Cronaca

Istat: i dati del terzo trimestre 2024 relativi al numero di pubblica utilità 1522

L'Istat ha pubblicato i dati relativi al 3° trimestre 2024 del numero di pubblica utilità 1522, un numero gratuito e attivo 24 h su 24 che accoglie tramite operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. 

Le tavole pubblicate si riferiscono al terzo trimestre del 2024 e contengono i dati relativi alle chiamate (telefoniche e via chat) ricevute dal numero 1522, sia da utenti che da vittime di violenza che cercano supporto. Come per le pubblicazioni dei trimestri precedenti del 2024 e 2023, i dati sono raccolti tramite una nuova piattaforma di archiviazione delle informazioni, che registra le conversazioni con le operatrici del servizio. Per maggiori dettagli si rimanda alla nota metodologica aggiornata.

Rispetto ai trimestri precedenti, l'andamento del terzo trimestre del 2024 continua a mostrare una crescita, con un incremento del 37,3% delle chiamate valide rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pari a 15.349 chiamate in termini assoluti (tavola 1). L'andamento giornaliero riportato nella tavola 6 evidenzia chiaramente tale crescita.

Analizzando i motivi per cui ci si rivolge al 1522, l'aumento delle richieste riguarda principalmente informazioni sul tipo di servizio offerto dalla help-line, chiarimenti sugli strumenti normativi a tutela delle vittime di violenza e informazioni sui centri antiviolenza; rispetto allo stesso trimestre del 2023, questi ambiti hanno registrato rispettivamente un incremento del 42,5%, del 42,1% e del 44%.

Tra i motivi che inducono le vittime a chiedere aiuto è ancora lo stalking che registra un forte incremento rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente (+97%). Va osservato che anche le cosiddette chiamate fuori target continuano a crescere (+36,6% rispetto allo stesso trimestre dello stesso anno. ISTAT a questo proposito ha effettuato un approfondimento tecnico su questo tipo di chiamate (utilizzando tecniche di machine learning) dal quale risulta che in molti casi si tratta di chiamate coerenti con gli obiettivi del servizio ma più difficili da intercettare da parte delle stesse operatrici. Questo ci porta quindi a considerare che l'aumento di tali tipi di chiamate possa essere in qualche modo connesso al più complesso problema dell'underreporting (si veda a questo proposito https://unece.org/sites/default/files/2024-05/DC2024_S1_Italy_Villante_D.pdf). I dati forniscono informazioni sui canali di comunicazione attraverso i quali sia gli utenti sia le vittime si sono rivolti al servizio 1522 (tavola 9). Le campagne di comunicazione continuano a dimostrare la loro efficacia, contribuendo alla diffusione del 1522 anche nel terzo trimestre del 2024: 5.459 persone hanno indicato queste campagne come fonte di conoscenza del servizio, un dato in aumento sia rispetto al trimestre precedente (5.037 persone) sia rispetto allo stesso periodo del 2023 (353 persone). Internet, il canale più tradizionale, mantiene un ruolo centrale nella diffusione (3.022 segnalazioni), mentre la TV torna su livelli più contenuti rispetto ai tre trimestri precedenti, pur segnando un aumento significativo rispetto allo stesso trimestre del 2023 (+68%).I fatti di cronaca e la discussione che ne seguono sui mass media incidono fortemente su questa crescita.

Il 1522 svolge anche una funzione di snodo a livello territoriale tra i servizi di supporto, mettendo in contatto le vittime con i servizi di protezione disponibili più vicini (tavola 10). In continuità con i trimestri precedenti, si registra un aumento delle chiamate indirizzate a Centri e Servizi Antiviolenza, Case protette e strutture di accoglienza per vittime (94,6%). In questo senso il 1522 costituisce sempre di più uno strumento utile per rafforzare la rete di protezione a livello locale a supporto delle vittime.

In continuità con i trimestri precedenti, la tipologia di violenza “principale” subita da circa la metà delle vittime è quella fisica (43,1%), seguita da quella psicologica (35%) (tavola 12). Considerando i casi di vittime che hanno subito due o più tipi di violenze (tavola 12bis), la violenza psicologica risulta quella maggiormente associata ad altre forme di abuso, con un totale di 1.980 casi. Analizzando il complesso delle violenze riportate (tavola 12ter), oltre alle forme fisiche e psicologiche, emergono in particolare le minacce (1.868) e gli atti persecutori (867) come tipologie più frequenti, evidenziando l'importanza del servizio nel contrastare lo stalking. Significativa è anche la quota di segnalazioni per violenza economica (906).

La tavola 13 conferma, in linea con i dati precedenti, la lunga durata degli atti violenti, già evidenziata in passato: oltre la metà delle vittime (52,3%) riferisce di aver subito violenza per anni. Questa esposizione prolungata ha un impatto significativo sui comportamenti delle donne che hanno vissuto la violenza; infatti, dal racconto riportato alle operatrici del 1522, emerge che il 61,7% delle vittime soffre di ansia e si trova in un grave stato di soggezione.

Un altro dato che conferma la continuità della dinamica della violenza segnalata al 1522 riguarda il luogo in cui essa avviene: la percentuale di vittime che indica la casa come scenario della violenza rimane sostanzialmente invariata, attestandosi al 72% (tavola 15).

Questo dato conferma l'elevata percentuale di casi di violenza assistita: oltre la metà delle vittime (58,6%) ha figli, e di queste, il 54% dichiara di avere figli minori. Inoltre, il 21,3% delle vittime riporta che i propri figli hanno assistito e subito la violenza, mentre nel 32,5% dei casi i figli hanno solo assistito alla violenza (tavola 18).

Il fatto che la violenza avvenga principalmente in ambito familiare spiega la prevalenza delle figure del partner o ex-partner come principali autori della violenza (tavola 17): il 50% delle vittime segnala il partner attuale (convivente o meno) come autore, il 21% l'ex partner, lo 0,5% un partner occasionale, e l'11% i familiari (tavola 17).

Nel terzo trimestre del 2024 si conferma ulteriormente il fenomeno dell'under-reporting: il 73% delle vittime che si rivolgono al servizio non denuncia la violenza subita alle autorità competenti. I principali motivi di questa mancata denuncia sono ancora la paura e il timore delle reazioni dell'autore, che coinvolgono il 37,5% dei casi (tavola 16).

Le tavole messe a disposizione riportano infine informazioni sul profilo delle vittime e degli autori e la regione di provenienza delle chiamate e sulla tempistica delle chiamate per giorno della settimana e per ora della giornata.

Indice delle tavole:
https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/11/Indice-delle-tavole_utenza_cav.pdf
https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/11/Tavole_UtenzaCav_2023_new.xlsx
https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/11/Tavole-appendice-Centri-Antiviolenza_2023.xlsx
Report:
https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/11/stat-report-utenza-cav-2023_def.pdf



Fonte: comunicato stampa Istat

Autore Vittorio Barnetti
Categoria Cronaca
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