Il meeting di “Comunione e Liberazione” che si è appena concluso a Rimini è stato rivelatorio ed estremamente interessante. Partendo dalla performance del presidente di Confindustria che ha criticato la politica dei governi (compreso l’attuale) che a suo dire va contro le imprese che sono costrette a sopportare i gravosi costi di esercizio e ha “tuonato” contro la legge sulle delocalizzazioni nei paesi che permettono il super-profitto a costi irrisori: puntualmente si è rivelato un “profeta di sventure” infatti Stellantis  (a conduzione francese) ha rinunciato al prestito statale di 6,3 miliardi di euro per aprire una linea di credito estera di 12 miliardi di euro a tassi maggiori al il fine di svincolarsi dalla normativa anti-delocalizzazioni in previsione (più che ipotetica) di trasferire in Polonia e in Spagna le produzioni italiane dell’ex Fiat: questo è stato un bel regalo della famiglia Agnelli.

La testata giornalistica della Confindustria il Sole 24h ha aperto una sottoscrizione di titoli “targata” Lussemburgo per lo stesso scopo. E’ chiaro che sono stati conclusi accordi di sviluppo industriale tra Francia, Germania e Spagna che escludono l’Italia nella futura produzione automobilistica privata e commerciale infatti già da mesi molti pezzi destinati ai veicoli commerciali prodotti nella sede marchigiana vengono spediti in Polonia: in Polonia è destinata la produzione ormai obsoleta che dovrà cessare tra pochi anni per lasciare il posto ai nuovi mezzi prodotti con le tecnologie verdi fornite dalla Foxconn impresa all’avanguardia mondiale nel settore e prodotte in Germania, Francia e Spagna.

In Italia si continua a spendere denaro pubblico per cose inutili, senza futuro come il ponte sullo Stretto e l’alta velocità trascurando l’innovazione e l’esplorazione di nuove tecnologie biocompatibili applicate ai settori principali dell’economia e dei sevizi bloccando così il sorgere di nuove e competitive realtà economiche. L’Italia ha perduto la sua anima creativa soffocata dalla mediocrità di un sistema economico/imprenditoriale parassitario privo di immaginazione e di spirito competitivo.

Diciamo la verità, questa imprenditoria se la spassa tutto il giorno sul divano perché vive di sussidi pubblici, sopravvivono perché in Italia non hanno concorrenti in quanto non ci viene nessuno ad investire per non impantanarsi nella gestione mafiosa degli appalti. 

Se si guarda bene è in corso la totale espoliazione dei principali settori industriali italiani a cura dell’imprenditoria francese con la complicità di quella italiana che sta dimostrando sempre più una mancanza di spirito dello Stato e cura dei cittadini: BNL Paribas (ex BNL); Acciaierie italiane (ArcelorMittal Italia); Del Vecchio il patron di Luxottica a 86 anni sta giocando una partita rischiosa per la finanza italiana infatti con la sua società a responsabilità limitata di diritto lussemburghese, Delfin S.à.r.l. controlla: 

  • 38,4%   di EssilorLuxottica, multinazionale italo-francese principale produttore mondiale di occhiali e lenti, quotata nella Borsa di Parigi;
  • 28,0%   di Covivio, immobiliare francese quotata alla Borsa di Parigi;
  • 13,0%   di Luxair, compagnia aerea Lussemburghese;                             
  • 18,9%   di Mediobanca, principale banca d'affari italiana;                    
  • 4,82%   di Assicurazioni Generali, principale compagnia di assicurazioni italiana.   

La AXA principale compagnia assicurativa francese da sempre mira ad assorbire le Generali, la principale compagnia assicurativa italiana, che rappresenta un elemento essenziale di Medio Banca il forziere dei risparmiatori italiani.  Del Vecchio ha aumentato la sua partecipazione nel capitale di Medio Banca portandola dal 10 al 20 per cento perché è in corso un riassetto finanziario tra Francia e Italia che passa per Mediobanca e questa potrebbe essere l’occasione giusta per AXA.

