Cronaca

La visita pastorale di Papa Francesco a Nomadelfia

Nel 1947, insieme a coloro che avevano aderito all'Opera dei Piccoli Apostoli dedita all'accoglienza degli orfani di guerra e dei bambini abbandonati, don Zeno Saltini occupò l'ex campo di concentramento di Fossoli, accogliendo anche le coppie sposate disposte a mantenere ed educare come figli propri i ragazzi senza famiglia. Nel 1948 L'Opera Piccoli Apostoli diventò Nomadelfia, arrivando a superare i 1000 membri.

Nonostante il sostegno ricevuto dai donatori che supportavano l'iniziativa, la cooperativa agricola fondata dai membri della comunità fallì. Il Sant'Uffizio ordinò a don Zeno di lasciare Nomadelfia e di mettersi a disposizione del proprio vescovo.

Famiglie e ragazzi si rifugiarono a Grosseto, dove Giovanna Albertoni Pirelli aveva donato loro una tenuta agricola. Nel 1953, don Zeno, ottenuta da Pio XII la dimissione dallo stato clericale, li raggiunse.

Nel 1962 la comunità divenne parrocchia, grazie a Giovanni XXIII, e don Zeno ne assunse la titolarità, dopo che gli era stata concessa la possibilità di celebrare nuovamente messa.

Il prete rosso, così veniva chiamato don Zeno, ha fondato una comunità il cui motto è legge e fratellanza e dove i suoi componenti, tutti cattolici praticanti (ad oggi circa 350), adottano uno stile di vita ispirato a quanto riportato negli Atti degli Apostoli, simile all'esperienza dei kibbutz (degli anni sessanta) o dei falansteri:

non esiste proprietà privata.
Le famiglie sono disponibili ad accogliere ragazzi in affido.
Si lavora solo all'interno della comunità, e nessuno è retribuito; molti lavori sgradevoli vengono svolti a turno da tutti i componenti.
I nuclei familiari vengono raggruppati in unità più grandi (3-5 famiglie) che condividono assieme vari momenti della giornata (come i pasti).
La scuola per i ragazzi è anch'essa gestita dalla comunità. I ragazzi si presentano poi agli esami come privatisti.
Le responsabilità educative sono assunte "in toto" da tutti gli adulti, in una specie di "famiglia allargata".

Tutto ciò basato sul principio che tutti gli esseri umani sono figli di Dio e dunque fratelli e sorelle tra loro. 


Questo giovedì, papa Francesco era in Toscana ed ha fatto visita alla comunità di Nomadelfia.

«Nomadelfia è una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella», ha detto il Papa ai membri della comunità. «La Legge della fraternità, che caratterizza la vostra vita, è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di Don Zeno, che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli Apostoli: "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti avevano un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune" (At 4,32). Vi esorto a continuare questo stile di vita, confidando nella forza del Vangelo e dello Spirito Santo, mediante la vostra limpida testimonianza cristiana.»

«Di fronte alle sofferenze di bambini orfani o segnati dal disagio, Don Zeno comprese che l’unico linguaggio che essi comprendevano era quello dell’amore. Pertanto, seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento o la solitudine, ma vige il principio della collaborazione tra diverse famiglie, dove i membri si riconoscono fratelli nella fede.»

Fancesco ha poi sottolineato un altro «segno di grande umanità di Nomadelfia: si tratta dell’attenzione amorevole verso gli anziani che, anche quando non godono di buona salute, restano in famiglia e sono sostenuti dai fratelli e dalle sorelle di tutta la comunità.»

Il Papa ha poi salutato i membri della comunità invitandoli a continuare su questa strada, «incarnando il modello dell’amore fraterno, anche mediante opere e segni visibili, nei molteplici contesti dove la carità evangelica vi chiama, ma sempre conservando lo spirito di Don Zeno che voleva una Nomadelfia leggera ed essenziale nelle sue strutture. Di fronte a un mondo che talvolta è ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo.»

Autore Angelo Zanotti
Categoria Cronaca
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