L'Italia finanzia la Guardia Costiera libica che giovedì ha mitragliato dei pescherecci italiani
Mentre Salvini attende che la bestia di Morisi trovi una giustificazione al fatto, in modo da farlo rientrare nella logica anti ong con cui il leader leghista ha finora esaltato la Guardia costiera libica, l'alleata Meloni non si interroga sulle sue precedenti dichiarazioni a favore dei guardacoste libici e tutta d'un pezzo dichiara:
"La Guardia Costiera libica ha sparato dei colpi di arma da fuoco contro tre pescherecci italiani, ferendo anche uno dei comandanti. Un fatto di una gravità inaudita. Si faccia sentire forte e autorevole la voce del Governo e del Ministro degli Esteri. L'Italia non deve piegare la testa".
O Giorgia, ma finora non consideravi la Guardia Costiera libica tra gli "alleati" contro i trafficanti di esseri umani, rappresentati dalle ong?
Che cosa è accaduto? Nel pomeriggio, dei pescherecci della flotta di Mazara del Vallo, tra questi l'Aliseo e l'Artemide, sono stati presi di mira e colpiti da raffiche di mitra da parte di una motovedetta della Guardia costiera libica. Il comandante dell'Aliseo, Giuseppe Giacalone, è rimasto ferito. Il fatto è accaduto quando le imbarcazioni, sembra tre in tutto, si trovavano ad una trentina di miglia dalla costa nordafricana.
I libici, naturalmente, hanno smentito di aver sparato "contro" i pescherecci, affermando solo di avere esploso "colpi di avvertimento in aria". E chissà come hanno fatto allora a ferire una persona... forse volava? Il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, ha invece accusato i libici di avere sparato ad altezza d'uomo.
Anche il segretario del PD, Enrico Letta, è tra coloro che mostrano di essere caduti dal pero: "Inconcepibile quel che è accaduto oggi. Solidarietà a Giuseppe Giacalone, il comandante del peschereccio italiano. Non ci si potrà accontentare di scuse o vaghe spiegazioni".
Ma chi sia la Guardia Costiera libica, l'Italia lo sa benissimo, in base a quanto dichiarava già nel 2017 l'ammiraglio Enrico Credendino, all'epoca a capo dell'operazione Sophia:
"Le milizie utilizzano stesse uniformi e mezzi della guardia costiera libica che la stessa marina militare italiana sta addestrando". Secondo Credendino il capo della guardia costiera libica e il ministro della difesa libico, entrambi alleati del governo italiano, erano "in stretto rapporto con alcuni capi delle milizie". Nonostante ciò, l'allora ministro dell'Interno Minniti ha finanziato il governo di Tripoli, la Guardia Costiera libica e alcune municipalità di città costiere da dove vengono fatte partire le imbarcazioni con i migranti con la scusa di presunti piani per far nascere attività economiche in quelle aree, per tenere in ostaggio nei lager libici i migranti che arrivavano dal centro dell'Africa. Minniti giustificò tale piano dichiarando che la prospettiva di un'immigrazione di massa dall'Africa lo spingeva a temere "per la tenuta democratica del Paese".
I governi che sono seguiti a quello Gentiloni hanno continuato quanto inaugurato da Minniti e adesso, a fine mese, il Parlamento italiano è chiamato nuovamente a decidere sul decreto che rifinanzia la missione in Libia, che lo scorso anno valeva 58 milioni, di cui 10 sono andati alla Guardia Costiera libica.
Dopo questo episodio l'Italia continuerà a finanziare i delinquenti della Guardia Costiera libica che - oltre al traffico di essere umani, droga, carburante, armi... - di tanto in tanto, si dilettano anche a sparare contro i pescatori italiani?
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