Stiamo rischiando di affogare nei fiumi d’inchiostro versati dalle principali testate giornalistiche nazionali per esaltare le gesta del governo dei “Migliori” che “tacitamente” stanno smontando quanto costruito dai governi precedenti e dirottando le risorse del Recovery Fund nelle solite tasche.

Gli imprenditori, principali sponsor di tale esecutivo, stanno presentando direttamente e per grandi linee ai giovani il programma New Generation: prima di tutto licenziare, licenziare, licenziare e mettere buona parte dei superstiti di tale mattanza in cassa integrazione e imporre al residuo una riduzione degli orari di lavoro (e di stipendio per evitare degli inutili sprechi); pretendere ed ottenere ristori per le perdite subite a causa della pandemia (vedi Autostrade per l'Italia), arraffare i soliti sostanziosi sussidi con un buon contorno di sgravi fiscali (per aiutare i giovani naturalmente).

Se da un lato gli opportunisti della carta stampata hanno sprecato fiumi di inchiostro per blandire l’attuale governo, la cattiva imprenditoria prima ha sputacchiato sul Decreto dignità e il Reddito di cittadinanza ora ha ripreso le “antiche vesti” paternalistiche promuovendo una campagna di persuasione rivolta alle "New Generations" di lasciare “poltrone e sofà” per un “sano e costruttivo programma di sfruttamento” studiato appositamente per loro dai migliori economisti del momento infatti  il produttore di pasta alimentare Barilla si è proposto in un video veramente encomiabile nel quale esortava quei nullafacenti a rinunciare al Reddito di cittadinanza e mettersi in gioco. C’è da dire che la faccia non gli è mancata davvero e nemmeno il coraggio.

Onore al merito per la società Sammontana che ha assunto 350 lavoratori (su 2500 richieste inoltrate dagli "sfaccendati" e da padri di famiglia) offrendo loro un salario e tutte le garanzie previste dalla legge: prevedo per la Sammontana un incremento di domanda per i suoi gelati perché la correttezza va premiata! Con i nostri consumi possiamo contribuire a creare qualche posto di lavoro in più nelle imprese serie.

Secondo quell’illustre rappresentante delle forze operose del paese, i giovani dovrebbero mettersi in gioco per delle assunzioni che sono solo formalmente regolari. Da una raccolta di testimonianze di lavoratori, in gran parte giovani, assunti principalmente nella ristorazione e turismo emerge  una situazione a dir poco drammatica: se ricevono una busta paga di € 1.500 ne devono restituire in nero 600/700 al datore di lavoro; l'orario sindacale è solo virtuale in realtà effettuano dalle 10 alle 12/14 ore con un’interruzione di 40 minuti per alimentarsi ( il più delle volte a spese loro); sono utilizzati non solo per la qualifica di assunzione ma per molte altre incombenze; se arriva un ispettore del lavoro devono mentire su tutto: orario, compenso, straordinari, ecc. ecc. altrimenti li buttano fuori e non ci sarà nessuno che li assumerà (parte subito il tam tam di avvertimento per gli altri sfruttatori). La maggioranza dei dipendenti hanno come proposta un reddito gravemente insufficiente, precarietà e orari indefiniti, qui non si tratta di rispolverare il PCI, non è  e non deve essere una questione ideologica ma di principi costituzionali calpestati, sacri principi sanciti da una Costituzione di una Repubblica democratica “fondata sul lavoro”.  Ma andiamo avanti.

Un’altra buona parte riceve un compenso ”da fame” – circa 400 euro - in nero senza assicurazione, versamenti e limiti di orario: questi “benemeriti parassiti” disconoscono la Costituzione che parla di dignità e di giusta retribuzione per vivere decorosamente e provvedere alle necessità della famiglia.

Se andiamo ad analizzare il vergognoso episodio del pestaggio degli operai licenziati dalla FedEx per costringerli ad accettare di entrare nel ghetto delle cooperative di facciata con la conseguente perdita dei loro diritti acquisiti che protestavano fuori dal magazzino Zampieri di Tavazzano ad opera di “squadristi affittati” mentre la polizia presente ha aspettato un buon quarto d’ora prima di intervenire, mi ritorna in mente quello che è accaduto a Genova in occasione del G7 quando furono massacrati dalla Polizia di Stato inermi cittadini che stavano dormendo nella palestra della scuola Diaz dopo aver partecipato alla pacifica manifestazione “no global”.  Il sistema ha cercato di creare le premesse per attivare uno scontro sociale e soffocarlo con la violenza per riproporre “la strategia della tensione” degli anni 60/80.

