Esteri

Il triste Natale di Betlemme... impossibile far festa quando a Gaza è in atto un genocidio

In Piazza della Mangiatoia quest'anno mancano le luci della festa e l'albero di Natale, mentre nel presepe vi è un bambin Gesù avvolto in un sudario bianco, in ricordo delle migliaia di bambini assassinati dallo Stato ebraico a Gaza.

E non poteva essere altrimenti, visto che a Betlemme mancano non solo i turisti, ma anche tutte le persone che in questo periodo accorrevano lì da tutta la Cisgiordania per celebrare la festività.

Non è un Natale di pace e serenità quello in Palestina, ma un Natale triste, fatto di dolore e rabbia, anche nei confronti della comunità internazionale, per ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza.

I cristiani palestinesi non potevano festeggiare il Natale come sempre sono abituati a fare visto quel che sta accadendo ai loro fratelli a Gaza e Hamas li ha ringraziati: 

"Le festività del nostro popolo cristiano quest'anno giungono alla luce della continua aggressione fascista lanciata dall'occupazione israeliana contro tutto il nostro popolo palestinese", ha dichiarato in una nota il movimento di resistenza. "La decisione dei cristiani palestinesi [di limitare i festeggiamenti alla sola celebrazione delle liturgie, ndr] conferma che il nostro popolo è unito nel cammino per restare saldi sulla nostra terra, preservare la nostra identità e proteggere la nostra santità islamica e cristiana".

Ma anche Israele ha voluto mostrare la propria sensibilità verso la ricorrenza cristiana, limitandosi stavolta ad ammazzare, nelle ultime 24 ore, "solo" 166 palestinesi, mentre i feriti sono stati 384.

Ma sarebbe stato sorprendente il contrario, considerando le ultime dichiarazioni del premier Netanyahu in cui ha affermato che Israele continuerà a combattere finché non sconfiggerà Hamas, poiché è l'unico modo per liberare i prigionieri israeliani:

"Stiamo facendo tutto il possibile per proteggere la vita dei nostri soldati", ha detto Netanyahu in una nota. "Ma c'è una cosa che non faremo: non ci fermeremo finché non saremo vittoriosi. L'unico modo per liberare i nostri ostaggi è sconfiggere Hamas e garantire che Gaza non costituisca più una minaccia per Israele".

Quindi, visto che nei "suoi" bombardamenti è disposto ad uccidere anche i suoi connazionali (come è già accaduto), è impensabile che per Natale Netanyahu potesse avere una diversa sensibilità nei confronti dei civili palestinesi, che il suo governo definisce "animali umani".

Ma neppure per i soldati dello Tsahal è facile massacrare i palestinesi di Gaza, nonostante l'aiuto degli americani. Infatti, nel fine settimana l'esercito israeliano ha perso 15 soldati, rendendo questi ultimi giorni tra i più sanguinosi per le truppe israeliane dal momento dell'invasione di terra.

Sono circa due mesi che Israele cerca di prendere il controllo del nord della Striscia di Gaza. Si tratta di un pezzo di terra di circa 130 Km²... praticamente nulla. E non vi è ancora riuscito, nonostante abbia raso al suolo tutti o quasi gli edifici (compresi ospedali, scuole e rifugi), nonostante abbia distrutto qualsiasi tipo di infrastruttura, nonostante abbia affamato tutti i civili che non è riuscita ad assassinare o a far sfollare, nonostante disponga delle armi più sofisticate e potenti che un esercito possa avere a disposizione e nonostante combatta con "nemici" che si difendono persino in ciabatte.

Ed Israele pretendere di voler sconfiggere Hamas?

Se ancora non vi è riuscita in neppure un terzo della Striscia, vuol dire che è impossibile farlo, come tra l'altro aveva detto lo stesso Macron indicando in non meno di 10 anni la possibilità di raggiungere tale obiettivo. Quindi, qual è allora il vero scopo del massacro in atto a Gaza? Radere al suolo la Striscia, scacciarne la popolazione superstite e inglobare quel territorio nello Stato ebraico. Poi toccherà alla Cisgiordania.

Buon Natale.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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