Videosorveglianza negli asili, dalla Camera il primo sì
Sembra proprio che tutelare i cosiddetti soggetti vulnerabili (bambini, disabili ed anziani, per fare chiarezza) sarà impresa più semplice. La legge che consente l'installazione - e che quindi ovviamente autorizza l'uso delle eventuali riprese, anche in un possibile giudizio - nei luoghi sensibili come asili, asili nido e case di riposo per anziani, ha incassato un primo sì dalla Camera: un passo importante e segno di civiltà.
Significativo il commento di Elena Carnevali, parlamentare Pd, che sottolinea il risvolto psicologico a tutela dell'intero nucleo familiare: chi si affida a specifiche strutture (asili nido, asili, case di riposo o di riabilitazione, anche solo diurne) deve potersi fidare. E' la serenità che va garantita, ne va dell'equilibrio sociale.
Meglio prevenire che curare
La legge in esame prevede quindi una ampia tutela dei cosiddetti soggetti svantaggiati, applicando due semplici regole: la prevenzione - anche attraverso strumenti dissuasivi, e per non arrivare in ritardo davanti ad azioni sostanzialmente criminose - ed il controllo. Due azioni a prima vista semplicissime, che pure si sono fortemente scontrate con altri diritti sanciti dal nostro impianto legislativo, primo tra tutti quello della privacy.
Di fronte però ai tanti casi di violenze che spesso riempiono le pagine di cronaca, e che hanno visto soprattutto i più piccoli vittime di soprusi, il buon senso sembra stia prevalendo, consentendo una tutela a chi da solo non sa e non può difendersi. La legge, in ogni caso, tiene conto anche della posizione di chi potrebbe incorrere nei reati di maltrattamento, tenendo nella giusta considerazione lo stress che deriva da lavori cosiddetti usuranti.
L'intelligenza degli operatori entra in gioco proprio in questa fase: se si avverte la stanchezza e si realizza di non essere più in grado di esercitare un corretto autocontrollo, la legge prevede la possibilità di assegnazione ad altro incarico, meno usurante, per ricaricare le pile. Una possibilità concreta per chi lavora in strutture pubbliche, ed un monito per quelle private, invitate quindi a dotarsi di personale non solo idoneo ma anche in numero sufficiente per consentire una reale alternanza di ruoli, se occorre.
Strutture partecipate
La legge - inoltre - punta molto su due altri cardini fondamentali. In primo luogo, la regolamentazione, che normerà l'installazione e l'uso delle telecamere a circuito chiuso (questo per garantire la giusta tutela a ciascuno dei soggetti coinvolti), sia che si tratti di operatori che dei fruitori del servizio.
Ma il punto forse più significativo sta nella trasparenza, ovvero nell'obiettivo che ci si pone: aprire i luoghi alla fruizione sociale. Gli asili come le case di riposo restano troppo spesso accessibili a pochi, ovvero il tessuto sociale non vi partecipa, vivendo spesso le strutture come "parcheggi". Una diversa coscienza civile, una maggiore partecipazione alla vita di queste realtà, che automaticamente porta con sé il supporto - laddove sia necessario - anche da parte dei singoli cittadini: questa è la vera sfida culturale e sociale.