Anita Maurodinoia, assessore regionale pugliese ai trasporti e consigliere comunale e metropolitano (Partito Democratico), ha rassegnato le proprie dimissioni in mano al presidente Emiliano dopo l'indagine per scambio elettorale in cui è rimasta coinvolta insieme al marito (arrestato).
La Maurodinoia è una vera e propria campionessa in una disciplina sportiva che in Puglia, da vent’anni, si chiama “consenso elettorale” per vincere e battere le destre. (Emiliano dixit)
Nel 2019, alle elezioni per il consiglio comunale di Bari aveva stabilito il record di preferenze risultando in assoluto la prima degli eletti: la sua lista “Sud al Centro” aveva portato ad Antonio Decaro ben 6.234 voti. Miglior perfomance di tutta la coalizione di centrosinistra. Lo straordinario consenso elettorale le era valso l’appellativo di “Lady preferenze”. Questo ambito titolo si è ancora più rafforzato l’anno successivo. Alle elezioni regionali ha raggiunto un altro invidiabile record: 20 mila preferenze! Tutti voti che Anita ha portato in dote a Michele Emiliano. Un prezioso dono che Michele ha prontamente ricambiato con la nomina ad assessore regionale ai Trasporti. Una poltrona, dopo quello alla sanità, molto ambita a livello regionale per gli ampi margini di spesa e assunzioni consentiti.
La notizia delle sue dimissioni e dell'arresto del marito Sandro Cataldo, uomo macchina delle sue campagne elettorali, con l'accusa di comprare ogni voto per 50 euro, è l’ennesimo colpo che si abbatte sul sistema di potere in Puglia. Dopo l’ipotesi di commissariamento del comune di Bari ora il cerchio sin allarga sino a lambire quello della regione.
La Maurodinoia è indagata anche nell’inchiesta che lo scorso mese ha portato a 130 arresti a Bari. Secondo gli inquirenti della Dda, gli inquisiti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di profonde ingerenze nelle amministrative vinte da Decaro nel 2019. Tra i gravi reati contestati risultano: lo scambio elettorale-mafioso, estorsioni, porto e detenzioni di armi da sparo, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.