Quante volte abbiamo sentito questa esortazione durante la nostra esistenza? Tante, tantissime, troppe! L’unica verità sull’argomento è un’espressione che definisce il vero perdonare quello che scaturisce dal cuore. Chi ha vissuto questa esperienza può capire - e fino ad un certo punto - il significato profondo di questo autentico atto di misericordia nei confronti dell’altro e dell’immediato ritorno “salvifico” verso chi lo compie.
Non si può delegare alle parole il compimento di autentici atti di libertà, essi passano non solo dall’intelletto ma soprattutto dal cuore.
Il vero perdonare è uno dei misteri più profondi da accettare e soprattutto da capire. A chi lo ha sperimentato la prima volta nella sua esistenza rimangono molti quesiti senza risposta e delle “apparenti” contraddizioni: per poter chiarire in noi stessi questo fondamentale enigma spirituale bisogna liberarci da ogni preconcetto culturale, religioso e legale.
La capacità di perdonare apre la via alla capacità di amare che è il fine ultimo della nostra evoluzione.
Non pensate che tutto arriva per grazia ricevuta, dobbiamo sentire nella nostra interiorità un autentico desiderio di vivere in pace, di aiutare l’altro disinteressatamente, non recare danno ad alcuno per proprio tornaconto con parole e atti: l’evoluzione spirituale come vedete passa attraverso la nostra esperienza terrena fatta di scelte talvolta molto difficili, di atti concreti, di pensieri e di sentimenti. Ogni giorno si va a scuola di vita per questo dobbiamo svolgere i nostri “compiti” sia nelle nostre relazioni interpersonali nella famiglia, durante il lavoro, con i nostri amici sia nella nostra interiorità (pensieri, sentimenti, istinti da addomesticare).
Il perdono si affaccia all’improvviso, pone dinanzi alla tua anima l’essere umano che ti ha fatto dei gravi torti e ti lascia decidere se accettare o rifiutare il suo invito. Quello è un momento fondamentale della nostra esistenza durante il quale si apre una finestra sulla nostra anima, ci viene concesso di constatare chi e come siamo veramente nell'intimo, in cosa crediamo, che futuro abbiamo scelto di realizzare per viverci.
Per queste ragioni bisogna mantenerci svegli ed attenti, evitare di non farci addormentare con modelli di vita fondati sull’apparenza, sull’egoismo, sulla spregiudicatezza, sulla violenza e sul profitto.
In quel “magico” momento non vi sono leggi costituzionali, civili e penali, ragion di stato ed economiche, realpolitik, religioni, vendette, interessi personali ad interferire con la nostra scelta: è il momento durante il quale possiamo scegliere in piena libertà.
Cosa si prova nell’immediato? Si prova la splendida sensazione di essersi finalmente liberati da una sofferenza terribile che attanagliava la nostra interiorità e si pronuncia una frase sorprendente: “Perché non l’ho fatto prima”.
Emerge il primo quesito: perché provare tanta sofferenza per un torto subito? Ci vogliono anni e anni per comprendere questo aspetto sconcertante del rapporto che lega la vittima al carnefice che non investe solo la parte psicologica dell’essere umano ma una serie di complesse dimensioni e intrecci che rimangono sconosciuti per parecchio tempo, sono nodi da sciogliere che ci aprono degli spiragli per poter riprendere un rapporto cosciente con il mondo spirituale.
L’altro quesito riguarda i rapporti che rimangono sul piano terreno tra le due parti: per quale motivo il perdonare sul piano umano non difende la vittima dal suo carnefice, perché non ferma la mano e la lingua assassina che continuano imperterriti a colpire e ferire.
Domenica prossima si celebrerà un evento che da senso alle nostre incarnazioni nella materia durante le quali un Dio venuto da lontano ha scelto liberamente e disinteressatamente di condividere il destino degli uomini siglando il patto con il perdono: “Padre perdona loro che non sanno quello che fanno”.
Gli uomini perdonano a parole, per fare bella figura con chi li sta ascoltando, è una recita ipocrita che non risolve i problemi ma li aggrava. Iniziamo a praticare la tolleranza che si può definire il "perdonare in piccolo" così facendo inizieremo ad alleggerire il clima tossico che avvelena i rapporti tra gli esseri umani.