Tesla è di nuovo nell'occhio del ciclone, dopo la pubblicazione dei dati trimestrali che sono al di sotto delle aspettative degli analisti e l'annuncio che il CFO, Chief Financial Officer, il 56enne Deepak Ahuja ha lasciato l'azienda, trasferendo il proprio incarico al suo vice, il 34enne Zach Kirkhorn.
Il problema di Tesla, continua ad essere la Model 3, la berlina di fascia media che avrebbe dovuto allargare la penetrazione del marchio di Elon Musk nel mercato delle 4 ruote, ma che finora continua a causare solo grattacapi all'imprenditore sudafricano.
Che la Model 3 sia un problema non è sicuramente un fatto nuovo. La novità è dovuta al tipo di problema, che non riguarda più la produzione, ma la vendita. Infatti, adesso che Tesla riesce a produrre le vetture, la Model 3 non sembra avere, almeno dai consumatori Usa, le stesse richieste che aveva in passato.
Così, la produzione attuale è destinata in gran parte al mercato europeo e a quello cinese dove Tesla sta impegnando forti risorse finanziarie nella costruzione di una fabbrica a Shanghai, che dovrebbe essere in grado di iniziare la propria attività già dal 2019 con l'obiettivo di produrre 500mila veicoli all'anno.
Un'investimento ad alto rischio, non tanto perché il settore della mobilità elettrica in Cina non sia previsto in espansione, quanto perché Tesla finirà per scontrarsi con i produttori locali che, per varie ragioni, potrebbero finire per occupare tutte le nicchie di mercato.
Tesla ha chiuso il trimestre con una liquidità di 4,3 miliardi di dollari, dichiarando di avere la disponibilità necessaria per ripagare un'obbligazione convertibile da 920 milioni di dollari in scadenza a marzo 2019.