Una malattia genetica ereditaria si manifesta nel momento in cui entrambi i genitori sono portatori di mutazioni recessive dello stesso gene. Nel 25% dei casi i figli saranno affetti dalla patologia di cui i genitori sono portatori sani [1]. Una delle malattie genetiche recessive che si possono trasmettere al figlio è la leucodistrofia metacromatica.

Molte patologie genetiche ereditabili sono anche malattie rare, ovvero colpiscono un numero ristretto di individui. Ad esempio, la leucodistrofia metacromatica è una malattia genetica autosomica recessiva rara, con un’incidenza di 1 ogni 625.000 persone [2]. Denominata anche malattia di Scholz o deficit di arilsulfatasi, la leucodistrofia metacromatica è una malattia da accumulo lisosomiale che rientra nel gruppo delle malattie leucodistrofiche. Tali malattie influenzano la crescita e lo sviluppo della mielina, materiale che forma la guaina di rivestimento dei neuroni, cellule responsabili del trasporto dei segnali nervosi [2,3].

La malattia si sviluppa per via di una mutazione del gene ARSA. Tale mutazione provoca un deficit dell’arilsulfatasi A, un enzima che metabolizza una categoria di sostanze che formano la guaina mielinica dei neuroni, chiamate sulfatidi. Nei pazienti con questa mutazione la produzione dell’enzima è ridotta o assente e i sulfatidi tendono ad accumularsi nella mielina del sistema nervoso centrale e periferico e nei reni; questo accumulo causa la perdita delle funzioni motorie e cognitive dei pazienti [2,3].

I pazienti affetti da leucodistrofia metacromatica riportano un graduale deterioramento delle funzioni motorie e neurocognitive. A seconda dell’età di insorgenza e della gravità dei sintomi si possono distinguere quattro principali forme cliniche di leucodistrofia metacromatica: la forma tardo-infantile insorge tra i 6 mesi e i 2 anni, la forma giovanile-precoce tra i 4 e i 6 anni, la forma giovanile-tardiva entro i 12 anni, la forma adulta dopo i 12 anni [3,4]. Le forme infantili e giovanili sono le più gravi: i bambini perdono la capacità di parlare e mostrano difficoltà nella deambulazione. Nella fase terminale anche la deglutizione è compromessa e il decesso avviene entro pochi anni dalla diagnosi [3,4]. La forma adulta è più lieve. Anche in questo caso i segni clinici comprendono sia disturbi motori che psichiatrici, ma la progressione è lenta [3,4].

La diagnosi di leucodistrofia metacromatica avviene valutando il deficit di metabolismo dei sulfatidi, l’accumulo degli stessi nelle urine e nei nervi, e tramite un esame genetico [3].

Ad oggi non esiste una terapia per la leucodistrofia metacromatica e, per questo motivo, viene considerata una malattia terminale. Le diverse opzioni terapeutiche mirano a rallentare il decorso e prevedono la terapia genica e la terapia enzimatica sostitutiva (ERT) [5].

Dato l’elevato numero di malattie genetiche ereditabili e la gravità di queste, è evidente il perché molte coppie decidano di effettuare un esame genetico preconcepimento per conoscere il proprio rischio riproduttivo. Il test preconcepimento Igea rivela la probabilità di avere figli con una malattia genetica recessiva e rara, come la leucodistrofia metacromatica.

Consulta il tuo medico e uno specialista in genetica per pianificare il percorso riproduttivo più adatto anche sulla base di eventuali predisposizioni.

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

 

Fonti:

What are the different ways in which a genetic condition can be inherited? ghr.nlm.nih.gov/primer/inheritance/inheritancepatterns
www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Lng=IT&Expert=512
www.telethon.it/ricerca-progetti/malattie-trattate/leucodistrofia-metacromatica
www.msdmanuals.com/it/professionale/pediatria/patologie-ereditarie-del-metabolismo/leucodistrofia-metacromatica
Biffi A, Lucchini G, Rovelli A, Sessa M, Metachromatic leukodystrophy: an overview of current and prospective treatments, in Bone Marrow Transplant., 42 Suppl 2, ottobre 2008, pp. S2– 6, DOI:10.1038/bmt.2008.275, PMID 18978739.