Prendiamo la tragica farsa che il ministro Cingolani, l’Arcelor Mittal e altri ministeri hanno allestito per mandare a picco il complesso industriale di Taranto perché ormai l’imprenditoria criminale non può più ricavarci un euro senza andare in galera: meglio che i finanziamenti europei vadano in tasca dei soliti imprenditori parassiti piuttosto che risanare la situazione e riparare i danni provocati. Basta leggere la cronistoria dell’ILVA e ci si rende conto della tecnica micidiale utilizzata dal “sistema”: da decenni la magistratura buona ha cercato di obbligare i gestori delle acciaierie ad investire per modernizzare gli impianti e rendere più sicuri i luoghi di lavoro, salvaguardare la salute degli abitanti di Taranto e l’ambiente circostante ma sistematicamente la criminalità istituzionale ha vanificato tutti gli atti.   Quegli individui che hanno gestito in maniera criminale tale situazione non rappresentano lo Stato – quello buono – sono solo degli usurpatori che attraverso compromessi o per diritto di appartenenza a caste o giri di conoscenze sono arrivati ad occupare senza merito incarichi isituzionali che hanno determinato gradualmente la rovina di un’intera nazione, spezzato cinicamente vite, avvelenato l’ambiente e umiliato la dignità e i diritti costituzionali e naturali di tutti i cittadini.

Taranto con le sue vittime appartiene a tutti noi; le sofferenze e le ingiustizie che si consumano ogni giorno e che colpiscono i più deboli ed indifesi sono il nostro patrimonio; gli esseri umani ridotti alla fame sono una realtà che ci appartiene.  Il sistema che ha prodotto tale sfascio deve essere abbattuto con un reale rinnovamento delle cariche istituzionali e politiche.  Non cadiamo nella trappola dello scontro, avrebbero vinto quelli di Confindustria & C., i Radical Chic del PD, i separatisti e populisti della Lega, gli speculatori di FI e i nostalgici del passo dell’oca di FdI. Noi dobbiamo sviluppare un senso di responsabilità collettiva e agire nell’interesse comune senza trascendere nello scontro.

Oggi sono stati resi pubblici i dati ISTAT sulla povertà, credetemi che la situazione è peggiore di quello che vanno affermando, c’è però un dato di fatto che mi ha colpito positivamente, finalmente si parla di povertà non come di una vergogna per chi ne è colpito ma come un problema sociale che ha cause precise da ricercarsi in un sistema taroccato che ha infartuato un’equa redistribuzione delle risorse pubbliche provocando la recessione economica permanete di 5,6 milioni di persone: è pari al 9,6% su di una popolazione di 60 milioni di individui. Questo è il risultato di un gioco al massacro consumato dall'imprenditoria criminale sulla pelle del 90% della popolazione.

Per questo è ora che gli “imprenditori” incomincino a rinunciare ai sussidi: sono decenni che sottraggono ingiustificatamente ingenti risorse alla collettività creando diseguaglianze e povertà; la smettano di evadere il fisco perché recano un danno annuale per decine di miliardi ma temono che i poveri possano truffare 100 euro con il Reddito di cittadinanza;  sarebbe ora che incomincino a rispettare la vita e la dignità dei propri lavoratori adottando le normative sulla sicurezza a tutela della loro incolumità; è un crimine contro l'umanità avvelenare l’ambiente con i loro impianti e abbandonando i loro residui tossici dove capita per aumentare i loro profitti causando morti e  gravi patologie che hanno raggiunto cifre da record. L’ISTAT dovrebbe avere il coraggio di raccogliere fedelmente i dati e pubblicarli: è una carneficina! Quante persone divengono invalidi totali per la sete di profitto di un ristretto gruppo super organizzato di speculatori! Questa è una reale violazione della libertà personale altro le giustificate restrizioni rese necessarie da una pandemia.

Il Reddito di cittadinanza tutelando le classi più deboli ha evitato che il sistema economico imponesse un clima di paura e di ricatto che sfociasse in uno scontro sociale. Se raffrontiamo la strage di Portella della Ginestra, Piazza Fontana, piazza della Loggia, l’Italicus e via via fino alla migrazione di massa dalla Polonia, Albania, Romania, Africa e Medio Oriente tale sequenza di eventi non sono casuali ma la realizzazione di una lenta e progressiva disintegrazione dei diritti acquisiti in anni di lotte dei lavoratori italiani e l’abbassamento dei salari e la progressiva concentrazione nelle mani di pochi del 90% dei settori produttivi e degli apparati distributivi di beni e servizi. Questo era l’agire dei  feudatari prima, dei possidenti terrieri poi che trattavano da schiavi i loro lavoranti, oggi si chiamano imprenditori ma l'animus e il programma sono identici.

