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Dalla tassa sugli extraprofitti bancari al salario minimo: le dichiarazioni "pre -ferie" di Giorgia Meloni e le reazioni delle opposizioni

"Aho... ecchime... scusateme er ritardo... Avevo da da' 'n'aggiustata a'a voce e ho approfittato che scai ha rifatto vede l'esorcista! Allora... dov'erimo rimasti? Che in Itaglia annava tutto bbene, allora se annava bbene prima ve devo da convince che va tutto bbene pure mo.Ascortate quello che ve devo da di'...Extraprofitti delle banche, lotta alla mafia, misure contro i piromani, reddito di cittadinanza, salario minimo e tanto altro.Vi racconto le numerose e importanti norme approvate nell’ultimo Consiglio dei Ministri e vi spiego la posizione del Governo sui temi più discussi in questi giorni.

Queste le novelle odierne offerte da Meloni prima della pausa estiva nella puntata con cui riprende la miniserie comica titolata "Gli appunti di Giorgia", per convincere gli elettori che, grazie ai (post) fascisti, stanno vivendo nel migliore dei mondi possibili... dove però gli stipendi sono i più bassi d'Europa, dove fare la spesa costa più del 10% rispetto a 12 mesi fa, dove la benzina aumenta senza sosta, dove il valore dei mutui a tasso variabile è praticamente raddoppiato, dove ai poveri vengono tolti i mezzi di sussistenza, dove il lavoro deve essere retribuito con un grazie o tutt'al più con una pacca sulla spalla, dove agli alluvionati vengono promessi ristori senza che poi arrivino, dove gli investimenti in atto del Pnrr vengono definanziati... e via di questo passo.

Un cahier de doléances le cui pagine continuano a riempirsi, giorno dopo giorno, sbugiardando la propaganda trionfalistica dei media di regime di cui Meloni & Co. hanno finora ampiamente goduto. I loro consulenti, però, si stanno accorgendo di non poter continuare più di tanto a poterla dare a bere agli elettori e così hanno suggerito al governo di prendere dei provvedimenti che potessero in qualche modo far vedere che stanno dalla parte del "popolo".

Ecco allora che uno dei tanti ministri del nulla, in questo caso Matteo Salvini, si intesta il merito di una tassa sugli extraprofitti delle banche: 

"Nei primi sei mesi del 2023, i principali cinque gruppi bancari d’Italia hanno registrato più di 10 miliardi di utili: all’aumento dei tassi sui mutui non è stato però corrisposto un rialzo degli interessi che dovrebbero fruttare sui conti correnti di cittadini e imprese. Di conseguenza, la misura del governo mira a usare una parte dei margini miliardari generati dalle banche quest’anno per intervenire sui mutui e confermare gli aumenti in busta paga per lavoratori e pensionati scattati dal mese di luglio. Un’opera di equità sociale ed economica".

Ma è proprio così. Innanzitutto, quella tassa è dalla scorsa primavera che le opposizioni suggerivano di applicarla... ma senza successo. Ad annunciarla, senza averne prima discusso i termini con i diretti interessati (gli istituti finanziari), è stato Salvini, un ministro che si occupa d'altro, invece del ministro competente, quello dell'Economia, Giorgetti. Il motivo? Evidente: Giorgetti quella tassa non la voleva o, perlomeno, doveva essere concordata con le banche. Il risultato? che l'annuncio del provvedimento, senza che ne fossero stati resi noti i contorni ha creato vendite sui titoli bancari con crolli dei titoli fino al 10%. Poi, visto i disastro, Giorgetti è stato costretto ad intervenire, annunciando se... ma... però... che dovrebbero limitare l'esborso delle banche che, comunque, non avverrà che per il prossimo anno (entro l'estate).

Di quanto si tratta? Forse di 2 miliardi di euro, massimo 4, ma c'è da giurare che in un modo o nell'altro saranno in molti a non pagarla... e chi la pagherà ne scaricherà i costi sulla clientela.

Inoltre, se il Governo Meloni sentiva l'esigenza di far cassa, subito, perché rimandare di 5 mesi gli extraprofitti che avrebbero dovuto pagare già da qualche settimana le società energetiche? Questo, però, Meloni non lo ha spiegato.

Che cosa hanno detto le opposizioni sulle dichiarazioni pre-ferie di Giorgia Meloni?

Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, Alleanza Verdi Sinistra: "Il video della Meloni sembra una provocazione. Continuare a sostenere che il salario minimo porterà verso il basso anche gli altri contratti di lavoro significa dire il falso o dimostra che anche la Presidente del Consiglio, come molti prima di lei, non ha letto la nostra proposta che invece sostiene e rafforza la contrattazione collettiva.Se la presidente Meloni ha convocato in pompa magna le opposizioni per ribadire il suo no alla legge sul salario minimo allora la domanda sorge spontanea. Cosa ci ha convocato a fare?Il lavoro povero è una piaga che affligge oltre tre milioni di lavoratrici e lavoratori in un Paese che, unico in Europa, ha visto i salari scendere negli ultimi 30 anni. Ricordiamo alla Meloni e ai suoi consiglieri che in Europa l’Italia è tra i pochissimi Paesi a non prevedere un limite minimo di retribuzione, presente invece in 21 paesi su 27. Peraltro come dimostrano tutti i dati, dove esiste il salario minimo ciò che è successo è esattamente l’opposto. Il Salario minimo spinge ad una crescita generalizzata dei salari.Se lo scopo della convocazione è solo quello di organizzare una passerella del Governo in difficoltà su questo tema, ce lo facciano sapere.Perché di perdere tempo non ha voglia nessuno. E il Parlamento è la sede in cui confrontarsi e decidere".

Carlo Calenda, Azione: "La definizione di “margini ingiusti” fatta dalla politica è pericolosa. Ci sono casi estremi, economia di guerra, in cui questo concetto può essere applicato. Ma farlo sui guadagni derivati da un aumento dei tassi, dopo anni di permanenza vicino allo 0, è arbitrario e assurdo. L’unico vero accordo bipartisan è quello sulla tassazione degli utili giudicati eccessivi. Dal PD ai 5S, dalla Lega a Fratelli d’Italia, il populismo risulta essere l’unico “valore” trasversale. Mettiamolo nella prima parte della Costituzione. Avanti così". 

Giuseppe Conte, Movimento 5 Stelle: 

"Dopo mesi sono ritornati gli “Appunti di Giorgia Meloni”, la rubrica con cui ci racconta le attività di Governo. Era sparita da tempo perché forse non ha nulla da raccontare e magari molto da nascondere.Ovviamente non una parola sul disastro della gestione dei migranti, sulla benzina che aumenta. Tanto meno uno “scusa” per il vergognoso sms dell’Inps che taglia ogni sostegno a 169mila famiglie gettando nel caos sindaci, uffici pubblici e assistenti sociali. Su questo anche la sua ministra Calderone ha dovuto ammettere l'errore.Nella sua diretta però una cosa Meloni la dice. Ribadisce di essere contraria al salario minimo legale, utilizzando argomentazioni infondate e risibili per giustificare questa sua pervicacia. Su tutte, quella in base a cui con il salario minimo si abbasserebbero gli stipendi. Una fake news in piena regola, che dimostra come Meloni non abbia letto neppure una riga della nostra proposta. Che è chiara: se un contratto collettivo prevede una retribuzione per un lavoratore di 5 euro l’ora, con la nostra proposta quella retribuzione sale a 9. Se prevede 11 euro l’ora, rimane a 11. Non scende certo a 9.A questo punto si comprende come l’incontro di venerdì a Chigi si preannunci in salita. Il Governo non sembra volersi smuovere dai suoi pregiudizi. Non ci fermiamo. Vorrà dire che nel corso dell’incontro proverò a spiegare come stanno le cose con dei grafici".

Partito Democratico:

"Mentre i cittadini aspettano da mesi gli aiuti, la destra chiacchiera a vanvera sui giornali. La verità è che Giorgia Meloni aveva promesso il 100% di ristori per imprese e famiglie quando è andata a fare la sua passerella coi piedi nel fango in Emilia-Romagna nei giorni dell’alluvione. E ora?Ad oggi siamo a zero risorse per i territori. E oltre il danno a cui nessuno bada, anche la beffa di un ViceMinistro alle Infrastrutture e dei Trasporti Bignami che rilascia interviste in cui non dà una sola risposta concreta ma dice che la colpa è dell’opposizione mentre al governo ci sono loro.Il Partito Democratico non indietreggerà di un millimetro e, al fianco dell’Emilia-Romagna, continuerà a incalzare il governo. Perché le passerelle non bastano, servono le risorse".

Per concludere, il raffazzonato provvedimento anti-banche anticipa la nuova difficoltà che attende Meloni e i suoi ministri al rientro delle ferie:  trovare i soldi – si parla di almeno 30 miliardi – per finanziare la legge di bilancio 2024. Non avendo le risorse del Superbonus, non essendo riuscita a far partire i cantieri del Pnrr, avendo pertanto bloccato lo sviluppo interno, mentre quello estero è bloccato dalla guerra in Ucraina, Meloni dovrà inventarsi cosa e a chi tagliare fondi per recuperare il 3,5% dagli oltre 800 miliardi della spesa pubblica. E tutto questo in vista delle elezioni europee a seguito delle  quali la premier vuole "fascistizzare" l'Unione europea.

Autore Gino Tarocci
Categoria Politica
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