Il regista François Ozon ha scritto la sceneggiatura e diretto il film “Grazie a Dio” che è uscito nelle sale cinematografiche italiane nel 2019 si basa sulla storia vera di un prete pedofilo di nome Preynat accaduta in Francia tra gli anni ottanta e novanta.

Il protagonista è un giovane padre di famiglia, che vive nella provincia di Lione. Un giorno andando in chiesa scopriva che il prete che abusò di lui quando era bambino, era tornato in zona e continuava ad occuparsi dei bambini. Di fronte al muro di silenzio dei superiori ecclesiastici del prete pedofilo, decideva di unirsi con altre due vittime dei suoi abusi per testimoniare contro di lui e intentare un’azione legale resa difficile dalla delicatezza dell’argomento e dalla mancanza di prove testimoniali.  

Aprivano insieme un sito denominato “La Parole Libérée Online” attraverso il quale venivano raccolte le testimonianze e l'azione di quelli che un tempo erano stati bambini abusati dallo stesso sacerdote che peraltro non aveva mai negato gli addebiti considerandosi 'malato'. 

Col passare del tempo e con l'aumento del numero delle vittime del sacerdote che vincendo la sofferenza nel rivivere tali esperienze venivano allo scoperto fornendo la loro testimonianza, davano vita ad un’associazione che decideva di costituirsi parte lesa in un’azione legale collettiva.

La vicenda viene raccontata con molto equilibrio e senso di responsabilità e rispetto verso i fatti e le persone. Emerge nella narrazione lo sconcerto, la sofferenza e il trauma per le molestie subite.  Un sacerdote italiano sospeso a divinis qualche anno fa per reati analoghi in una sua lettera resa pubblica scriveva di "avere praticato e diffuso il male facendo vacillare la fede di molti.” 

Il regista coglie anche nella vicenda francese questa problematica e mostra come quei bambini non avessero spesso trovato, anche se in situazioni socioculturali molto diverse tra loro, un ambito familiare tale da permettere loro di confidarsi senza sentirsi aprioristicamente 'colpevoli' anziché vittime. Questo film riesce a dare ampia voce a persone che da bambini hanno subito ciò che un bambino non dovrebbe mai subire. Purtroppo per un tale scempio per l'anima umana molto ha fatto la prescrizione grazie alla quale molti preti pedofili se la sono cavata. Papa Francesco ha provveduto a portare la prescrizione da 15 a 30 anni: un buon esempio per i nostri politici che l'hanno fatta scomparire dalle nostre procedure.

La pedofilia è un fenomeno estremamente grave e disgustoso che non riguarda solo i preti, è molto più diffuso di quanto si creda, un crimine così orrendo se consumato ad alto livello gode di una copertura totale fatta di complicità, facile arricchimento, omertà anche di alcuni apparati istituzionali. In Italia difficilmente si parla di pedofilia, ma per quella praticata dai preti cattolici è un insormontabile tabù.

È dai paesi poveri che principalmente proviene la “materia prima” infatti i bambini vengono rapiti con facilità e i loro genitori non li rivedranno mai più, non sapranno mai che fine hanno fatto.

Queste povere creature vengono offerte per cifre molto consistenti a clienti che ne abusano liberamente, in caso di morte della piccola vittima questa viene sostituita con un’altra e il corpo fatto sparire.

Se le pareti domestiche potessero parlare potrebbero narrare tante di queste squallide storie, la maggior parte delle quali giaceranno sepolte ma sempre dolorosamente vive nel profondo della coscienza delle vittime.  

L’aspetto più sconcertante che offende profondamente la coscienza del credente è il silenzio e la totale tolleranza da parte della gerarchia ecclesiastica in materia di gravi anzi gravissimi delitti. In precedenza ho pubblicato uno scritto sulla procedura che le autorità ecclesiastiche attivano per disciplinare comportamenti criminogeni dei loro sottoposti.

Tutto si riduce ad una confessione coperta dal segreto inviolabile del confessionale, la recita di una formula di abiura, un periodo di pellegrinaggi e offerte alle istituzioni di carità cattoliche: il tutto a spese dei fedeli.

