La notte della repubblica
L’unico Presidente della Repubblica nel quale ho trovato dei valori è stato Sandro Pertini, un uomo retto che ha raccolto le simpatie dei cittadini comuni, quelli che mandano avanti con i loro sacrifici un Paese predato e umiliato da una “classe dirigente” deviata e corrotta.
Il senso del “breve” discorso di fine anno e di fine mandato dell’uscente Presidente è stato l’ennesimo esercizio di retorica: vediamo perché analizzando alcuni brani del messaggio.
“(….) la Costituzione affida al Capo dello Stato il compito di rappresentare l’unità nazionale“ tale affermazione dimostra che al primo cittadino sono sfuggiti alcuni particolari essenziali: vi è in atto da decenni un processo di progressivo straniamento tra il Paese reale e le istituzioni che dovrebbero garantire a tutti i cittadini uguaglianza, diritti e doveri, rispetto per la dignità e la salute ma non lo fanno.
Continua affermando che: “(…) il suo incarico è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale” infatti i contenuti costituzionali sono chiari ma la realtà è ben diversa quando si vive ai vertici il “rumore” della sofferenza non si sente, la povertà non ha diritto ad entrare perché “offenderebbe” lo sfarzo dei luoghi di rappresentanza: meglio ricevere le scolaresche ben vestite e pulite o i propri pari.
“(…) questo legame va continuamente rinsaldato dall’azione responsabile, dalla lealtà di chi si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli. Ma non potrebbe resistere senza il sostegno proveniente dai cittadini”: non si è reso conto che più del 50% degli elettori non va più a votare, questo vuoto di fiducia permette ai partiti di piazzare i loro rappresentati che supportano e garantiscono la cura di interessi particolari disattendendo quelli generali doverosamente primari.
“Unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme. Di ciò su cui si fonda la Repubblica” invece è proprio il problema morale che separa la maggioranza dei cittadini dalle sue istituzioni, soprattutto quelli onesti che vengono calpestati perché vogliono essere liberi di pensare, lavorare e vivere senza l’oppressione dei ricatti di un sistema ingiusto e antidemocratico.
“(…) ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverte due esigenze di fondo: spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che, esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato, deve trasmettere integri al suo successore”: un altro esempio che sconfessa tale affermazione è stato “l’episodio” di Palamara. Esplode lo “scandalo” delle carriere pilotate dei magistrati di alto grado (presumo non certo per nobili scopi) Palamara alla fine deve accettare di fare da capro espiatorio: viene radiato ma al posto dello stipendio riceve un “vitalizio” che gli garantisce una vita più che dignitosa, scrive libri e fa conferenze per passare il tempo. Un alto magistrato per le stesse ragioni e per essere stato di parte in alcuni processi viene dapprima sospeso, per essere reintegrato e mandato immediatamente in pensione – due pessimi servitori dello Stato che vengono ben compensati per i servigi resi alla comunità a differenza degli operai che sono stati licenziati per email – il Presidente della Repubblica è anche Presidente del Csm nel cui ambito funge come garante della Costituzione. Tra la barbarie e la civiltà vi è il diritto solo se questo viene ben amministrato, bisogna ben selezionare le persone che devono assumersi la responsabilità di farlo con la dovuta perizia e coscienza.
“Non tocca a me dire se e quanto sia riuscito ad adempiere a questo dovere. Quel che desidero dirvi è che mi sono adoperato, in ogni circostanza, per svolgere il mio compito nel rispetto rigoroso del dettato costituzionale. È la Costituzione il fondamento, saldo e vigoroso, della unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini”.
Al termine delle elezioni politiche del 2018 come mai si è adoperato con solerzia per sostituire gli eletti dai cittadini con un “salvatore della patria”? Il garante della Costituzione ha saltato allegramente le procedure per mettere fuori la porta del Quirinale l’esecutivo Conte2 che non era stato sfiduciato, l’ex premier ha saputo che il suo governo era decaduto dai giornali che davano la “buona novella” dell’ascesa al potere del “governo dei migliori”, finalmente potevamo stare tranquilli che questi taumaturghi ci avrebbero salvato dal disastro: vediamo che cosa hanno realizzato per salvarci. Il documento principe dove sono riportate tutte le scelte che fa un governo con o senza titoli, sorretto da un accrocco di maggioranza è la Legge di Bilancio. Leggendo questo documento contabile-programmatico si può constatare senza ombra di dubbio che ha favorito Confindustria e le classi più abbienti, approvato dal consiglio dei ministri e votato al buio da un Parlamento fantasma che prevede una spesa di 36 miliardi di euro di cui 23 in deficit (debito che i cittadini dovranno pagare).
