Irrispettose, tracotanti, irresponsabili ed intollerabili le dichiarazioni rilasciate ancora poche ore fa dal sig. Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria.
Mentre il Paese sta vivendo una tragedia nefasta e deve contare ogni giorno centinaia di vittime del Covid-19, il sig. Boccia, con un cinismo insolente dimostra di preoccuparsi solo del PIL e del come forzare la mano al Governo affinché questa sciagura non sfiori gli imprenditori e non ne comprometta i guadagni.
Nel suo cinismo delirante il presidente di Confindustria se ne fotte del rischio che ogni fabbrica, ogni posto di lavoro possa diventare, senza le necessarie precauzioni e dotazioni, un focolaio che infetta e diffonda morte tra i lavoratori.
Nonostante sia stato definito e sottoscritto, da lui stesso con i sindacati, un protocollo per stabilire le più elementari condizioni di messa in sicurezza prima di riprendere le attività produttive, il sig. Boccia pretende ancora il rientro in fabbrica pur essendo consapevole che molte imprese non hanno fatto nulla per rispettare il protocollo.
L’unica breccia in tanta grettezza l’hanno aperta quegli imprenditori, purtroppo pochi, che hanno deciso di non seguire le indicazioni del loro presidente.
Non meno biasimevole, però, a mio parere è il comportamento del presidente del consiglio, Giuseppe Conte.
Presentatosi all’improvviso sui teleschermi poco prima della mezzanotte di sabato scorso, ha annunciato urbi et orbi, con toni drammatici, che avrebbe decretato lo “stop in tutta Italia alle attività produttive non essenziali”.
Purtroppo, dopo poche ore è apparso chiaro ad ogni persona di buonsenso come quel DPCM fosse stato scritto a quattro mani con il sig. Vincenzo Boccia.
Una presa per i fondelli che gli italiani non meritavano proprio nelle ore in cui vivevano, vittime angosciate, la giornata più luttuosa nella lotta al Covid-19.