D’Osvaldo, le storie nella Storia
Prima, a Capriva del Friuli, al Panificio Iordan : un pane fragrante con il Prosciutto D’Osvaldo. Un Prosciutto dolce, leggermente affumicato. Poi l’incontro a Cormons, nella villa friulana del 1800, adibita dal 1982 a prosciuttificio, con Monica e Andrea.
Teniamo tra le mani la storia di casa, un semplice cartone con inciso in carattere nero il nome e la data: 1940. In questo momento ci godiamo la soddisfazione dei sensi, mai così collegati e in sintonia con le storie. Dei grissini artigianali accompagno lo speck, leggermente affumicato. E’ così, con grande semplicità, Borghi d’Europa ha proposto D’Osvaldo per il Percorso Internazionale La Via dei Norcini.
“Da una piccola macelleria, Luigi d’Osvaldo decide un giorno di affiancare al suo mestiere una piccola produzione di prosciutti. Nasce così la storia di famiglia”.
In quegli anni l’affumicatura non aveva uno stile particolare, ma era una usanza che il padre di Luigi, Giacomo, aveva importato dall’Est Europa per facilitare la conservazione delle carni. Con Lorenzo, figlio di Luigi, la produzione dei prosciutti diventa l’attività principale dei mesi invernali,che si alterna ai lavori agricoli dei mesi estivi. L’attività oggi è seguita da Lorenzo e dalla moglie Lucia, e dai loro figli Monica e Andrea.
Il ricordo di quel pane fragrante e di quel prosciutto leggermente affumicato, risveglia in noi suggestioni particolari: l’affumicatura è “… un sapiente gioco di equilibri, che si basa sui legni di ciliegio e di alloro, dolci e delicati con le carni nostrane”.
Così il tempo vola: Andrea ci racconta dei maiali che sono esclusivamente friulani e che vengono scelti presso piccoli allevatori del luogo, capaci di garantire un controllo speciale dell’alimentazione degli animali,nutriti a granoturco,orzo, soia ed anche erba medica. Le cosce vengono lavorate e salate manualmente, a partire dal mese di ottobre e durante tutti i mesi invernali.
La stagionatura varia a seconda del peso delle cosce dai 16 ai 24 mesi: L’esposizione all’aria di campagna durante la notte e l’abile sugnatura con grasso e spezie pregiate fanno si che il Prosciutto D’Osvaldo sia pronto per essere degustato dai buongustai di tutto il mondo. Monica di ricorda le altre ‘gemme’ di casa D’Osvaldo: il lardo,la pancetta,lo speck e il guanciale.
Ci accorgiamo che il viaggio e la conoscenza volano insieme: talvolta si parla per niente, si utilizzano paroloni che sembrano importanti e sono, poi, significanti senza consistenza alcuna. Ecco: Monica e Andrea ci hanno spiegato la sostenibilità di un percorso alimentare, rifuggendo da luoghi comuni o da concetti vaporosi. Proprio per questo, all’incontro sulla sostenibilità della filiera agroalimentare che Borghi d’Europa organizza ad ESOF 2020 (Euroscience Open Forun, Trieste Capitale Europea della Scienza), saranno loro a raccontare ai giornalisti la storia di una avventura familiare che ci ha letteralmente rapiti!