La propaganda leghista, pensando di poter vincere alle regionali in Emilia, aveva preparato un piano per attaccare su qualsiasi tema il governo. Quelle elezioni regionali agli italiani erano state fatte digerire dai media come elezioni politiche e pertanto, da parte di Salvini & Co, sarebbe stato sufficiente solo un altro piccolo sforzo nel diffondere mistificazione, falsità ed odio per far cadere il Conte bis.

Le elezioni in Emilia la Lega le ha perse, ma alla propaganda preparata non ha però rinunciato. Quindi, se il coronavirus è un tema di attualità di cui il governo si occupa, allora diventa importante anche per la Lega che, ovviamente, deve proporre l'esatto contrario di ciò che premier e ministri hanno predisposto, anche con il supporto di esperti nei vari campi di intervento che un'emergenza sanitaria richiede.

Ma la propaganda della Lega non tiene conto dell'interesse nazionale, bensì lo baratta - dicendo al tempo stesso di tutelarlo - a vantaggio delle priorità di Matteo Salvini.

In tal senso va interpretata l'iniziativa dei presidenti leghisti delle regioni del nord che hanno proposto di vietare l'accesso agli studenti (cinesi), che frequentano la scuola dell'obbligo, rientrati di recente dalla Cina.

Se tale iniziativa avesse avuto una finalità pratica, non sarebbe stata comunicata ai media e si sarebbe limitata a qualche telefonata tra ministero e regioni per avere conferma o meno della reale utilità della proposta. Ma questo, ovviamente, non sarebbe stato funzionale alla propaganda leghista, non avrebbe favorito la contrapposizione, non avrebbe fomentato la paura e neppure l'odio razziale... insomma non avrebbe portato voti a Salvini.

E tanto per avere un'idea di cosa possa significare, oggi, creare dell'allarmismo, è sufficiente ricordare che  degli studenti cinesi, lunedì scorso, sono stati presi a sassate in un istituto scolastico di Frosinone, per il timore di contagio da coronavirus.