Nel 2012, sentita come testimone nel processo Ruby in corso a Milano nei confronti di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, Imane Fadil, in relazione alle serate del bunga bunga, aveva fatto riferimento a scatti compromettenti di natura sessuale.

Nella sua deposizione, Imane disse anche ai giudici che, quando fu ospite di Villa San Martino, Berlusconi mostrò ai presenti un video satirico sull'allora presidente della Camera Gianfranco Fini, aggiungendo di non aver finora parlato di quella serata perché terrorizzata.

Imane Fadil, marocchina di 33 anni e teste chiave nei processi sul caso Ruby, è morta il 1 marzo mentre era ricoverata all'ospedale Humanitas di Rozzano. Un ricovero che era iniziato un mese prima, il 29 gennaio. Già da quella data la donna aveva detto ad amici e parenti di essere stata avvelenata.

La sua morte è risultata un rebus persino per i medici che l'avevano in cura e che hanno dichiarato che la sua cartella clinica presenta delle anomalie, seppur non riconducibili a "malattie certificate".

E per tale motivo, il procuratore capo di Milano Francesco Greco ha avviato un'indagine per omicidio, ipotizzando un possibile avvelenamento e dando incarico al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano di far luce sulla vicenda.