Economia

Come difendersi dal telemarketing selvaggio

Con il mercato libero di luce e gas attenzione ai call center delle "scatole vuote". Un imprenditore di call center rivela come evitare fregature.

Con la fine del mercato tutelato e il passaggio al mercato libero di luce e gas aumentano le offerte di consulenza dei call center.

Aumentano però anche i rischi di fregature a causa di alcuni call center che appartengono ad imprese fantasma, i cosiddetti call center delle “scatole vuote”.

Da Firenze è Andrea Bagnoli, Presidente della cooperativa ARNIA a lanciare l’allerta: “Il vero problema del telemarketing selvaggio è rappresentato da società “scatole vuote” che agiscono come intermediari per le società energetiche, spesso con amministratori legati da vincoli familiari o di amicizia.

Queste società spesso non hanno dipendenti, uffici reali o documentazione adeguata a dimostrare la legittimità delle loro attività. È questo sistema delle “imprese-scatole vuote” il cancro del mercato libero energetico che rovina la reputazione anche dei call center che cercano di lavorare seriamente”.

Come difendersi dal telemarketing selvaggio

Dunque, come evitare le fregature? Il Presidente di ARNIA svela le domande-chiave per comprendere se siamo caduti o per non cadere nella rete delle “imprese-scatole vuote” ovvero nella rete del cosiddetto “sottobosco di call center del telemarketing selvaggio”.

“Se decidete di accettare la consulenza energetica di un call center – spiega Bagnoli – prima che l’operatore inizi a illustrare le offerte dovete fargli le seguenti domande:

Lei come si chiama?

Qual è il nome dell’impresa titolare del call center?

Se l’operatore cerca di evitare di rispondere chiudete subito la comunicazione perché c’è la fregatura. Rispondere solamente ai call center che chiamano con numero telefonico scoperto, visibile e richiamabile così da poter verificare se lo stesso è iscritto al ROC, così da poter verificare se realmente coincide con la società comunicata quale titolare del call center”.

Trasparenza dell’operatore

L’operatore quindi deve presentarsi in modo trasparente al cittadino specificando: il nome esatto dell’impresa titolare del call center; la fonte di provenienza dei dati di contatto del cittadino; la possibilità di iscriversi nel Registro delle Opposizioni (si tratta dell’informativa per il telemarketing art. 10 dpr 26/2022 o disciplina sul Registro delle Opposizioni).

“Quando l’operatore si presenta in modo corretto – continua il presidente della cooperativa fiorentina – prima che inizi a illustrare le offerte, dovete fare un’ulteriore domanda:

Per conto di chi svolgete questo servizio? Direttamente per le compagnie energetiche oppure per conto di terzi?

Questa domanda costituisce il test cruciale per capire se siete incappati nel sistema delle “imprese-scatole vuote”. A questo punto l’operatore deve fornire una risposta netta e precisa. Ad esempio: “svolgiamo questo servizio per l’agenzia Pinco Pallino che ha ricevuto direttamente l’incarico da ENEL”. Se l’operatore cerca di evitare di rispondere, chiudete subito la comunicazione perché siete incappati in pieno nel famoso “sottobosco dei call center del telemarketing selvaggio”.

Il call center che svolge pratiche commerciali aggressive ovvero il cosiddetto telemarketing selvaggio appartiene quasi sempre a “imprese-scatole vuote”. Trattandosi di imprese-fantasma possono permettersi qualsiasi scorrettezza perché, una volta scoperte, scompaiono lasciando nei guai cittadini e imprese entrati in contatto con loro”.

Un sistema che danneggia consumatori ed imprenditori onesti

Il Presidente della cooperativa fiorentina ARNIA rivela che tutti i soci-cooperatori – lui compreso – hanno vissuto direttamente le conseguenze nefaste di questo sistema delle “imprese-scatole vuote”.

Oltre a svolgere attività di call center, la cooperativa svolge anche attività di data entry ovvero di inserimento dei contratti direttamente nei data base delle compagnie energetiche per conto di società, che a loro volta sono state incaricate da altre società in contatto diretto con la compagnia energetica.

