Negli ultimi giorni, è scattato un attacco mediatico alla Svezia per la sua scelta di non imporre il lock down ai suoi cittadini ma semplicemente di invitarli all’auto-responsabilizzazione. Prima il Corriere e poi la Repubblica hanno scritto articoli sulla questione. Dal momento che ho trovato questi articoli di pessima qualità, a livello di dati, ho deciso di scrivere questo pezzo per analizzarli. Altri quotidiani hanno poi riportato la stessa notizia. 

In pratica, si legge nei titoli di questi articoli che “La Svezia ha il tasso di mortalità più alto del mondo” poi si specifica che questo riguarda solo l’ultima settimana e si sostiene che questo primato sia il risultato della scelta di non imporre il lock down.

Dal momento che si parla di dati e io mi occupo di analisi di dati da anni, vorrei invitarvi a riflettere su alcuni punti che riguardano questi articoli e che aiutano a capire meglio anche altri articoli che citano dati.

Punto 1 - Perché è stata scelta la settimana in questione? 

Le curve dei contagi sono asincrone, iniziano e finiscono in momenti diversi in ogni Paese. Comparare la stessa settimana in periodi diversi della curva ha poco senso. Da inizio virus sono passate circa 14 settimane. Dove sono le altre 13, Minimi, Massimi, Quartili, Medie? La curva dell’Italia al momento è in plateau. E’ facile compararla adesso con gli altri ma ahimè non possiamo cancellare i nostri picchi e i nostri decessi. Al massimo, dovremmo comparare settimana di picco con settimana di picco. Ribadisco il principio base della statistica: mele con mele, pere con pere.

L’intervallo di una settimana è statisticamente significativo? 

L’epidemia dura da circa 14 settimane in Italia, la degenza in ospedale in media 20 giorni, l’apparizione dei sintomi circa 2 settimane dopo il contagio. E’ chiaro che l’intervallo di una settimana, anche se le curve fossero sincrone (cosa che non sono) non ha molto senso, preso di per sé. Più piccolo è l’intervallo e più grande è la distorsione.  

E’ il classico gioco di ridurre e selezionare l’intervallo di tempo più utile a dimostrare la nostra idea. Questo però è un metodo di distorsione e non un metodo statistico. Per selezionare un intervallo di tempo adatto, bisogna comprendere profondamente la natura del fenomeno che analizziamo, la sua cadenza, la distribuzione, la varianza, ecc. Normalmente, si raccolgono più orizzonti temporali per verificare se la tendenza che osserviamo è solida o solo il frutto di un’elevata varianza. Questo è il metodo scientifico, si testa, si verifica e si conferma. Non si sceglie quello che ci piace. 

In che modo è stato provato il nesso di causalità fra numero dei decessi e scelta politica?

In statistica esiste una cosa che si chiama hypothesis testing come strumento per dimostrare che la nostra ipotesi ha una significanza statistica e non è frutto del caso (null hypothesis). Supponendo anche che la Svezia avesse un tasso di decessi per milione di abitanti maggiore del nostro (cosa che non è), in che modo è stato dimostrato che questo è il risultato della politica svedese? Tante variabili possono influenzare (in un senso e nell'altro)  questo indicatore, fra cui clima, inquinamento, tabagismo, piramide della popolazione, densità della popolazione, qualità del sistema sanitario, approccio terapeutico, classificazione dei decessi, ecc. Tutte queste variabili sono definite predictors del dato finale (decessi per milione). Anche la politica intrapresa è un predictor. Va realizzato uno studio multi-variabile per determinare la significanza statistica e la correlazione di una o più variabili con il risultato finale. In teoria, anche questo non sarebbe conclusivo in quanto statisticamente correlazione non significa causalità ma è sicuramente una solida base. Se non fosse così dovremmo desumere che ad esempio l’Egitto ha una migliore politica della Germania in quanto il suo indicatore di decessi per milione è molto più basso di quello della Germania.

In conclusione, questi articoli che criticano la Svezia non hanno nulla di statistico. Lo dimostra il fatto che dal titolo spesso omettono che il numero riguarda solo l’ultima settimana. E’ la più becera propaganda politica.

Sono stupito di quanto le due maggiori testate italiane siano scese di livello in questa crisi. L’informazione è un diritto costituzionale e in questo momento non abbiamo più diritto a un’informazione di qualità. Sta tristemente prevalendo una linea giornalistica che considera fake news solo quelle che minimizzano l'epidemia. Le altre,come queste, volutamente fuorvianti e distorte ma nella direzione opposta, non vengono considerate fake news e sono altamente diffuse. Vorrei ribadire un principio: una notizia falsa o dei dati distorti restano quello che sono sia in un caso che nell'altro.

Trovo inoltre che sia una pessima strategia politica. Denigrare gli altri Paesi per giustificare il nostro operato. E’ sintomo che sappiamo di non aver fatto il meglio. E’ sintomo di una politica immatura e scarica-barile. Su tutti gli indicatori la Svezia va meglio. Ecco le previsioni PIL divulgate dalla Commissione Europea:

Le comparazioni fra Paesi in questo momento lasciano il tempo che trovano. Il minor o maggior numero di decessi in un Paese potrebbe essere frutto del caso o del fatto che hanno pochi anziani o poco inquinamento o un clima diverso. Va bene osservare altri Paesi per capire il ventaglio di strategie possibili ed ispirarci alle più convincenti, soprattutto in tema di prevenzione e tracing (punti su cui siamo colpevolmente indietro). Per i giudizi, bisognerebbe invece attendere studi più approfonditi e articolati.

Il lock down generalizzato, chiudere tutto, su tutto il territorio, non è stata la nostra strategia, è stata una misura di emergenza, sintomo della nostra incapacità di prendere e far funzionare altre misure più articolate. Evidentemente ad alcuni dà fastidio che altri Paesi abbiano ottenuto risultati migliori, chiudendo di meno o non chiudendo affatto. Al momento, su tutti i numeri la Lombardia risulta essere una delle situazioni peggiori al mondo se non la peggiore:

Anziché criticare la Svezia per giustificare il nostro lavoro, dovremmo concentrarci a fare meglio o almeno stare in silenzio. Non sono in grado di dire cosa poteva essere fatto meglio ma qualcuno presto lo sarà e chi ha sbagliato dovrà pagare.