Cronaca di un sequestro emozionale
All’improvviso come una marea ci assale; i muscoli del viso si contraggono coordinati a formare una espressione aggressiva; fiumi di chimica irrorano muscoli ed eccitano i nervi muovendoci all’azione; la neocortreccia, sede del pensiero razionale, è al momento completamente inibita a intervenire.
Daniel Goleman questo lo definisce un vero e proprio sequestro emozionale. E dopo, passata la tempesta e ripreso il controllo ti ritrovi a pensare e domandarti… perché l’ho fatto? Perché ho agito così? E di fatto finire per pagarne le conseguenze.
Pur senza arrivare a questi esempi estremi, quante volte ci accade di partire in quarta con un gesto, una frase che poi vorremmo rimangiarci, mentre la chimica ha preso il sopravvento sulla nostra razionalità!
È importante allora imparare a riconoscere le nostre emozioni all’insorgere dei loro effetti sensoriali, e per dirla con Aristotele provare a gestirne l’intensità e la durata.
Così, come alleniamo i nostri muscoli per la corsa o le nostre mani per acquisire abilità, possiamo allenare la nostra mente per imparare a crearci uno spazio tra stimolo e risposta. E in quello spazio inserire la facoltà di una nostra scelta consapevole, per azioni e reazioni magari più produttive.