Perfetti sconosciuti
Il 2 febbraio 2017 il capo del governo in carica pro tempore Gentiloni firmava un trattato bilaterale della durata di tre anni con il primo ministro del Governo di Riconciliazione nazionale della Libia Fayez al-Sarraj denominato “Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica italiana” comprensivo di 8 articoli per liquidare il problema di quei poveri essere umani vittime della guerra o dell’illusione di migliorare la loro esistenza.
L’accordo prevedeva aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche in particolare alla Guardia costiera, come contropartita la Libia si impegnava a migliorare le condizioni di vita nei centri di accoglienza per migranti, dei veri e propri lager dove tutt’ora avvengono stupri, violenze di ogni genere e omicidi sul modello nazista riveduto, corretto e migliorato.
Sempre nel 2017 il capo della Guardia costiera libica Abdul al-Rhaman Milad detto “Bija” veniva invitato in Italia dal governo Gentiloni e portato in visita alla Guardia costiera italiana, alla Croce Rossa, al Ministero di Grazia e Giustizia e al Viminale naturalmente solo che questo signore trafficava con gli esseri umani e con il petrolio: l’ONU aveva emesso un mandato per le sue attività criminali ed è stato arrestato nel novembre 2019 poco dopo il rinnovo automatico del Memorandum sottoscritto nel 2017.
È giusto accogliere profughi provenienti dalle zone di guerra ma non possiamo farci carico di una massa di emigranti in cerca di un miglioramento delle loro condizioni di vita ma, allo stesso tempo, non possiamo ignorare i loro problemi: ma chi ha dato inizio a tutto questo? Quante responsabilità hanno i paesi occidentali per quanto sta accadendo?
Queste sono le conseguenze delle politiche predatorie delle multinazionali occidentali soprattutto americane ed europee come Inghilterra e Francia con un adeguato apporto dell’Italia. I paesi africani sono stati e sono tutt’ora le vittime predilette di questi interessi perché detengono il forziere delle materie prime più pregiate ed essenziali per il sistema economico industriale in particolare il settore tecnologico fonte di ricchezza per le economie occidentali.
Come mai il flusso degli emigranti si dirige principalmente in Italia? Nulla accade a caso, le ragioni non sono solo da ricercare nella permeabilità delle frontiere marittime italiane estremamente estese dove approdarvi è facile. Cosa si potrebbe nascondere nella politica di accoglienza praticata da anni che ha permesso a centinaia di migliaia di immigrati di vivere clandestinamente nel nostro Paese? È questa la domanda da porci.
Che vi sia una situazione orrenda in Africa, Medio Oriente e Sud America è risaputo ma il tessuto sociale italiano percepisce solo l’invasione del suo territorio da parte di questi estranei senza considerare che l’occidente consuma ogni anno la gran parte delle risorse mondiali. Per rispondere alla domanda occorre fare una premessa: lo Stato ha speso finora 120 miliardi di euro per sostenere gli immigrati ma prima di maledirli vediamo in quali tasche vanno tali stanziamenti: circa 30 miliardi alle mafie, il restante nelle tasche di chi gestisce le cooperative di accoglienza le cui spese vengono liquidate senza controlli. Nessuno va a fare i conti di quanto viene impiegato effettivamente e la qualità dei beni di consumo destinati al sostentamento degli ospiti.
Facciamo un esempio pratico: un centro di accoglienza dichiara di avere 1000 posti/emigranti, l’amministrazione pubblica liquida spese per vitto e alloggio per 1000 persone quando in realtà ve ne sono 300/500: le maglie della legge che regola tale materia sono talmente larghe che rubano a piene mani tranquillamente. Prima di buttare la croce addosso agli immigrati andiamo a fare quattro conti nelle tasche degli approfittatori che recitano la commedia dei benefattori da buoni cattolici ipocriti. Questi poveri esseri umani vengono trattati peggio delle bestie, alcuni giornalisti si sono recati a visitare un centro di accoglienza, lo hanno descritto un luogo degradato, indegno ad accogliere persino un animale; il cibo era orrendo, un giornalista del gruppo ha assaggiato quella robaccia e ha immediatamente vomitato. Diciamo che sono gli italiani che speculano e si arricchiscono sfruttando le disgrazie di queste vittime dell’egoismo delle società occidentali che fanno un buon affare . La gara di solidarietà ad accogliere questi derelitti è una bella messa in scena di cui si dovrebbero vergognare in molti: chi sa e tace; chi ci si arricchisce; chi prende per tenere gli occhi chiusi e dulcis in fundo non credo che la partitocrazia si perda un’occasione simile “per ricevere dei contributi volontari” visto che i fondi sono pubblici. Questo è il primo mercato che si attiva in Italia sulla pelle di questi indifesi.
