Politica

La macchina del fango

Il primo clamoroso caso fu quello della notizia lanciata dal Corriere della Sera durante un importante evento internazionale a Napoli sulla criminalità, sull’imminente arrivo di un avviso di garanzia all’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Un fatto dagli effetti dirompenti sul piano interno ed internazionale, che in pratica  inaugurò il periodo della cosiddetta giustizia ad orologeria, che ha caratterizzato tutta la seconda repubblica. Dopo questo clamoroso caso fu un susseguirsi di inchieste giudiziarie, abilmente lanciate dai media, molto spesso a ridosso di appuntamenti elettorali.

Ora con il caso della serata a base di droga e sesso del guru social Luca Morisi e quello della inchiesta di Fanpage sull’eurodeputato di FdI, Carlo Fidanza, siamo all’ennesimo capitolo di questa sagra senza fine.

Il caso Morisi, il famigerato creatore della Bestia social salviniana,  che col passare dei giorni appare sempre più fumoso, contraddittorio e misterioso, viene lanciato dal quotidiano Repubblica a pochi giorni dal voto delle amministrative, in uno dei momenti più difficili per Matteo Salvini.

Il fatto si riferisce ad avvenimenti del 14 Agosto e francamente non si capisce davvero per quale motivo venga lanciato dal quotidiano romano solo dopo quasi un mese e mezzo. I fatti invece che riguardano Carlo Fidanza e FdI si riferiscono ad una inchiesta del giornale Fanpage che durerebbe addirittura da ben tre anni e che sempre casualmente viene rilanciata in pompa magna in prima serata da Piazza pulita giovedì 30 Settembre, a tre giorni dal voto.

Ma andiamo con ordine per cercare di fare chiarezza su fatti, la cui rilevanza penale è tutta da dimostrare, ma i cui effetti sui rispettivi partiti rischiano di essere devastanti.

Per Morisi dopo i primi giorni di sorpresa e di confusione, sembra delinearsi sempre più trattarsi di una vicenda del tutto personale, discutibile quanto si vuole, ma senza rilevanza penale. Anzi ad ascoltare le voci di uno dei due rumeni (escort o spacciatore o entrambe le cose, anche questo è tutto da chiarire) appare sempre più come una squallida vicenda, in cui Morisi appare più come una vittima delle sue debolezze legate all'abuso di droga e sesso. E già sono molti ad intravedere ombre di una sorta di trappola per colpire il leader leghista.

Ben più complessa la vicenda che riguarda il filmato di Fanpage su FdI e Carlo Fidanza, che in via cautelativa si è subito autosospeso da qualsiasi incarico nel partito oltre che dal Parlamento europeo. Certe immagini e frasi dette dall'eurodeputato appaiono decontestualizzate come gravi e diffamatorie, ma se, come chiede Giorgia Meloni, si potesse vedere l’intero girato, probabilmente, potrebbero assumere anche tutt'altro significato.

E come quando da un messaggio si estrapola una dichiarazione allusiva senza citare tutto il contenuto del messaggio. Un conto è fare apologia del fascismo, altra cosa, anche se chiaramente deprecabile, fare della semplice goliardia, che magari dopo pochi minuti viene subito smentita dagli stessi protagonisti.

“Su Fidanza potrei mettere la mano sul fuoco. Certo è stato forse ingenuo, ma lui è fatto così, è un grande compagnone e gli piace scherzare, ma poi la sua integrità morale è fuori discussione. E anche questa storia del fascismo e del nazismo è assolutamente follia pura. Sono stato io stesso ad ascoltare durante una riunione ristretta con la Meloni, Fidanza parlare del suo sforzo di allontanare le frange estremiste dal partito che a Milano sono ancora numerose. Certo, forse avrebbe dovuto smarcarsi anche da un personaggio come Roberto jonghi Lavarini, ma li c’è un lungo legame affettivo che evidentemente Carlo non si è sentito di tagliare del tutto. Ma poi Lavarini non ha nessun legame col partito milanese. " dice un dirigente di Fdi che conosce molto bene l'euro deputato di Fratelli d’Itali finito sotto l’occhio del ciclone.

