La scommessa di Bersani sul 25 aprile 2023
Francesca Schianchi, opinionista di Propaganda live ma soprattutto giornalista de La Stampa, a Metropolis, web talk del gruppo Gedi, un paio di giorni fa ha intervistato Pier Luigi Bersani che ha fatto la seguente previsione su Giorgia Meloni e Ignazio La Russa:
«Non festeggeranno il 25 aprile, e questo è un problema serissimo».
Cosa intende, Bersani?«Quando la seconda carica dello Stato rilancia falsità fasciste contro la Resistenza, quando la presidente del Consiglio parla di sgrammaticatura o mette sotto il titolo di “italiani” le vittime delle Fosse Ardeatine, è chiaro che stanno tradendo la Costituzione antifascista su cui hanno giurato».
Sta lanciando un allarme?«C’è chi chiede: perché, cosa fanno, la marcia su Roma? Non ridicolizziamo. Il problema è che l’antifascismo della Costituzione è intimamente connesso ai valori della Costituzione: se a uno non piace l’antifascismo della Costituzione, come fa a piacergli il principio di uguaglianza dell’articolo 3? O la fiscalità progressiva? E infatti stanno facendo politiche sociali ed economiche corporative, gerarchiche, tendenzialmente autarchiche. Certo, non si torna al 1920, però c’è una linea che non è coerente con la nostra Costituzione».
Cosa dovrebbe dire o fare la premier per essere, come dice lei, coerente con la nostra Costituzione? «Dire la parola “fascismo”, e cosa ne pensa. Prendere almeno atto che questa è una Costituzione antifascista, che lei si rende conto di aver giurato su questo e quindi non può fare copertura a qualunque revanscimo fascistoide che gira. Quando vedo che fai fisco per categorie, aggiungi voucher e subappalti a gogo, fai l’autonomia differenziata, hai in testa una certa idea che culturalmente è il trascinamento all’epoca del 4.0 di quei valori là».
Manca la presa di posizione chiara che fece Fini?«Fini provò a dire “fascismo male assoluto”. Io azzardo a dire che oggi, culturalmente, mi sembra un restyling del Movimento sociale: ci siamo lasciati alle spalle la fase in cui questa destra cercò di rendersi coerente col quadro costituzionale. D’altronde questo corrisponde a un’Europa dove stanno succedendo novità».
Anche in Finlandia ha vinto la destra… «Le destre che conoscevamo diventano destra-destra. Lasciamo stare parole come “populismi”: non è una destra liberale o sociale, è una destra regressiva». ...
E mentre i più si affannano a spiegarci che la destra attuale non può essere considerata fascista - post o neo che sia - chi vi è collegato e che la rappresenta sul territorio fa di tutto per dimostrare il contrario, come dimostra l'esempio di Ferrara in una breve inchiesta andata in onda ieri su Piazza Pulita, protagonisti i fratelli Alessandro e Alberto Ferretti, quest'ultimo già candidato sindaco con la Destra e al Senato con Fratelli d'Italia, e il vicesindaco di Ferrara, Nicola Lodi.
E non si devono chiamare fascisti... mi raccomando.