La disintegrazione della piccola distribuzione e la conseguente egemonia della grande distribuzione ha portato un ulteriore asservimento dei consumatori al sacro principio del profitto e della scarsa qualità: come mai si stanno affermando i discount? Non crediate che quello che vendono è di buona qualità e che i prezzi sono “convenienti” per la totale mancanza di spese pubblicitarie, sono balle! I discount se li sono inventati i tedeschi per dare da mangiare ai turchi che lavoravano per quattro soldi, sarebbe opportuno far riaprire le botteghe di qualità con alimenti sani e controllati al prezzo giusto perché ci si guadagna in salute e qualità di vita per questo si devono rispettare i principi contenuti nella nostra Costituzione in materia di lavoro e redistribuzione delle risorse prodotte dall’intera collettività. È lo stesso sistema che riduce in povertà milioni di cittadini e continua a sfruttarli obbligandoli ad acquistare nei discount di loro proprietà. Nel caso specifico occorre ritornare saggiamente indietro, si creerebbero numerosi posti di lavoro alla luce del sole, si darebbe impulso alle attività locali che garantirebbero la qualità dei beni, si ridurrebbero moltissimo i rifiuti, gli sprechi e l’impiego di materiale d’imballaggio sia di plastica che di cartone e tanti altri vantaggi diretti e indiretti che si rifletterebbero sulla qualità della vita di tutti.

Gli spettacoli indegni che stanno offrendo i partiti nazionali ci dovrebbero veramente far riflettere: la risposta deve venire dalla base che deve scegliere interlocutori validi che li rappresentino al Parlamento e nelle più alte cariche dello Stato e, contemporaneamente,  svolga un’azione purificatrice sul territorio attraverso sane iniziative sociali, economiche e culturali finalizzate a ricostituire un tessuto sociale attivo ed impegnato civilmente in una costante azione  di legittimo controllo sulle amministrazioni locali. Altro strumento è la partecipazione con progetti autenticamente innovativi finalizzati alla valorizzazione e tutela dei comprensori di appartenenza. Solo attraverso la riappropriazione dei comprensori e dei sistemi amministrativi depurati da favoritismi e infiltrazioni pseudo mafiose, combattendo la corruzione e le cricche locali si può contribuire a promuovere e sostenere iniziative economiche atte ad uno sviluppo sostenibile, innovativo e proficuo per  le comunità.  

Abbiamo già un modello realizzato e sperimentato con successo: il modello Adriano Olivetti.

Appena divenuto capo dell’azienda di famiglia creò ambienti di lavoro luminosi e confortevoli per i suoi dipendenti ed investì una parte dei profitti per migliorarne le condizioni culturali costruendo all’interno delle sedi d'impresa biblioteche, asili nido, ambulatori medici: iniziative rivoluzionarie per quei tempi malviste dalla Confindustria che lo avversava.  Con le sue intuizioni geniali sviluppò una impresa di prestigio e all’avanguardia nello studio del computer creando nuovi posti di lavoro.

Ad Ivrea ha realizzato alloggi per i propri dipendenti utilizzando parte dei ricavi adottando criteri architettonici innovativi tutt’ora validi; gradualmente ha investito nelle zone più depresse del territorio nazionale portando un pò di benessere; aveva organizzato un sistema creditizio parallelo alle banche per aiutare a migliorare le condizioni dei più deboli e quando si presentavano problemi gestionali o produttivi era lui che si adoperava per risolverli e non certo mettendo sul lastrico le famiglie licenziando. Aveva capito che investendo nella promozione e miglioramento delle classi più deboli si creava progresso e benessere per tutti per questo era odiato. Era riuscito a creare un modello imprenditoriale etico alternativo all’attuale che è di tipo puramente predatorio/speculativo.

È all’attuale tipologia imprenditoriale che verranno destinati i fondi europei, gli effetti di questo golpe bianco realizzato da Salvini/Renzi & C. cadranno su di una collettività demotivata e vigliacca che crede di risolvere il problema del futuro dei loro figli mandandoli all’università non sapendo che la saggezza risiede negli spiriti liberi, voglio concludere con una frase di Tatanka Iyotake (Toro Seduto):

"Quando avranno avvelenato l’ultimo fiume,
abbattuto l’ultimo albero,
preso l’ultimo bisonte,
pescato l’ultimo pesce,
solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro che hanno accumulato nelle loro banche." 

Chi ha buoni orecchi, intenda.