Contiene il taglio delle aliquote e la riforma delle detrazioni Irpef (prelievo sugli imponibili) che favoriscono i redditi medio – alti, in pratica le fasce votanti che garantiranno ai soliti partiti di occupare il Parlamento. Per coloro che non sono rappresentati rimangono le briciole, sono le fasce dei sacrificabili, quelli che non contano. Altro beneficio ai percettori dei redditi più alti è stato togliere i vincoli dell’Isee per usufruire del superbonus per le ristrutturazioni e calmierare il rincaro delle bollette questo a danno del Reddito di Cittadinanza infatti sono state imposte restrizioni e penali ai percettori per disincentivare ad accettare un lavoro perché dal 2022 l’intero reddito viene detratto dall’ammontare del sussidio adducendo la mancanza di fondi ma, subito dopo, sono stati reperiti i fondi per il superbonus per favorire i possessori di villette. Per quanto riguarda le pensioni il governo omettendo una vera riforma ha optato per Quota 102, Ape social allargato e il rinnovo di Opzione donna.
Il governo dei migliori non poteva dimenticarsi delle “povere” banche, il grande amore dell’attuale premier che gli ha riservato un “obolo” di 13,2 miliardi di euro il resto sarà finanziato in deficit. In Italia questo sistema ha già bruciato il 18% del risparmio nazionale, questa manovra produrrà un’ulteriore disintegrazione pari al 20%, dopo la cura dei migliori sarà sparito il 38% della ricchezza delle famiglie: come mai il pil cresce e la collettività va in miseria? Questa politica ha l’obiettivo di arricchire i pochi e immiserire i molti infatti gli Agnelli hanno regalato ai francesi la maggioranza di Stellantis di conseguenza gli impianti produttivi innovativi saranno potenziati in Francia mentre quelli italiani saranno gradualmente dislocati in Polonia, era tutto programmato infatti la società ha rifiutato il finanziamento pubblico e ha acceso un finanziamento privato più costoso proprio per svincolarsi dalle penali previste dalla legge contro le delocalizzazioni selvagge del governo Conte.
Altro capitolo oscuro rappresenta il misterioso accordo firmato al Quirinale tra Francia e Italia per mano di Draghi, un accordo che pone in condizione di subalternità il settore spaziale italiano nei confronti dei francesi che ne hanno approfittato: Macron sorrideva troppo dopo la firma, c’è da domandarsi chi rappresenta gli interessi dei cittadini italiani da che parte stia.
C’è anche da chiederci da che parte stia il ministro per la Transizione ecologica Cingolani, con questo “personaggio in cerca d’autore” scelto da Grillo in preda alle sue visioni è inutile dilungarci: di balle ne ha sparate a destra e a manca, gli consiglio di andare in Germania a vedere cosa stanno facendo solo per il nucleare. Questo signor X non sa che la Germania dal 2011 ha scelto di uscire dal nucleare per la sua pericolosità e per i costi eccessivi: 90/100 euro a mega kilowatt contro i 40/50 euro delle rinnovabili; hanno già spento 4 centrali le altre 6 verranno disattivate entro i prossimi due anni, sono stati stanziati già 9 miliardi di euro per lo smantellamento e la bonifica dei siti. Abbia il coraggio di andare nelle terre dei fuochi a vedere cosa hanno fatto quei criminali dell’imprenditoria del nord con i loro scarti: deve ringraziare la complicità dei governi passati che vi è un vuoto legislativo in materia di genocidi provocati volontariamente avvelenando l’ambiente per puro profitto, prepari e presenti un disegno di legge in materia di difesa dei territori e lo faccia approvare se ne è capace e se ne ha il coraggio almeno rimedierebbe a parte della sua inadeguatezza e superficialità. Confindustria, ENI & C. gli hanno preparato la lista della spesa e lui da buon “samaritano” ha provveduto a stanziare una buona fetta del prestito ottenuto dall’ex premier Conte per continuare ad inquinare.
È stato abolito il tetto massimo di 240 mila euro annui ai dirigenti pubblici, bisogna avere cura di questa categoria che ha molto sofferto e molto soffre per la pandemia e la preoccupazione di perdere il lavoro con una email, il ministro del Lavoro Orlando in visita a degli operai che erano stati licenziati via internet disse che non si può licenziare con una email, ha ragione sarebbe stato opportuno farlo con una lettera. Le studio legale che si è inventato il licenziamento con un sms è stato premiato come studio dell’anno: buon pro gli faccia.
