Comincio questa biografia artistica con il parlare del mio nome d’arte, Joma.La scelta parte da un episodio molto lontano, quando piccolissimo decisi insieme a mio fratello di creare una firma personale, artistica (come quelle che faceva mio padre sul libretto delle giustifiche per le assenze scolastiche). Da quello scarabocchio, fatto per gioco, è nato il nickname Joma, che da subito è diventato il nome con cui mi chiamavano gli amici d’infanzia ed ora è anche il mio nome d’arte.Osservando le mani di mia madre mentre prendeva lezioni al corso di chitarra – iniziato in tarda età per saziare un suo desiderio inespresso-, già all’età di 6 anni, cominciai a suonare da autodidatta le prime canzoni, stupendo i miei genitori che mi trovarono inginocchiato di fronte allo strumento (all’epoca troppo grande per me).Da questo momento in poi ho frequentato vari corsi di canto e di chitarra, fino a far parte per qualche anno del coro parrocchiale.Sin da subito ho iniziato a scrivere canzoni inedite e, senza sosta, questa passione per la scrittura mi accompagna tutt’ora: in sostanza, sono come un forno a getto continuo e quando sento parlare del cosiddetto “blocco dello scrittore” non so ancora esattamente come avvenga e come si viva questa condizione. Spero di non conoscerla mai… Nel periodo universitario i miei gusti musicali si sono via via modificati e ampliati: con l’avvento sempre maggiore di piattaforme di streaming online come Spotify, ho cercato di saziare la mia insoddisfazione per tutto ciò che era mainstream in Italia cercando in giro per il mondo nuovi stimoli, nuovi spunti. È qui che ho conosciuto la musica greca, che amo definire “il perfetto compromesso tra le sonorità occidentali e quelle orientali”.Sebbene molti amici mi spronassero a pubblicare i miei inediti, per lungo tempo non ho mai fatto questo passo. Successivamente, un po’ gli imprevisti della vita (tra cui la pandemia), un po’ l’esempio di alcuni artisti scomparsi prematuramente ma rimasti nel cuore della gente, vivido esempio di “funzione eternatrice dell’arte”, mi hanno dato le giuste motivazioni a compiere questo passo: mettersi a nudo e pubblicare i propri brani.Così il 1° aprile 2021, con l’intento di voler lasciare un mio testamento, ho pubblicato i brani “E affondare” e “La mia essenza”, seguiti da “Pugno al Cuore” (aggiornamento di un brano scritto all’età sei anni), “Riparo&Cura” e “Lontano da Roma” (ottobre). Nel 2022, invece, rilasciati i brani “Lo stesso grido”, “Non aver paura MAI”  e “Luna, Stelle e Vento”.


Premi:

  • Primo posto contest radiofonico di Aelle Radio con il brano “E affondare”, Latina (maggio 2021);
  • premio Caruso (al brano più emozionante) del Talent di NovaRadio intitolato "Talentincanto" con il brano “E affondare”, Castelliri (FR) (settembre 2021);
  • primo premio tra le “Nuove Proposte” e premio della critica al Festival Melodie alla Luna con il brano “E affondare”, Sasso di Castalda (PZ) (settembre 2021);
  • secondo posto al Music Gallery nella sezione "inediti" con il brano “Lo stesso grido”, Casamassima (BA) (maggio 2022);
  • primo posto in classifica nel contest radiofonico Indieffusione con il brano “Non aver paura MAI” (ottobre 2022);
  • premio “Miglior Interpretazione” al 2Mari Song Festival con il brano “Lo stesso grido”,  Taranto (ottobre 2022);
  • -primo posto al contest online “Indiescreti” (nuova classifica Indieffusione in collaborazione con il MEI) con il brano “Non aver paura MAI” (novembre 2022).

Altre esperienze:

  • Tour Music Fest e partecipazione al CET (2017),
  • Corso per cantautori presso il CET (2018),
  • Selezionato tra i primi 20 per la fase live del contest Talento al Centro presso il Centro commerciale Porte dello Jonio di Taranto (2021),
  • Festival Nazionale di Potenza (dicembre 2021)


Spiegazione del singolo “Lo stesso grido” 

“Lo stesso grido” è il primo singolo del 2022 di Joma (la “j” iniziale è da leggere come “gi”), cantautore apulo-lucano con due grandi passioni: la musica italiana e quella greca.

L’argomento di questo brano riguarda l’universalità e la soggettività dell’eros, una manifestazione di istinti e pulsioni in cui possono convivere comportamenti ritenuti comunemente sacri (vedi baci, rapporti monogami…) ed altri ritenuti profani (vedi le pratiche feticiste meno diffuse, …). Ovviamente il testo non vuole essere una legittimazione delle pratiche illecite (come la pedofilia) ma si limita a voler sdoganare la censura che ancora vige nell’ambito di alcune tipologie di rapporti consensuali e adulti.

In cielo ed in terra, per l’autore, l'esigenza è sempre la stessa, lo stesso grido: vivere in simbiosi con ciò che ci circonda, cercare chi ci completa, un po' come le foglie sugli alberi. Pertanto, ogni forma di erotismo è nient’altro che il frutto dell’istinto, niente di più spontaneo, primordiale e incondizionato.

Per quanto riguarda la produzione, realizzata da Fabio Natale, abbiamo un mix delle sonorità pop moderne con quelle degli antichi strumenti percussivi e a corde della tradizione ellenica, in perfetta linea con lo stile del testo di Joma, intriso di metafore e immagini provenienti dal mondo classico della Grecia antica.


TESTO – LO STESSO GRIDO

Ammetto che tu mi fai
Cattivo lupo e puoi
Tramare tutte le tue storie, storie …
Con me sei stata qua,
La doccia erotica,
D’altronde capita, capita, è capitato a noi…
D’altronde è capitato a noi

È come nel tempio (odore di sacro),
Come nel fuoco (e di profano),
Nel cielo un tuono (nell’acqua un bacio),
Mentre tu stai (come le foglie),
Se fossi un albero,
In un giorno placido,
Si gira la scena di un film.

RIT.
Sballo tra le tenebre, nel buio sono lucciole,
A fare il cuore cenere, ci stai?
Come fanno gli angeli, che in cielo condividono
Lo stesso grido, grido, grido

Dell’eros tu mi fai
Trovare l’apice,
Per terra un calice versa le lacrime.
Lacrime di passione
Lubrificano l’anima,
D’altronde capita, capita, è capitato a noi
D’altronde è capitato a noi.

È come nel tempio (odore di sacro),
Come nel fuoco (e di profano),
Nel cielo un tuono (nell’acqua un bacio),
Mentre tu stai (come le foglie),
Se fossi un albero,
In un giorno placido,
Si gira la scena di un film.

E grido sempre più forte
Contro il rumore delle onde,
In tutta la mia vita ho lottato già troppe volte,
Quella più dura è stata contro la sorte che ci ha tenuti distanti più di un milione di volte.
Sparsi nella stanza pezzi di malachite,
Sei una musa preziosa, la mia Afrodite,
Pioggia col sole, sabbia con la neve,
Cocktail di emozioni in un periodo breve.

È come nel tempio (odore di sacro),
Come nel fuoco (e di profano),
Nel cielo un tuono (nell’acqua un bacio),
Mentre tu stai (come le foglie),
Se fossi un albero,
In un giorno placido,
Si gira la scena di un film.

RIT.
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