Alle lamentele del presidente di Confindustria gli ha replicato Misiani, il compagno di corrente di Orlando, testualmente: “In due anni i governi Conte-bis e Draghi hanno stanziato per le imprese 115 miliardi tra aiuti diretti, sgravi fiscali e misure di settore. Altri 32 miliardi sono stati destinati agli ammortizzatori sociali e a misure di decontribuzione. Le imprese hanno inoltre usufruito di 216 miliardi di crediti erogati con garanzia dello Stato”. Da Bonomi, “che lamenta una presunta ‘propaganda anti-impresa’, ci piacerebbe ascoltare ogni tanto il riconoscimento del valore e dell’efficacia di queste scelte”.

Solo i due governi Conte hanno cercato di limitare gli appetiti dell’imprenditoria nostrana per questo sono stati fatti cadere; Draghi, Orlando/Misiani & C. si dovrebbero vergognare per aver destinato il 53% del Recovery Fund a progettualità inutili, antieconomiche e costose destinate alla catena alimentare delle imprese nazionali “da asporto” invece di sostenere la piccola e media impresa che viene mandata avanti con fatica e mille difficoltà da veri imprenditori.

Chi detta legge oggi sono circa 150 famiglie che posseggono grandi aziende, che rappresentano il 3/4 %  che si accaparra la quasi totalità delle risorse del Paese ponendo in difficoltà il restante tessuto veramente produttivo che sorregge l’economia nazionale costituito dalle imprese artigianali e medie.

Ciò dimostra da un lato l’ipocrisia ridanciana del capitalismo rampante e dominante e dall’altro il servilismo di una classe politica che foraggia dei parassiti per il proprio tornaconto: chi ci perde in questo gioco truccato sono i cittadini che vengono sistematicamente deprivati di un’equa redistribuzione delle risorse pubbliche:  il Recovery Fund è denaro pubblico sul quale la piccola e media impresa e i cittadini non hanno potuto esercitare alcun diritto.

L’intervento al meeting di Rimini dei maggiori rappresentanti dei partiti tradizionali Giorgia Meloni in collegamento, Salvini, Letta, Maurizio Lupi, Ettore Rosato, Tajani sono stati deprimenti sul piano della dignità politica e privi di senso dello Stato; Letta addirittura definiva la riforma Cartabia un meraviglioso modello per rivoluzionare positivamente i processi penali infatti con l’improcedibilità la maggior parte neanche inizieranno.

L’ex premier Conte era sconcertato, il suo viso mostrava la tipica espressione di chi si va rendendo conto della complicità di una insospettabile parte della base costituita dai cattolici doc che salutavano con entusiastici applausi le sbordate di Salvini e le genuflessioni di Letta alla proposta della Cartabia e che auspicano una guida “forte” per un Paese ormai fuori da ogni contesto politico ed economico internazionale: con il loro voto hanno sostenuto per decenni la Dc che ha dato continuità di fatto al regime fascista fino alla sua estinzione con l’inchiesta “Mani pulite” per passare il testimonio a Berlusconi che ha continuato a rappresentare gli interessi di quel potere economico deviato da una ormai consolidata mentalità  fascio/eversiva. Per decenni, in nome di un liberismo marcio e senza scrupoli, è stata praticata ed ancor si pratica la pirateria economica, alcuni esempi: le delocalizzazioni delle produzioni nei paesi poveri e l’inquinamento irreversibile per aumentare il proprio profitto: queste sono delle gravissime violazione dei principi costituzionali sanciti dalla nostra Carta fondamentale.

Il più grave delitto che si è consumato nei confronti dei cittadini è stato l’inquinamento dei territori del centro sud, in particolare Carmine Schiavone nel 1993 diveniva collaboratore di giustizia e rivelava i siti dove erano stati interrati i rifiuti mortalmente tossici e nucleari ma le sue dichiarazioni furono secretate, dal ’93 al ’94 era ministro dell’Interno Nicola Mancino (Dc) e dal ’94 al ’95 Maroni (Lega).

