Le storie di fantasmi attraggono da sempre la fantasia umana, grazie al fascino e al mistero con i quali arricchiscono l’immaginario di racconti drammatici con oscure presenze che vagano inquiete per l’eternità, rimanendone come tragico eco. Questo è il racconto dell’omicidio e del fantasma di Laura Lanza, la baronessa di Carini da Storie Inspiegabili.
Alle falde del monte Saraceno, vicino a Palermo, si erge una superba fortezza piantata su un colle roccioso, è il castello di Mussomeli, unico testimone rimasto della tragica uccisione di Laura Lanza, baronessa di Carini. La storia della Baronessa è divenuta leggenda grazie alla leggendaria apparizione dell’impronta insanguinata e del suo fantasma che pare non darsi ancora pace.
Ci troviamo nel 1500, Laura Lanza era la figlia di Cesare un ricco possidente e dal padre venne data in sposa appena quattordicenne al barone di Carini, don Vincenzo La Grua, un matrimonio combinato come tanti, nulla di strano, era il 21 settembre 1543.
Ma il marito vive a Palermo ad una trentina di km da Carini, ma ci troviamo nel XVI secolo e le distanze sono difficili da coprire in giornata, questo significa che Laura, una giovane donna, rimane sola per molto tempo e incontra un affascinante cavaliere del vicino feudo di Montelepre, tale Ludovico Vernagallo e tra i due scoppia la passione.
Ludovico Vernagallo era un cugino del marito di Laura che risiedeva a Montelepre, feudo non lontano da Carini.
La relazione tra i due dura diversi anni, ma è destinata a finire male, è la Sicilia del 1563 e un tale disonore non può restare impunito, deve essere lavato con il sangue.
I due amanti vengono traditi da un frate del vicino convento, il confessore della baronessa, secondo alcune ricostruzioni, confessa l’infedeltà di Laura a Don Cesare, che, insieme al genero, pianifica il delitto d’onore.
È la notte del 4 dicembre 1563 ed i due amanti vengono sorpresi insieme e freddati a colpi di archibugio, non si sa se a commettere materialmente l’omicidio fosse il padre o il marito della baronessa, quello che è certo è che le tre regole per il delitto d’onore furono rispettate: i fedifraghi devono furono colti in flagranza di reato, nella casa del marito ed entrambe furono uccisi.
Il delitto venne subito insabbiato perché il delitto d’onore era al tempo tacitamente giustificato e Lanza era un uomo di potere, ma non finì tutto con l’omicidio ed il conseguente insabbiamento, ma si fece in modo che il suo nome sparisse del tutto dalla storia del casato, il marito si risposò in fretta e furia e la popolazione venne informata, solo diverso tempo dopo, soltanto del fatto che la baronessa di Carini era morta.
Tanto mistero però non ha fatto altro che alimentare la fantasia ed i racconti popolari, in questo modo le vicende della sfortunata baronessa di Carini divennero immortali, attraversando non solo i confini del tempo, ma da fatto di cronaca divenne leggenda.
La stanza in cui avvenne il duplice delitto si trova nell’ala occidentale del castello e la leggenda vuole che su una parete di quella camera sia rimasta l’impronta insanguinata della mano della donna che, colpita a morte, si appoggiò prima di accasciarsi senza vita a terra.
Si racconta che l’impronta insanguinata apparirebbe nella notte dell’anniversario dell’assassinio, il 4 dicembre, altri narrano di aver visto un fantasma, vestito in abiti rinascimentali, questa presenza sarebbe l’anima inquieta della baronessa che vaga nel castello in cerca del padre assassino.
Questo si dice, un fantasma che si aggira per il castello manifestando la sua presenza con follate di vento e ombre sfuggenti di macabri contorni, dato che, come detto, al tempo nessun funerale fu celebrato per gli sventurati amanti ed ancora oggi rimane ignota la loro sepoltura.
Questo è il più famoso, ma non è l’unico fantasma del castello di Mussomeli e non è detto che presto torneremo in Sicilia per raccontare altre storie di questa misteriosa fortezza.