Invocazioni di perdono, ma nessuna risposta alle denunce (l'ultima inviata il 29 gennaio alla Segreteria di Stato e diretta proprio a Papa Francesco) nelle quali alcuni rappresentanti delle vittime italiane fanno precise richieste.
Ecco il testo :
«Papa Francesco, siamo qui, ancora una volta. Ora basta!» avvertono le vittime esprimendo tutto il loro sdegno nel vedere gli stessi sacerdoti che in passato abusarono di loro, violentare ancora oggi dopo essere stati trasferiti in Argentina. Un j’accuse che parte dal cuore di donne e di uomini oggi adulti e mortificati nel vedere che dopo 15 anni dalle loro prime denunce alla Curia e alla magistratura nulla è cambiato. Malgrado il loro coraggio e le loro battaglie nessuno ha preso provvedimenti se non quelli di allontanare da Verona i casi più problematici. Esattamente come durante tutto l’arco del secondo Novecento la giostra della pedofilia clericale gira ancora. E forse in Italia più di prima come ampiamente documentato con testimonianze e carte originali sul sito dell’associazione Rete L’Abuso che ha prodotto il video con la collaborazione dell’associazione Sordi Provolo onlus, e nei due libri-inchiesta pubblicati tra il 2010 e il 2014 sulla pedofilia clericale dal giornalista Federico Tulli per L’Asino d’oro edizioni. La vicenda più recente riguarda don Nicola Corradi, allontanato in tutta fretta anni fa dopo le molteplici denunce degli ex allievi dell’Istituto Provolo di Verona, nascosto nell’omonimo istituto per bambini sordi Inchiesta per pedofilia a Lujan de Cuyo in Argentina e riapparso da alcune settimane in carcere a Corradilla con l’accusa di aver abusato numerosi minori a lui affidati.
Questo è solo l’ultimo caso ma davvero tanti sono i preti cattolici che malgrado le denunce o condanne continuano come nulla fosse a esercitare il ministero sacerdotale. Don Giampiero Bracchi che aveva già patteggiato una condanna a 2 anni nel 2008 e che nel 2014 patteggia una seconda volta. Don Tiziano Miani arrestato nel 2003 e fatto fuggire negli Stati Uniti dove nel 2010 sarà nuovamente accusato e processato. Don Pascal Manca, già denunciato nel 2012, trasferito in un’altra parrocchia e arrestato nel maggio del 2015. Don Calcedonio Di Maggio, condannato ben 3 volte e mai spretato… una lista ancora lunga, inquietante, decine di sacerdoti solo in Italia. Non è un caso, se come denunciano i sordi del Provolo nel video, la Conferenza episcopale italiana nelle sue linee guida anti pedofilia non ha inserito l’obbligo di denunciare i pedofili alla magistratura. Basti dire che in 15 anni su oltre 150 sacerdoti inquisiti nemmeno uno è stato segnalato dai suoi superiori. Come una pessima domestica la Chiesa italiana continua a spazzare la polvere sotto il tappeto, insabbiando casi, evitando di collaborare con le autorità. Perché – chiedono le vittime – papa Francesco non obbliga i vescovi italiani a denunciare? Dietro questa prassi consolidata e sistematica, afferma Tulli, c’è un pensiero perverso che nessun altro giornalista ha mai denunciato e fatto emergere. Un pensiero secondo il quale il bambino prepubere ha la sessualità e la pedofilia sarebbe un "vizio", un atto di "lussuria", un "peccato" cioè un delitto contro la morale o "un’offesa alla castità" come dice il Catechismo e come tante volte abbiamo letto sui giornali, sui libri o nei decreti di Benedetto XVI e Francesco I.