Un cittadino comune se commette un reato grave viene arrestato, processato pubblicamente e, se ritenuto colpevole, mandato nelle patrie galere. Questi individui non solo si sottraggono al giudizio umano ma hanno anche la “superbia” di assolversi.

Non mi si accusi di essere una “forcaiola” ma tale amministrazione della giustizia disturba la coscienza di ogni essere umano.

Per non parlare dell’ipocrisia, dei vari tipi di razzismo che vengono praticati nelle parrocchie, la mancanza di rispetto per la dignità dell’essere umano, il fiume incessante di denaro esentasse che entra nelle casse dello IOR e che viene destinato non certo per opere di bene ma per accrescere il già elefantiaco patrimonio immobiliare e finanziario dello Stato Vaticano.

Nella vita ci vuole coerenza, molti cattolici si allontanano delusi da una realtà che contraddice i principi cristiani che dovrebbero governare la religione, molti affermano di aver perduto la fede in Dio: questa è la dimostrazione pratica che alla base di tale fede vi è il dogma, mancanza di conoscenza della verità e una voluta maleducazione spirituale. 

Il vero cristiano possiede una coscienza civile che è il riflesso della coscienza morale. I principi cristiani sono un’emanazione della legge morale contenuta nei dieci comandamenti che regolano i rapporti tra gli uomini, basterebbe rispettare un solo principio che si traduce: Non fare agli altri quello che non vorresti che altri facciano a te, il mondo sarebbe migliore. 

Personalmente sono contraria alla confessione perché, per la maggioranza dei cattolici praticanti è un espediente per continuare a “peccare”.

Il cristianesimo non è una religione ma uno “stile “di vita dove il pensare, l’agire, il parlare e il sentire coinvolgono tutti e per tutto il tempo della nostra esistenza: tali valori etici sono il viatico per arrivare alla verità e al libero arbitrio

Bisogna prendere coscienza della nostra natura: in ognuno di noi convivono Caino e Abele e per il principio che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma durante la nostra esistenza abbiamo la missione spirituale che Abele trasformi Caino in Abele e non viceversa, purtroppo Caino ha molti sponsor.

Ad esempio la figura del Cristo Gesù nel cattolicesimo è astratta, simbolica, oserei dire filosofica quando è una realtà concreta e operante durante tutta la nostra esistenza. L’ormai defunto parroco di Bracciano parlando della presenza di Dio nella realtà umana disse: “Chissà dove sarà Dio, sicuramente lontano da queste miserie” dimostrando di non essere un cristiano ma un mestierante della religione cattolica.  Spiritualmente il Cristo è in mezzo a noi per aiutarci ad affrontare la più difficile fase evolutiva spirituale: la spiritualizzazione della terra e per ultimo la spiritualizzazione del nostro corpo fisico: l'uomo disceso nella materia ora deve risalire nel mondo spirituale che è la sua realtà.  In tutta la sua vita quell'individuo non ha mai dimostrato alcuna comprensione per le sofferenze umane ma solo interesse per la “borghesia benestante” locale alla quale elargiva tutta la sua attenzione e disponibilità.

Il cattolicesimo dimostra la sua vetustà dal livello di corruzione che sta devastando l’intero Paese: dalle scuole cattoliche sono usciti Andreotti, Moro, Draghi & C. e molti altri esponenti della vita pubblica che molto hanno espresso di cattolico ma molto poco di cristiano.

Non penso che i preti cattolici abbiano un’idea concreta della divinità divenuta umana per amore; il vero perdonare e l’autentica carità sono scarsamente praticati, sono gli eterni questuanti, non cessano mai di chiedere: è comodo fare la “carità” con le tasche degli altri, mentre da quelle tasche escono solo delle briciole tanto per salvare la faccia.

Elargire l'elemosina non risolve il problema della povertà, è invece importante risolvere le cause che determinano la povertà ma questo implica lavoro, coerenza, buona volontà e affermare i valori della verità e della giustizia. Significa rinunciare all'egoismo!