È una notizia dell’ultima ora. Il Procuratore di Ragusa Fabio D’Anna ha iscritto nel registro degli indagati 8 persone per la transazione finanziaria intercorsa tra la società armatrice danese della petroliera Maers Tankers che ha trasbordato migranti in cambio di denaro sulla nave Mare Ionio della Idra Social Shipping, utilizzata dalla ONG Mediterranea Saving Humans. Le accuse supportate da “intercettazioni telefoniche e documentali”, proverebbero che i soldi servivano a due italiani – Luca Cesarini e Beppe Caccia - per ripianare debiti e pagare stipendi: i due passionari del Mediterraneo, quindi, non sarebbero altro che degli ipocriti trafficanti di esseri umani.
Una volta arrivati vivi cosa trovano in Italia? Un’occasione per migliorarsi o l’entrata in un girone dell’inferno? Scatta il meccanismo della domanda che da vita ad una serie di mercati.
Tutti gli immigrati sono potenzialmente carne da macello per il mercato dei trafficanti di organi. La maggioranza di coloro che risiedono nell’Italia del sud finisce in schiavitù nei latifondi raccogliendo frutta e verdure 10 ore al giorno per quattro/cinque euro, vivono stipati in roulotte e prefabbricati dove devono pagare l’affitto alla stessa persona che li frutta nei campi; se si ammalano vengono abbandonati e se muoiono vengono sepolti da qualche parte come animali randagi.
Molte giovani donne finiscono sui marciapiedi sfruttate senza pietà da aguzzini malavitosi, la loro vita e la loro dignità non interessa a nessuno e il più delle volte finisce tragicamente, nessuno saprà mai dove le hanno sepolte.
Arrivano molti minori soli, senza genitori, molti vanno ad alimentare il mercato dei trapianti clandestini o finiscono nel giro dei pedofili: anche di loro non resterà alcuna traccia. L’egoismo della gente comune è veramente disarmante, in fondo tollerare questo infame traffico può tornare utile a tutti quelli che di umano hanno solo l’apparenza lo dimostra la nutrita clientela del mercato del traffico degli organi, basta pagare e si risolve il problema del proprio figlio, marito, moglie, fratello, sorella, parente e amici in fondo questi fantasmi neanche si conoscono, non hanno un nome, un viso, dei sentimenti, affetti, un’anima: non si vede, non si tocca, non si conosce, non si assiste al loro omicidio… basta solo pagare.
Solo i rifugiati provenienti dalle zone di guerra hanno speranza di inserirsi nei paesi ospitanti. Un’altra leggenda metropolitana targata PD narra che queste persone pagheranno le pensioni agli italiani, mi spiegassero in che modo.
Non credo che a questa gente faccia piacere lasciare il proprio paese, i problemi vanno risolti curando le cause, abbiamo trascinato questi popoli nella miseria, nella guerra fratricida usando la corruzione, una politica espansionistica e predatoria, il traffico di armi per alimentare gli scontri. Il vero problema per queste popolazioni siamo noi occidentali con le nostre esigenze frutto di un consumismo smodato, la nostra mentalità che ci fa credere di essere superiori e avere in diritto di prendere a piene mani le ricchezze che queste popolazioni non sanno fruttare perché non sono paesi industrializzati (per loro fortuna), scaricare nei loro territori ogni sorta di rifiuti pericolosi e letali come le scorie nucleari.
Se veramente vogliamo aiutarli insegniamo loro a creare strutture (scuole, ospedali, infrastrutture varie di pubblica utilità) e un sistema economico che rispetti il loro modus vivendi evitando i nostri errori. Aiutiamoli ad organizzare fattorie dove l’agricoltura e l’allevamento rispettano la bio-diversità evitando le mono-colture industriali e l’uso di pesticidi e prodotti chimici; insegniamo loro a costruire una rete idrica per fornire acqua potabile a tutti che è di vitale importanza in quei luoghi. Tutto deve essere a misura di uomo: il ricavato dalle ricchezze minerarie devono essere investite nei loro paesi per il loro benessere, tradursi in sana alimentazione, istruzione e sanità. Aiutarli a creare una classe dirigente che possa amministrarli rettamente e con saggezza. Se si vuole salvarli dobbiamo avere il coraggio di portare loro il meglio della nostra società e non i nostri fallimenti e i nostri vizzi; da parte nostra dovremmo modificare il nostro stile di vita eliminando il superfluo e ciò che ci separa da un sano rapporto con la natura e con il prossimo.
Prendiamo ad esempio l’ennesimo scandalo dell’ENI per una concessione petrolifera: la magistratura milanese ha assolto i dirigenti che hanno “donato” sopra un miliardo di euro ai funzionari corrotti di un paese africano (senza ottenere nulla per giunta!): il reddito di cittadinanza è uno spreco di denaro; la “donazione” elargita ai congolesi corrotti è un investimento (a perdere) e cosa ci hanno guadagnato i cittadini del Congo? Esattamente quello che ci abbiamo guadagnato noi: essere sfruttati e mandati in miseria.