Secondo la deputata di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, quanto da lei riportato di seguito sarebbe stato ciò che Israele avrebbe deciso di fare per combattere la nuova ondata di casi Covid registrata dallo Stato ebraico:

"Dopo l'ultima importante impennata di contagi lo Stato di Israele ha deciso di potenziare le cure domiciliari, puntando su un farmaco sperimentato di recente, basato sul plasma iperimmune. È esattamente dall'inizio della pandemia che Fratelli d'Italia chiede al Governo di potenziare l'assistenza domiciliare, di andare oltre il protocollo "tachipirina e vigile attesa". Centinaia di medici hanno curato il Covid con diversi farmaci, da mesi chiedono a Speranza di studiare la loro esperienza clinica per stilare un protocollo nazionale in grado di bloccare la malattia nella fase precoce, ma il Ministero della Salute ha eretto un vero e proprio muro di gomma. Ora basta perdere altro tempo, Speranza esca dal letargo, ascolti le esperienze dei medici impegnati a combattere il Covid e provveda ad organizzare e potenziare una rete territoriale di assistenza domiciliare".

Per fare propaganda politica in Italia, la "raffinatissima" Giorgia Meloni è andata pure a disturbare Israele. Ma quanto assicurato dalla Meloni è ciò che Israele sta realmente facendo per combattere la nuova ondata di contagi?

In Israele, il numero giornaliero di nuovi casi Covid è in aumento e, ad oggi, il picco è praticamente simile a quello massimo registrato in quel Paese lo scorso gennaio e probabilmente salirà ancora. Al contrario il numero dei decessi, grazie alle vaccinazioni, è inferiore di circa la metà, ma in ogni caso sono più di 120 le persone morte con Covid nell'ultima settimana - il doppio del totale registrato a luglio - e 600 quelle in condizioni gravi o critiche ricoverate in ospedale. Gli israeliani vaccinati con doppia dose sono circa 5,5 milioni, a cui si devono aggiungere quasi 400mila persone a cui è stata fatta una sola somministrazione di vaccino.

Una situazione che preoccupa il governo di Tel Aviv che per contrastare la pandemia ha iniziato a somministrare una terza dose di vaccino prima agli over 60 e, da più di una settimana, anche agli over 50.

Inoltre il premier Naftali Bennett, un giorno sì e l'altro pure, telefona al Ceo di Pfizer (il vaccino più utilizzato da Israele) per avere rassicurazioni su quando poter iniziare la vaccinazione anche dei minori al di sotto dei 12 anni.

In Israele, tra le tante battaglie tra ebrei da una parte e arabi israeliani e palestinesi dall'altra, si combatte anche quella della natalità. Il numero di minori, pertanto da quelle parti è significativo e senza una loro vaccinazione sarà impossibile raggiungere la cosiddetta immunità di comunità.

Nel frattempo, per limitare la circolazione del virus nel Paese, il governo israeliano adesso chiede che per chiunque abbia più di 3 anni sia mostrata la negatività ad un test Covid prima di poter accedere all'interno di spazi pubblici.

Anche in Israele, nonostante certi politici si dimentichino di ricordarlo, ristoranti, caffè, musei, biblioteche, palestre e piscine sono accessibili solo tramite "Green Pass", che è stato esteso anche ai bambini di età compresa tra i 3 e gli 11 anni, i cui test saranno però finanziati dal governo, in quanto al momento non idonei ad essere vaccinati.

Le misure attuali, che non comprendono - almeno come strategia di massa -  ciò di cui parla la deputata Meloni, dovrebbero consentire ad Israele, almeno questa è la speranza, di evitare di ricorrere ad un nuovo lockdown che, come lo scorso anno, eviterebbe di diffondere ulteriormente il contagio per le festività legate al capodanno ebraico che si celebra ad inizio settembre. Pertanto i prossimi giorni saranno decisivi. Se il numero giornaliero di nuovi casi Covid non inizierà a calare in maniera significativa, Israele potrebbe di nuovo tornare a chiudere tutto.