Infuria la polemica sul politically correct, e ci cade dentro, con tutte le scarpe, il termine “clandestino”, bandito da tempo a favore di “migrante”; sconsigliabile altresì “extracomunitario”, visto che lo sono anche gli americani e, ora, pure gli inglesi.

In verità molti personaggi famosi sono stati “irregolari” (parola tollerata), prima di diventare citizen di qualche posto. Negli Stati Uniti lo spagnolo è seconda lingua, atteso il massiccio afflusso di ispanici, impiegati un po’ ovunque, a partire dai divi di Hollywood e dai politici nelle loro case, giù fino a tanti italoamericani: abbastanza xenofobi da quelle parti, dimentichi di come sono arrivati, loro o nonni e bisnonni.

Ma, si obietterà, NOI eravamo richiesti, c’erano accordi, erano altri tempi, abbiamo lavorato, non andavamo a delinquere. Forse ripensare la storia schiarirebbe le idee, soprattutto dopo mezzo secolo e tanta polvere posata sul fenomeno della nostra emigrazione.

Queste imbarazzanti scuse sono superate, non fosse che qualcuno prova ancora a utilizzarle, di là e di qua dall’oceano. Gli sbarchi sono continuati nel 2020, in Italia? Si, certo, tuonano gli ostili; no, tutto fake, ribattono gli avversari.

Ma alla fine, qual è il tavolo di gioco? Per caso l’argomento passa in secondo piano, e diventa solo pretesto per dispute ideologiche  e rese dei conti tra politici e giornalisti, con il comune cittadino che perde di vista il cuore e la radice delle problematiche? Temiamo di sì.

Gli italiani sono stati clandestini, a casa propria. Non entreremo in merito al colonialismo, al come e perché molti dei nostri progenitori si avventurarono in Grecia o in Africa,  non da militari, bensì da civili in cerca di fortuna, ma dovremo ricordare cosa accadde loro quando tornarono: e le testimonianze preziose di chi ci passò, riserveranno sorprese.

Vi invitiamo dunque a leggere il nostro “Terra d’Ombra” (Carmen Gueye, Eidon Edizioni), acquisibile su ordinazione all’editore, in formato PDF.

E siccome siamo politicamente autonomi e impolitici, abbiamo affrontato anche il tema delle “coppie miste”, locuzione infelice, tuttavia in uso e poco contestata, ma ognuno dica ciò che vuole. Importante è che si entri in un  approfondimento a mente sgombra e libero cuore. Potrete dunque leggere “Black Romeo”, sempre di Carmen Gueye, Eidon Edizioni, disponibile  in PDF, ordinandolo con le stesse modalità: un romanzo a cui diversi si sono ispirati, nel titolo e nella trama, ma il marchio è nostro. Seguirete Luisa, una ragazza degli anni settanta, e il suo viaggio verso una nuova identità, che la condurrà, dopo un Monopoli intercontinentale, a ripassare dal “Via” e porsi domande nuove: perché l’evoluzione personale non passa da una risposta a tutti i costi, ma dai nuovi interrogativi che sorgono come germogli nell’albero della vita.

Vi ricordiamo che le piattaforme di vendita on line spesso riportano erroneamente “non disponibile”. Rivolgetevi, nel caso, sempre alla casa editrice.

Buona lettura, speriamo.