Tali rivelazioni Schiavone le ribadì nella seduta di martedì 7 ottobre 1997 dinanzi la “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e delle attività illecite ad esso connesse” ma tutto fu di nuovo secretato e ci fu taciuto, a loro dire, per non creare allarmismi e perché non vi erano fondi pubblici per effettuare le bonifiche: l’imprenditoria criminale del nord inquinava ma a rimediare a tali danni (alcuni irreversibili) dovevamo provvedere noi cittadini/vittime di un tale sfregio ma non vi erano fondi pubblici e quindi hanno lasciato che questi traffici continuassero indisturbatamente visto che in mezzo c’era anche Paolo Berlusconi a far miliardi con la sua finanziaria. Nel ’97 era ministro dell’Interno Giorgio Napolitano che diverrà per ben due mandati Presidente della Repubblica: un esempio luminoso di senso di responsabilità, dello Stato e di amore per il prossimo!

Schiavone nel 2013 uscito dal programma di protezione, non avendo più vincoli di segretezza, rese pubbliche dichiarazioni sui fatti accaduti nei primi anni ’90 evidenziando le gravissime responsabilità delle istituzioni che sta costando la vita e il futuro lavorativo di coloro che sono stati contaminati e la rovina del patrimonio genetico delle generazioni future.

Nei paesi dove gli “imprenditori italiani” hanno dislocato le loro produzioni hanno provocato gli stessi danni ambientali e, approfittando della miseria, di amministrazioni corrotte e mancanza di leggi a tutela dei lavoratori, stanno ancora sfruttando le maestranze e accumulando fortune immense esentasse alla barba di quei nullafacenti sdraiati sui divani 24h al giorno grazie al RDC.

Il RDC suscita scandalo e ripugnanza nelle anime morte che vogliono ricorrere addirittura ad un referendum per abrogare una spesa necessaria e dovuta a chi è stato falcidiato da quella politica economica imposta da un Gotha estraneo alla fatica, ai sacrifici, alle ingiustizie  ma si guardano bene dal combattere l’evasione fiscale che oltre ad essere un reato ripugnante reca un danno colossale alla collettività calcolato ben 60 miliardi annui otre a tutti ai colossali sussidi che percepiscono con l’aggiunta di sostanziosi sgravi fiscali: tutte risorse di cui non si vergognano di percepire e che vengono sottratte all’intera collettività.

Per questa classe “politica” scellerata non è scandaloso ad esempio secretare i contratti di concessione della rete stradale nazionale che contengono clausole inique per la collettività che le ha costruite con i propri soldi e, dopo averle sfruttate per decenni, senza manutenerle e provocato decine di morti i Benetton ottengono una buonuscita di oltre 9 miliardi contro un valore effettivo di 3 miliardi, giocando al rialzo con l’amico spagnolo e soprattutto con il placet di coloro che dovrebbero curare i nostri interessi  e invece per l’ennesima volta li svendono vergognosamente inoltre caricando sulle nostre spalle i danni per cose e persone provocati da quei criminali: al danno anche la beffa!

Personalmente questo Meeting mi ha confermato quanto è emerso dalla lettura degli atti processuali e peritali storici relativi al periodo dello stragismo, dei tentati golpe, dei gravissimi scandali finanziari, la corruzione dilagante e il ruolo fondamentale che ha svolto il cattolicesimo come religione di Stato attraverso le sue numerose associazioni, strutture educative e rituali vari che hanno plasmato una mentalità ipocrita che ha inquinato le coscienze e portato al potere i suoi “figli putativi” con le conseguenze che sono sotto i nostri occhi.  

L’aspetto più devastante è che i cittadini ormai consapevoli continuano ad affidare i destini del Paese a questi soggetti votandoli!  Così facendo il 95% della popolazione non ha più alcun potere contrattuale e di conseguenza deve soggiacere al ricatto del 5% che decide ed impone le sue scelte.

Il presidente di Confindustria Bonomi dovrebbe indossare un “BURKA” prima di presentarsi in pubblico e fare simili dichiarazioni.