Chiarificatore di questo sistema di “imprese-scatole vuote” può essere l’esempio seguente: al fine di sviluppare i contatti e i contratti con i cittadini, ENEL incarica Speak Over srl (incaricata diretta o di primo livello) che a propria volta incarica Sesta srl (incaricata indiretta o di secondo livello) che a propria volta incarica – da una parte – sub-agenti promoter e – dall’altra – ARNIA per il data entry (incaricata indiretta di terzo livello). Si crea una catena di imprese in cui la prima e l’ultima sono realtà vere/operative mentre quelle mediane spesso sono delle scatole vuote.

Le “imprese-scatole vuote” intossicano il sistema con promoters addestrati a pratiche commerciali scorrette danneggiando i cittadini che magari si ritrovano intestati più contratti per una sola fornitura oppure piani tariffari mai scelti e danneggiando pure le imprese che lavoravano per loro che si ritrovano da sole a fronteggiare tutte le conseguenze legali negative prodotte dalle condotte scorrette delle imprese-fantasma.

A volte il ruolo dell’impresa-scatola vuota può essere addirittura rivestito da un agente persona fisica. Riprendendo l’esempio della catena di imprese: Enel incarica Speak Over che a sua volta incarica un agente che a propria volta incarica l’impresa malcapitata.

Nel corso degli anni, Arnia ha lavorato direttamente o indirettamente con importanti società energetiche e telefoniche come Enel Energia Spa, E. ON Energia Spa, Edison Spa,  Wind Tre spa, TIM spa, Fastweb spa, Vodafone Italia spa e molte altre ancora, oltre ad aver collaborato con le migliori agenzie del settore.

La cooperativa ha sempre cercato di svolgere correttamente il lavoro però il problema stava a monte. Stava appunto nel sistema delle “imprese-scatole vuote” che si trovava “a monte” di ARNIA. Un sistema composto da agenzie sub-mandatarie delle dirette incaricate dalle compagnie energetiche che sono risultate essere delle scatole vuote senza dipendenti e senza uffici reali.

Queste sub-mandatarie, non avendo le strutture per lavorare, hanno conferito a loro volta mandato per gli incarichi ricevuti a terze realtà che invece erano attrezzate con una sede ben visibile e riconoscibile, con forza-lavoro formata, correttamente retribuita e con orari definiti.

Tra queste ultime c’era anche la cooperativa ARNIA che – essendo appunto l’unica realtà sana della catena di imprese in cui si era trovata – quando sono state scoperte le scorrettezze di questo sistema e sono arrivate le sanzioni del Garante Privacy è stata ed è anche tuttora l’unica che rischia di mandare a casa 39 persone vere, non scatole vuote.

Il Codice di Condotta per Call Center

Il Presidente della cooperativa, nonostante il danno di immagine subito in quanto ingiustamente catalogata ARNIA quale impresa del “sottobosco dei call center del telemarketing selvaggio”, crede ancora nella possibilità di migliorare il sistema anche grazie all’approvazione del “Codice di Condotta per attività di Call Center” https://www.agcom.it/documents/10179/31239810/Allegato+25-8-2023/261d3be4-2510-4de0-9347-d77c970a3583?version=1.0#page19  e conclude: “il telemarketing non è un male di per sé.

Esistono anche dei call center che lavorano seriamente. Spero che questi piccoli consigli e – magari in seguito anche altri – servano ai cittadini per imparare a fidarsi delle persone giuste”.

La cooperativa Arnia

Arnia Società Cooperativa p.a. è una cooperativa sociale composta interamente da soci cooperatori-lavoratori, impegnata in diversi settori, tra cui il service “call center e data entry” nel settore energetico e telefonico.

Il suo presidente Andrea Bagnoli precisa: “Non facciamo parte del “sottobosco dei call center del telemarketing selvaggio” e non ci nascondiamo dietro scatole vuote o pratiche dubbie. Al contrario, Arnia sta facendo tutto quanto in suo potere per dimostrare la sua buona fede e il rispetto delle normative. Arnia è una cooperativa reale, con sede stabile, nome e ragione sociale chiari e trasparenti. Non ci nascondiamo, né cambiamo sede, nome o paese per sfuggire alle leggi sulla privacy o alla fiscalità. Al contrario, stiamo facendo ogni sforzo possibile per mantenere i posti di lavoro dei nostri soci cooperatori-lavoratori”.

Per maggiori informazioni su come funziona un servizio corretto e trasparente di call center rimandiamo al sito internet www.arniacoop.com.

Autore Salvo Longo
Categoria Economia
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