La tragica morte della psichiatra Barbara Capovani poteva essere quella di chiunque: il suo assassino aveva già aggredito più volte persone diverse, restando impunito o comunque in libertà.

Open, il quotidiano fondato da Enrico Mentana, riporta oggi una drammatica intervista ad uno dei colleghi della psichiatra uccisa da Gianluca Seung, dove leggiamo che «la Cassazione ha di recente stabilito che i disturbi di personalità, se pervasivi e duraturi nel tempo, possono portare all’impunibilità».
Per l'esattezza, si tratta di  una sentenza a sezioni unite della Cassazione del 2005 che riconosce i disturbi dì personalità nella responsabilità parziale, cioè la semi-infermità.

Tra i tanti drammatici precedenti, c'è quello di Giandavide De Pau, il serial killer di Prati, sofferente di “un disturbo di personalità borderline e disturbo di personalità antisociale correlati  ad abuso di alcol e cocaina”, ma riconosciuto  incapace di intendere e volere.

Ma cosa sono i "disturbi di personalità"? Cosa li causa?
Ledono la capacità di intendere e volere?  Sono molto diffusi? 

Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5) elenca 10 tipi di disturbi di personalità.
Circa il 10% della popolazione generale ha almeno un disturbo di personalità.

Anche se il pregiudizio comune è che i disturbi di personalità siano difetti di carattere causati principalmente da un ambiente ostile, l'elevato grado di ereditabilità (50%) dimostra una certa trasmissione familiare.  (Manuale MSD Versione per i professionisti)

Detto questo, detto tutto, ... i disturbi di personalità si distinguono in:

  • Paranoide: diffidenza e sospettosità
  • Schizoide: disinteresse negli altri
  • Schizotipico: idee e comportamento eccentrici
  • Antisociale: irresponsabilità sociale, disprezzo per gli altri, inganno e manipolazione degli altri 
  • Borderline: vacuità interiore, relazioni instabili e disregolazione emozionale
  • Istrionico: ricerca di attenzioni ed emotività eccessiva
  • Narcisistico: grandiosità di sé, necessità di adulazione, mancanza di empatia
  • Evitante: evitamento del contatto interpersonale dovuto a rifiuto di sensibilità
  • Dipendente: arrendevolezza e necessità di essere accudito
  • Ossessivo-compulsivo: perfezionismo, rigidità ed ostinazione

Lo standard di riferimento del trattamento per i disturbi di personalità è la psicoterapia, che è efficace per molti di questi disturbi, ma ... solo se il paziente è alla ricerca di trattamento ed è motivato a cambiare.

E se il paziente non volesse cambiare, anzi il suo disturbo lo rende 'oppositivo' senza freni, sapendo di essere impunibile?
«Vittime di aggressioni quotidiane, non siamo in grado di difenderci da tali violenze».
(Società Italiana di Psichiatria, all'indomani dell'omicidio della psichiatra Barbara Capovani)

Soprattutto, se i disturbi della personalità toccano il 10% della popolazione, perché la loro valutazione non è obbligatoria nella Medicina del lavoro?

Infatti, in Francia e Germania, i disturbi della personalità non comportano la seminfermità mentale in giudizio, ma sono valutati in sede di lavoro e ... portano il tasso di riconoscimento delle condizioni invalidanti ad oltre il 10% della popolazione.
Naturalmente, questo iter medico e formale comporta che il paziente sviluppi una notevole consapevolezza della propria condizione e dei benefici che ottiene del seguire le terapie.

Non come da noi, fermi al 5% con la classificazione delle patologie altrettanto ferma a venti anni fa (ICD-9), quando ancora si sapeva poco dell'espressione dei geni e relative malattie. 

Inoltre, a proposito della componente 'familiare', cosa dire dei bambini  in Italia lasciamo crescere con un genitore disturbato, talmente grave - ad esempio - da aver bisogno di assistenza domiciliare e nonostante questi bambini soffrano di disturbi comportamentali già tali da richiedere l'assistenza scolastica, se non il sostegno didattico per deficit di apprendimento?