Cronaca

Il paradiso degli stupratori

L'Italia è un paese che ha tante cose belle, ma con la legalità continua ad avere un rapporto conflittuale. Siamo uno dei paesi più corrotti d'Europa, abbiamo le mafie più potenti e storicamente più importanti, una delle classi politiche più disgustose dell'occidente. C'è però un altro aspetto del nostro rapporto conflittuale con l'onestà, che ignoriamo e sottovalutiamo, ma è un termometro della nostra morale e del nostro senso civico: siamo il paradiso degli stupratori.

Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci invitarono una trentaseienne a bere un superalcolico nel loro pub (che poi si è rivelato un luogo di riunione di Casapound) dopo averci bevuto un paio di birre. Nel locale, le tirarono un pugno che la tramortì, la stuprarono a turno per diverse ore, filmarono tutto, poi la scaricarono sotto casa e la minacciarono, infine condivisero con qualche amico il video della loro bravata. Per questa notte di ordinaria follia, uno è stato condannato a 3 anni di reclusione, un altro a 2 anni e 10 mesi, più un risarcimento alla vittima pari a 40 mila euro.

In Italia picchiare e stuprare una donna, poi umiliarla con la diffusione del video, è considerato grave quanto un reato fiscale. La vittima subisce lesioni fisiche, una ferita nell'anima che forse non le guarirà mai, in più rischia di beccarsi qualche malattia, e tutto viene liquidato con una tirata d'orecchie e un risarcimento. Due anni di carcere si danno a chi maltratta un animale; l'abuso sessuale può costare solo dai 10 ai 12 mesi di più.

Giusto per capire la gravità della situazione, dobbiamo considerare che il 17% delle vittime di stupro finisce per togliersi la vita e comunque un terzo vive almeno un periodo di depressione grave. Traduco: quasi in un quinto dei casi lo stupro si trasforma in omicidio, mentre in un terzo dei casi finisce per rovinare la vita della vittima. Come si può condannare questo con tre anni di carcere e 40 mila euro di risarcimento?

Al di là del problema culturale, che non mi stancherò mai di sottolineare, che porta nella nostra società a considerare la violenza come divertente o comunque non così grave quanto effettivamente è, in Italia c'è un grave problema giuridico.

Le pene previste per lo stupro, che è un insieme di violenza fisica e psicologica, e lascia nella vittima segni perenni, sono ridicole e denotano una scarsa attenzione al problema da parte delle istituzioni.

Guai però a colpevolizzare solo i politici; se nelle campagne elettorali dei tanti accalappiavoti che infestano le nostre piazze non si segnala mai questo problema, se si preferisce liquidare temi sociali scottanti con pagliacciate come le quote rosa, la colpa è di noi elettori che di questi problemi ci accorgiamo solo quando li viviamo sulla nostra pelle.

Autore Francesco Abate
Categoria Cronaca
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