Sul palcoscenico del Festival di Sanremo il 27 gennaio 1955 si esibì Clara Jaione con il brano, musica e testo di Paolillo:

“è un omino piccino piccino”.

Il fato vuole che passino esattamente 20 anni e l’11 gennaio 1975 nasca a Firenze lui, Matteo Renzi.

Mi domando: Paolillo scrivendo i versi di quella canzone già si prefigurava che in qualche parte d’Italia sarebbe venuto alla luce un omino moralmente così piccino piccino?

Fatto sta che nel 2021  il senatore di Scandicci, affamato di protagonismo e non sopportando  di essere confinato dai sondaggisti con consensi da prefisso telefonico, ha deciso di provocare la crisi di governo.

Un risultato di certo lo ha ottenuto: da giorni infatti tutti i media "H24” lo corteggiano regalandogli occasioni di effimero presenzialismo,  nelle quali conferma di essere un omino moralmente piccino piccino.  

Cinico, supponente e spregiudicato persegue obiettivi, quasi sempre inconfessabili, con presunzione, arroganza, insolenza e  ambiguità.

In queste ore, atterrito dall’idea che questa crisi possa rivelarsi per lui un boomerang, ha deciso di raschiare il fondo della sua aberrazione.

Così il signor Renzi, mentre tesse trame sottobanco, con Lega e Forza Italia, per proporre al Capo dello Stato una ipotesi di governo, alternativo al possibile “Conte ter”,  ordina alla ex ministra Bellanova di lanciare nel campo della maggioranza una bomba maligna allo scopo di creare zizzania e confusione tra dem e pentastellati a poche ore dalle consultazioni al Quirinale.

Queste le parole della signora Bellanova:

"Noi non poniamo veti su Conte e nemmeno su Di Maio".

È proprio vero… non c’è mai limite al peggio!