pietoso fa la piaga verminosa. Il male si aggrava in maniera irrimediabile quando non si trova il coraggio di adottare i provvedimenti e quando soprattutto si abdica alle propria funzione di governo e politica strategica per dire sempre e comunque, che è colpa di altri.

Su Ilva è invece tempo di decisioni ferme e realizzabili, sia che la si voglia cancellare come sito produttivo sia che la si voglia rendere moderna e competitiva anche sul fronte occupazionale e ambientale.

Si passi alle decisioni com'è nelle prerogative di chi ha l'onere e l'onore di governare un Paese. Chi governa deve assumere decisioni e questo continuo rimando di responsabilità ad altri, consegna ai tarantini l'ennesima grottesca visione sul proprio futuro.

È necessario conoscere i particolari del parere dell'Avvocatura dello Stato, dopodiché si proceda celermente all'individuazione di una soluzione certa dell'eterna vertenza.

Il Ministro potrà raccontarci quello che vuole, anche sfuggendo alla responsabilità della sua funzione di Governo. In realtà non potrà però sfuggire al giudizio di una comunità che si attende parole chiare e finalmente un atto politico deciso.»


Anche l'ex ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, che si è occupato della gara e del trasferimento di Ilva ad ArcelorMittal ironizza pesantemente su Luigi Di Maio, sottolineandone la strategia del rimando...