La storia non è roba per vigliacchi
Se c'era ancora qualche piccolo dubbio su quali siano le intenzioni future di Giorgia Meloni, che guida il primo partito italiano, almeno a stando a tutti i principali sondaggi, beh durante la tre giorni appena conclusa a Milano, lei ha gettato definitivamente il cuore oltre l'ostacolo, liberando il campo da ogni dubbio od incertezza .
Per la prossima ascesa a Palazzo Chigi tutti ma proprio tutti dovranno fare i conti con lei, che appare ormai come la più probabile candidata ad assumere l'incarico.
"Adesso tocca noi" ha ribadito con forza e convinzione venerdì all'apertura della conferma programmatica al Mico di Milano che ha visto la partecipazione di oltre 4000 delegati da tutta Italia. Ha parlato ancora una volta delle diversità del suo partito e della destra di fronte alla sinistra che continua a ritenersi migliore, ma che in realtà questa superiorità non l'ha mai conquistata sul campo, "mentre noi conservatori abbiamo dovuto superare sempre il pregiudizio di non essere all'altezza, di dover sempre giustificare persino il coloro della maglietta quando invece c è chi nasconde 25.000 euro nella cuccia del cane e nessuno dice nulla.
"Ma è proprio per questo" dice la Meloni "che la destra è più temuta, perché ha dovuto lottare di più per dimostrare il proprio valore contro i pregiudizi e le maldicenze, ed è pronta a governare, perché chi va al governo questa volta lo decideranno gli italiani e non gli inciuci di palazzo".
Ed è per questo che con grande maestria ed astuzia evita qualsiasi polemica con gli alleati "anche se sono tre giorni che i giornalisti non aspettano altro", ironizza la leader di Fdi dal palco. Perché, come sempre, lei ribadisce la coerenza e quindi non teme di rimanere isolata. Perché "in Italia decidono gli italiani con i voti e noi lavoriamo per essere il primo partito italiano e poi vediamo chi riesce ad isolare milioni di italiani".
Allo stesso tempo rimanda al mittente le accuse che la vorrebbero isolata a livello internazionale, ribadendo che il suo partito annovera tra le sue file il presidente dell'Ecr, lei stessa, il co-presidente, l'eurodeputato Raffaele Fitto, e ora da qualche giorno anche il presidente del comitato delle regioni sempre dei conservatori europei, Marco Marsilio presidente dell'Abruzzo. E a dimostrazione di questo c è il fatto che due premier europei hanno voluto mandare un messaggio al partito durante la conferenza, quello della repubblica Ceca, Fiala, e quello polacco, Mateusz Morawiecki.
Mentre sul fronte interno la Meloni, pimpante come sempre, agli alleati manda solo a dire forte e chiaro che per costruire una sana e duratura alleanza per governare, occorrono tre cose: regole, chiarezza ed orgoglio. Le regole che devono essere stabilite e rispettate e non usate solo ad esclusivo proprio comodo, come sta avvenendo nel caso delle elezioni in Sicilia, dove un "presidente di centrodestra che ha governato bene come Nello Musumeci, che per un semplice dispetto non ha appoggio di altri partiti".
La chiarezza di dire da che parte stare senza indugio è poi la quella che lei considera la chiave di volta: l' orgoglio di rappresentare decine di milioni di italiani che sono fieri di non essere come li vuole il pensiero dominante di sinistra. La Meloni è pronta per fare la storia che, come dice lei, non è per i vigliacchi.
Ora si tratta solo di vedere chi la vorrà accompagnare in questo cammino.