Ci siamo soffermati sul termine "fas" e lo abbiamo collegato, senza alcuna pretesa di verità, al Tricolore italiano. In questo post, vorrei approfondire il significato di questo termine e svolgere ulteriori indagini in merito ad esso. Checché se ne dica, o se ne sia detto, il "fas" non può essere considerato come un concetto giuridico, perché, come dice lo storico delle religioni Georges Dumèzil, esso è propriamente "il fondamento mistico di lassù", senza il quale le azioni umane non avrebbero alcun senso. Gli stessi eruditi romani lo ricollegavano alla greca Thémis, dea dell' equilibrio cosmico: il "fas" dunque è una norma cosmica, posta al di sopra del "ius", o diritto, creato dall'uomo e per l'uomo.

Il "fas", è ciò che è lecito per volontà divina; il "ius" è ciò che è giusto dal punto di vista umano. Viene in considerazione la coppia opposizionale "fas/nefas": dove il primo termine rappresenta il lecito, mentre il secondo equivale pressappoco a quello che noi chiamiamo "peccato" o anche scelleratezza ("crimen nefandum"). A mio avviso, il "fas" amplifica il senso di giustizia implicito nella nozione di diritto, e, per converso, il "nefas" quello di riprovazione morale del termine "iniuria" (il contrario di "ius"), almeno nei primissimi secoli dell'esperienza giuridica romana. Il concetto di "fas", pur posto a base del diritto, è dunque una realtà "altra" nei confronti di questo: si sono fatti dei tentativi di assimilarlo al "ius divinum" o "sacrum", ma senza alcuna argomentazione convincente. Si è parlato di "negozi del fas" (ad es. confarreatio, votum, sepultura, evocatio), ma questi atti appartengono più verosimilmente alla sfera del diritto divino o sacro, che regolava i rapporti tra gli Dei e gli uomini.

Il fas in quanto tale non è un sistema di norme parallelo a quello del "ius" e a questo complementare. Indica piuttosto una Legge cosmica, in sé perfetta e non suscettibile di cambiamento, anche se garante dei rapporti posti in essere dal "ius".( "ius fasque"). E' la Giustizia divina, che si manifesta all'uomo attraverso segni e prodigi ("auspicia"). E siccome la giustizia è per definizione neutra, non parteggia né per l'uno né per l'altro dei contendenti, ecco che il sostantivo "fas" è un neutro indeclinabile, mentre il vocabolo "ius" è sempre neutro, ma declinabile perché l'uomo crea tanti modi di fare giustizia.

Ma la Legge di Dio è una entità a sé stante o è espressa dagli dei medesimi? Risponderei che essa è data dall'associazione del significato di più divinità, cosa che accade nelle Triadi religiose dei primi secoli di Roma. Ci consta che il dio Giove abbia costantemente il significato di "etere", "aria", che per tradizione, è associato all'elemento neutro. E così esso rappresenterebbe la giustizia divina nei costrutti teologici dove gli dei sono tre in uno.