Neppure il commercio al dettaglio, ad aprile, contribuisce a giustificare le politiche rivoluzionarie del Governo del cambiamento.


Infatti per le vendite al dettaglio, rispetto a marzo, la variazione congiunturale è stimata nulla, sia per la componente relativa al valore che per quella relativa al volume. Mentre sono risultate in aumento le vendite dei beni alimentari (+1% in valore e +1,1% in volume), sono invece calate le vendite dei prodotti non alimentari (-0,7% in valore e -0,6% in volume).


La stima sul trimestre, nel periodo febbraio-aprile 2019, anche in questo caso non varia di molto, con la stima delle vendite di beni alimentari che cresce dello 0,1% in valore, ma cala del -0,2% in volume, mentre per i beni non alimentari le vendite diminuiscono del -0,1% in valore e restano invariate in volume.


Su base tendenziale, rispetto ad aprile 2018, le vendite al dettaglio aumentano invece del 4,2% in valore e del 4,6% in volume, grazie all'apporto dei beni alimentari (+8,8% in valore e +8,5% in volume), mentre l'aumento delle vendite dei beni non alimentari (+0,6% in valore e +1,3% in volume) è invece molto più contenuto.


Per quanto riguarda la tipologia del venditore, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, il valore delle vendite al dettaglio registra un aumento marcato per la grande distribuzione (+7,5%) mentre la crescita delle vendite per le imprese operanti su piccole superfici (+0,6%) è invece meno rilevante. In forte crescita il commercio elettronico con un +17,2%.


Nella nota riassuntiva, l'Istat spiega l'incremento delle vendite in termini tendenziali, dovuto quasi esclusivamente alla forte crescita registrata per i beni alimentari, come conseguenza diretta delle festività pasquali.