"Quel Foggia era una squadra nella quale c’erano elementi che solo con Zeman potevano arrivare in Serie A. Siamo arrivati e cresciuti tutti insieme: noi, l'allenatore, la società e la città.

Facevamo un gioco straordinario e la cosa permetteva anche a ragazzi che probabilmente nemmeno in Serie C avrebbero giocato di emergere... Zeman per me è stato un maestro di calcio e un padre di vita, che mi ha dato regole, modo di imparare a comportarmi in un gruppo dove lui era capitano di nave."

C'era una volta il 'Foggia dei miracoli' che a inizio degli anni '90 incantava e divertiva gli appassionati calciofili con il suo gioco spregiudicato ed il suo micidiale trio d'attacco. Una compagine composta da tanti giocatori sino ad allora semisconosciuti che in campo si muovevano a memoria secondo i dettami tattici imposti dal rigido credo calcistico professato dal tecnico boemo.

Uno di questi elementi era Roberto Rambaudi, instancabile esterno d'attacco e vero stantuffo della fascia destra che insieme a Ciccio Baiano e Beppe Signori andava a completare quello che è stato uno dei più bei tridenti visti in Serie A nell'epoca moderna.