Anche la prudenza mostrata da Giorgia Meloni, che su certe cose sembra davvero non transigere, dimostra quale sia la fiducia che la leader ha di quello che fu il suo rivale a Viterbo nel 2004 nella corsa verso la presidenza di Azione giovani, trampolino di lancio della fulgida carriera politica della Meloni.

Certo, raccontano di una telefonata di fuoco tra i due avvenuta giovedì notte, in cui la Meloni si sarebbe aspramente sfogata, chiedendo conto della presenza di un personaggio folcloristico come Lavarini nell'organizzazione della campagna elettorale, da cui il partito da tempo aveva già preso le distanze, e delle affermazioni che parlano di "black" e di finanziamenti irregolari.

Fidanza si sarebbe giustificato su tutta la linea, giurando che le parole sul "black" non le ha mai pronunciate, ma avrebbe detto "cash" e si riferivano solo al pagamento di cene ed aperitivi elettorali. Il nero sarebbe stato abilmente proposto dal sedicente imprenditore, a cui Fidanza avrebbe sempre risposto picche.

Nel video mostrato si può anche ascoltare la sua frase in cui lui spiega come si sta giocando la carriera e deve perciò essere limpido. Le lavatrici e tutto il resto sono frasi pronunciate appunto da Lavarini, che millanterebbe di aver utilizzato identico sistema anche in altre occasioni. Comunque su questo dovrà semmai esistessero  gli estremi per procedere fare chiarezza la magistratura.

Ma che la visione di tutto il girato sia comunque doverosa per fare effettiva chiarezza sulla vicenda appare comunque indispensabile. Chissà se si tratta davvero di una polpetta avvelenata, come ha detto la Meloni, nel tentativo di colpire un partito in grande ascesa come FdI, a pochi giorni dal voto.

Quello che risulta comunque difficile da credere è il fatto di come sia possibile che un politico navigato come Fidanza possa alludere a pagamenti in nero con un perfetto sconosciuto, sedicente facoltoso imprenditore che vorrebbe finanziare il partito (ma quando mai si è visto un imprenditore approcciare un partito in questo modo?).

Sui saluti fascisti o sul riferimento alla birreria tedesca (dove Hitler organizzava gli incontri con i suoi maggiorenti) anche guardando il girato sembra onestamente un modo per prendere in giro le idee piuttosto stravaganti di Lavarini e qualche nostalgico del regime, che ancora cerca di bazzicare la periferia del potere. Non certo gesti o frasi dell eurodeputato che anche nel video si vede  sorridere probabilmente  in segno di scherno a Lavarini. Senza contare che non si sente dalla sua voce nessuna frase ineggiante al fascismo o peggio al nazismo. 

Senza voler sminuire nulla di quello che appare dalle immagini che sembrano comunque tagliate e montate ad arte pare davvero che questa inchiesta abbia in sé molti punti oscuri e particolari che devono ancora essere chiariti.

Resta il fatto che tutto questo è anche figlio di un comportamento da parte del centrodestra un po troppo litigioso in questi ultimi mesi, con contrasti e ripicche fra i due principali leader che certamente hanno avuto il risultato di indebolire la coalizione e dare qualche speranza ad un centrosinistra che appare da tempo spaesato, inconcludente e privo di idee.

Non è un caso se a Roma, nella conferenza stampa di conclusione della campagna elettorale, Salvini e Meloni si siano prodigati in reciproche effusioni e dichiarazioni di unita e lealtà politica a favore di telecamera, per ribadire come tutte le congetture su divisioni e contrasti siano più che altro invenzioni giornalistiche.

Adesso, però, forse sembra arrivato il momento di dare un seguito concreto nei fatti a questa intesa che deve ancora metabolizzare la scelta operata dalla Lega e da FI di appoggiare il governo, mentre FdI, coerentemente, ha preferito rimanere all'opposizione.

Autore Vincent Caccioppoli
Categoria Politica
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