La prescrizione firmata Cartabia/Draghi: perché dovremmo applaudire ad una palese assurdità?
Il sempre sorridente Matteo Renzi, dopo aver salutato l'ex ministro della Giustizia con un "ciao ciao", dice che
"è finita l'era giustizialista di Bonafede. La riforma Cartabia è un enorme passo in avanti".
A rafforzare la presa di posizione interviene anche il fido scudiero Faraone, dichiarando che
"se Bonafede e Di Battista sono contro la riforma della giustizia approvata ieri in consiglio dei ministri, vuol dire che siamo proprio sulla buona strada".
Per poi aggiungere:
"Conte dice che non canta vittoria sulla riforma della prescrizione, “torna un’anomalia italiana”. Credo che le uniche vere anomalie nel nostro paese siano state lui presidente del consiglio e Bonafede ministro della giustizia, per fortuna ambedue rimosse".
Anche il Partito Democratico è convinto che quella presentata da Cartabia, prescrizione compresa, sia una buona riforma della Giustizia. Lo fa dire al deputato Walter Verini (commissione Giustizia) con queste parole:
"Il Partito Democratico ha sostenuto la riforma della giustizia, che ieri ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri, con proposte serie e innovative nell’interesse dei cittadini: ridurre i tempi dei processi in Italia è la strada giusta".
Tale affermazione racchiude il nocciolo della questione. che cosa ha fatto la ministra Cartabia, il miglior ministro della Giustizia del miglior governo immaginabile in Italia per abbreviare la durata dei processi?
Ripristinare la prescrizione che in parte era stata limitata dalla precedente legge Bonafede. Per la Cartabia lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado rimane, ma entro un periodo limitato di due anni per l'appello e di un anno la Cassazione, con la possibilità di una ulteriore proroga di un anno in appello e di sei mesi in Cassazione per processi complessi relativi a reati gravi (per esempio associazione a delinquere semplice, di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, violenza sessuale, corruzione, concussione). Decorsi tali termini, interviene l'improcedibilità. Naturalmente dalla prescrizione, come adesso, sono esclusi i reati imprescrittibili (puniti con ergastolo), ma con la nuova formulazione è evidente a tutti che il ritorno al passato è scontato. Gli avvocati esperti in ritardi, grazie al denaro degli imputati che si sono arricchiti in maniera illecita, potranno far facilmente slittare la durata dei processi in modo da far scattare la prescrizione. Successivamente, avvocati e imputati si presenteranno davanti ai media proclamando quanto candidi e onesti siano i loro assistiti, vittime di una iniqua giustizia.
In pratica, chi ruba milioni di euro, decine o centinaia che siano, avrà così moltissime possibilità in più di farla franca rispetto al classico disgraziato che per fame ruba un pezzo di pane.
Renzi, pensando ai suoi procedimenti giudiziari e a quelli dei suoi genitori (anche se si dimentica di ricordarlo, così come anche chi lo intervista) fa giustamente festa ritenendo così di avere un'arma in più per evitare il giudizio, ma Renzi, così come gli altri che pretendono di farci credere che la prescrizione proposta dalla Cartabia sia una cosa seria, si dimenticano di dire agli italiani che nel resto d'Europa, nei Paesi che loro spesso per altri aspetti prendono ad esempio, la prescrizione decade automaticamente dopo la sentenza di primo grado. In tal caso, un processo si deve sempre concludere con una sentenza definitiva di condanna o di assoluzione.
C'è una bella differenza con quello che il miglior governo possibile in Italia vuole promuovere!
Ma anche i 5 Stelle l'hanno appoggiata!
È vero, ma questo ha provocato un'ulteriore spaccatura nel Movimento. Secondo i "si dice", Draghi avrebbe parlato con Grillo che, a sua volta, pensando ai guai giudiziari del figlio Ciro, si sarebbe facilmente lasciato convincere, adoperandosi poi a persuadere i "suoi" ministri ad esprimersi a favore nell'ultimo CdM. Ma questi sono i soliti "si dice" che potrebbero essere anche delle semplici supposizioni logiche di chi sgomita per avere un po' più di visibilità di altri come commentatore politico.
Quello che invece è vero è che tale scelta, sconfessata ieri da Conte, ha ulteriormente agitato le acque di un Movimento già in tempesta.
Molti dei principali "portavoce" si sono ben guardati dall'esprimere un parere pro o contro la "controriforma" Cartabia, in pochissimi invece lo hanno fatto ricordando le promesse elettorali urlate prima delle ultime politiche.
La politica è rappresentata da compromessi perché spesso è impossibile conciliare i punti di vista dei vari partiti. Quello che però si dimentica di far presente, almeno in Italia, è che certi principi dovrebbero essere accettati da tutti i partiti alla stessa maniera e su tali principi non dovrebbero esistere compromessi... se si vogliono rispettare Costituzione e democrazia.
È un aspetto che coloro che fanno festa per una riforma che, in pratica, ha tra i suoi punti la possibilità di negare il diritto di avere giustizia si guardano bene dal ricordare ai loro sostenitori.
Così, molti italiani adesso applaudono ad una riforma che li potrebbe vedere vittime due volte: una per il torto subito, l'altra per la giustizia negata. E tutto questo dovrebbe avere un senso solo perché ha il placet di Mario Draghi?