"Se li chiami fascisti si adontano e pure qualche anima bella della sinistra, radical chic, alza il sopracciglio. Ma voi come lo chiamereste un leghista come Durigon che vuole cambiare l’intitolazione di un Parco da Falcone e Borsellino ad Arnaldo Mussolini?Il problema è che questo è solo uno degli ultimi episodi nei quali i fascisti cercano di imporsi e rialzare la testa. Chiamarli fascisti è il modo più giusto per combatterli e renderli riconoscibili per quello che sono al popolo italiano.Durigon è un fascista e deve essere cacciato dal governo. E un partito, la Lega, che invece lo difende come dobbiamo chiamarlo?"

Questo è quanto, retoricamente, si è chiesto l'ex presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, sull'ennesima vicenda che ha per protagonista l'ormai "famigerato" Claudio Durigon, sottosegretario al ministero dell'Economia e delle finanze nel governo Draghi.

La Lega, sulla vicenda, ha detto poco o nulla, soprattutto sui suoi aggiornatissimi profili social, in cui uno stuolo di comunicatori ci informa ora dopo ora delle castronerie in cui sono incorsi o incorreranno tutti coloro che non condividono il verbo salviniano. Certo, non ci si potevano attendere parole di critica nei confronti di Durigon, ma almeno una parola in difesa... neppure quella... silenzio.

Silenzio anche dal premier Draghi e silenzio anche dal ministro Franco, che ha nominato Durigon sottosegretario. 

I partiti in Parlamento, però, non hanno ritenuto che l'affermazione di Durigon sul voler cambiare l'intestazione di un parco, da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ad Arnaldo Mussolini, fosse da considerarsi alla leggera. Per tale motivo, i 5 Stelle hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Durigon, con l'invito al Governo di licenziarlo da sottosegretario.

La mozione non è un atto formale, ma di indirizzo. Il suo valore è dichiaratamente di natura politica. Quella nei confronti di Durigon, che i parlamentari saranno chiamati a votare al rientro dalle ferie, finirà però per diventare un doppio problema politico sia per il governo che per la Lega.

Come fa Draghi ad accettare che nel suo governo sia presente un fascista dichiarato come Durigon? E la Lega come potrà accettare, per l'ennesima volta, che un suo rappresentante venga cacciato da un governo? L'unica via per togliere entrambi dall'imbarazzo è la strada delle dimissioni di Durigon... magari associate ad una "promozione" ad un incarico di maggior impegno all'interno del partito... in pratica un promoveatur ut amoveatur da fare tra qualche giorno, quando la vicenda no sarà più sotto i riflettori, e che possa soddisfare tutti. 

Vedremo se così sarà. 

Rimane però un fatto politico non secondario. Quello che il fascista Durigon ha detto, lo ha detto un attimo prima di passare la parola al suo segretario, Matteo Salvini, che non si è minimamente dissociato dalle parole appena ascoltate, come se fossero normali... nonostante lo stesso Salvini pretenda, ogni volta che si reca in Sicilia, di rendere omaggio a Falcone e Borsellino. Quindi... fascista pure lui?

A quel punto, però, come fa una parte dei partiti che costituisce la maggioranza di Governo a governare con un partito, la Lega, il cui segretario non si preoccupa di poter essere considerato fascista?