E’ superfluo redigere la biografia di un personaggio così conosciuto come Pier Paolo Pasolini, di cui tanto si è detto e parlato, se non per commemorarlo secondo i nostri filtri.

Il multiforme artista e intellettuale bolognese/friulano (1922/1975) recalcitrò fin dall’infanzia, restio all’asilo, al fascismo, all’antifascismo, al liberalismo, al radicalismo, alla religione, all’ateismo,  a tutto, perché: parlando molto con se stessi si capisce che non ci si può affatto fidare di noi e tendiamo alla consolazione piuttosto che alla consapevolezza. Testimoni della sua intensa esistenza ci raccontano che fosse spesso sconfortato dal clima italiano: peraltro, lui almeno poteva evaderne.

I suoi libri più letti a livello popolare sono “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”, e noi preferiamo quest’ultimo, vero manifesto di una Roma dalla vita non dolce, sulle rive più dell’Aniene che del Tevere – oggi la differenza è annullata. Il mitico “Petrolio” è come la “Sagrada Familia” di Barcellona, ogni riga è già un racconto, ogni pagina vi fa tornare indietro a restaurare il concetto, vedete voi.

I suoi film parlano a un’élite, anche quando trattano non di Medea ma di una peripatetica romana, alla fine non si tiene testa a uno spirito così ribollente da girarne uno come Salò, pieno di sconcezze che sarebbero state scontatamente censurate.

I suoi interventi in televisione, come i documentari, parlano al popolino tra lo sprezzante e il compassionevole.

I suoi precedenti penali, che pure lo fecero soffrire perché sempre puntati sull’omofilia, non gli impedirono una sfolgorante carriera, un po’ come per Michael Jackson.

La sua fine controversa  è degna di quella di un divo morto a 27 anni nel lugubre alberghetto, anche se si trattava di un lido abbandonato come solo poteva esserlo negli anni settanta e suo cugino, pure avverso al mainstream sessuale, era costernato per la dissolutezza a volte ostentata del celebre parente.

Le sue frasi erano molto ripetute, esibite, postate fino all’anno scorso; oggi, non è chiaro perché, sono sparite dai social e dal web in generale.