È stata abolita l’imposta sulle basiliche: come hanno osato fare un simile affronto a coloro che “sono immensamente ricchi e immensamente poveri” a porre un balzello sulle loro affaticate spalle per le gravi responsabilità e preoccupazioni che assillano le loro travagliate esistenze.
Andiamo avanti: il governo dei migliori ha stanziato 700 mila euro per il campo sportivo di Barletta e fondi per festeggiare l’Associazione De Gasperi per gli 80 anni della sua fondazione; non hanno prorogato la sospensione del pagamento delle rate dei mutui sulle abitazioni ridotte in macerie nelle zone terremotate; una miriade di donazioni sono piovute sulle testate giornalistiche nazionali compreso il terrificante deficit sull’Inps della cassa dei giornalisti, da buon gesuita si è adoperato per far avere 2,5 milioni all’Avvenire e 3 milioni di euro a “Famiglia Cristiana” questi eterni questuanti ricevono 5,5 milioni quando ogni anno incassano con le elemosine e donazioni varie miliardi che investono per ampliare un già immenso patrimonio immobiliare: questi sono argomenti di riflessione per tutti noi che ogni giorno sfidiamo la vita per vivere dignitosamente e molti altri solo per sopravvivere.
Ritorniamo al nostro quasi ormai ex Presidente che parla di patriottismo, dimostrando che poco conosce dell’autentico significato di questa parola che è costata sofferenze, ingiustizie e la vita a molte individualità nobili. Ci fa partecipi del suo stato d’animo dicendo – buon per lui – che non si è mai sentito solo anche nei momenti più bui (a differenza dei più sfortunati che soli ci si sentono molto spesso perché nessuno si occupa di loro): “(…) ho cercato di trasmettere un sentimento di fiducia e di gratitudine a chi era in prima linea”. Istintivamente si pensa ai medici che si sono trovati alle prese con una pandemia all’inizio sottovalutata che è costata la vita a molti di loro, invece si rivolge: “(…) ai sindaci e alle loro comunità. Ai presidenti di Regione, a quanti hanno incessantemente lavorato nei territori, accanto alle persone” li definisce: “il volto reale della Repubblica unita e solidale. (….) il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica”.
È difficile dimenticare la voce di quella donna che all’uscita dalla Procura del vertice della regione Lombardia capitanato dal “patriota” Sala gli dice: “Ci avete mandato al massacro per tenere aperte le vostre imprese” risparmiandogli la faccenduola delle manovre con le imprese di famiglia utilizzate per le forniture del materiale medico per la protezione degli operatori; gli ha risparmiato la decisione criminale di ricoverare gli infetti nelle RSA facendo una strage di anziani.
Rabbrividisco nell’immaginare Salvini, Berlusconi, Meloni, Letta, Renzi o Draghi alla guida del Paese nei primi tragici mesi di pandemia. L’attuale governo con la sua ultima decisione ha dato il via alla diffusione incontrollata del virus con le sue varianti lasciando ampia libertà ai cittadini di fare i loro comodi per questo Draghi è il candidato favorito per le prossime elezioni. L’attuale esecutivo ribadisce lo “spirito del profitto” a danno dello “spirito di servizio” verso interessi generali, si è ormai aperta la via ad una lunga stagione di ingiustizie e violenze consumate nel silenzio delle vittime alle quali è stato tolto persino il diritto di far udire la propria voce. Queste scelte hanno tradito soprattutto i giovani, quelli che studiano con impegno perché sono i figli dei “nessuno” e si adoperano con serietà nell’illusione di penetrare la cortina dei privilegiati che occupano i vertici per diritto di nascita e non per merito. Questo esecutivo ha lasciato il Rdc spacciandolo di fatto come se fosse una vergogna per chi lo percepisce ma non ha vergogna di lasciare liberi da qualsivoglia vincolo coloro che offrono lavori precari e mal pagati. Chi si alterna ai vertici di questo Paese lo fa per mettere il collare e il guinzaglio ad intere generazioni asservendole al pagamento di un debito pubblico generato da una classe economica famelica alla quale non si può porre alcun limite tanto si è ben radicata nelle istituzioni e gode il favore di una fetta di privilegiati che gli garantiscono il voto in cambio di favori. Dispongono di una miriade di associazioni, fondazioni, servi in cerca di padrone che ristorano con denaro pubblico al quale hanno accesso senza problemi: diviene un confronto impari e rischioso per i cittadini onesti che vogliono sinceramente cambiare le condizioni inique imposte da questi sparvieri. Questo sfortunato Paese è come un figlio non desiderato, rinnegato e sfruttato senza pietà.