La forzista Gelmini è (già) stufa
Oggi, in tutti i telegiornali, è apparsa la signora Maria Stella Gelmini e ha dichiarato il proprio punto di vista sulla recente politica italiana.
Con la sua consueta aria da seriosa prof di matematica di gentiliana memoria - insomma, senza tanti preamboli, l'aria che ha sempre mostrato è quella di una secchiona dell'era/guerra Punica - e ha detto che "Siamo stanchi di questo governo... etc. etc.". Giudizio critico: capperi! Doppio capperi! Dopo 20 anni di disgrazia berlusconiana, la signora in questione - sono trascorsi pochi mesi di reggenza del governo attuale (...speriamo che, comunque, il connubio giallo/verde porti a un vero cambio: va detto) -, è stanca. Ma per favore! E il M5s metta in conto l'abbassamento dello stipendio parlamentare a tutti. Compresi quelli della Lega.
A coloro che hanno perso, in virtù di quello status, vengano ridotti della metà gli emolumenti da nababbi che sono abituati a prendere a cuor leggero. Servono soldi per chi non ne ha, quindi bisogna prenderli da chi non andrà comunque a comprarsi la pastina dal discount. Tuttavia, questa è solo una segnalazione civile, quindi, non vi è alcuna resistenza a comunicare che, sabato 17 novembre Forza Italia torna in piazza a Torino per sostenere le ragioni del “Sì” alla TAV e manifestare contro i “ladri” di futuro.
Si tratta di una protesta nazionale, alla quale prenderanno parte i vertici del partito da Antonio Tajani a Maria Stella Gelmini, ma alla manifestazione parteciperà anche il Coordinamento Provinciale di Biella, che invita tutti i simpatizzanti e coloro che "credono nell'importanza di uscire dall'isolamento - spiega la coordinatrice Paola Vercellotti - attraverso la creazione di strutture che ci rendano più vicini al resto dell'Europa".
A epilogo di questo scritto, si segnala quanto a volte siano veggenti alcuni scrittori. Nel suo recente romanzo, “Il figlio del drago” (GDS, pag. 210), Mimmo Parisi tratta (anche) di un centro urbano dove avevano risolto ‘la voglia di potere’ facendolo esercitare a tutti, salumieri e Nobel, a turno. Non sarebbe male: ognuno ha da dare, all’interno delle proprie competenze, qualcosa alla società. Non da prendere.