Era il 10 febbraio 2022 quando il senatore del Vermont Bernie Sanders ha tenuto un discorso al Congresso americano con il quale ha sottolineato le cause e i rischi e i costi che comporteranno per tutti l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.  Sanders fa riferimento a due personaggi della politica e della diplomazia americana che molti anni fa avevano espresso serie riserve in merito alla politica della NATO.

Si appoggia ad una citazione dell’ex Segretario della Difesa William Perry testualmente: “Negli ultimi anni molte colpe possono essere attribuite alle decisioni di Putin, ma negli anni meno recenti devo dire che vedo molte responsabilità degli USA. La prima azione che ci ha portato sulla cattiva strada è stato l’inizio dell’espansione NATO nei paesi dell’est Europa, alcuni confinanti con la Russia”. 

Anche l’ex diplomatico Bill Burns - era consigliere per gli Affari Politici nell’ambasciata di Mosca nel 1995 ora capo della CIA - esprimeva la sua opinione chiaramente: “L’ostilità verso l’espansione NATO  è  quasi universalmente avvertita in tutto lo spettro politico interno”. Addirittura circa dieci anni dopo scriveva al Segretario di Stato Condoleeza Rice: 

«L’entrata dell’Ucraina nella NATO è il più luminoso dei limiti per l’élite russa, non solo per Putin. In più di due anni e mezzo di colloqui con i principali attori russi devo ancora trovare qualcuno che considera l’entrata dell’Ucraina nella NATO qualcosa di diverso da una sfida diretta agli interessi russi». 

L’intervento del senatore Sanders non aveva la finalità di giustificare l’invasione russa ma sottolineare che le responsabilità non sono da attribuire solo ad una parte.

Riporto le parti più significative dell’intervento che personalmente condivido:

«Signor Presidente, Vladimir Putin può risultare un bugiardo e un demagogo, ma è ipocrita da parte degli Stati Uniti insistere nel sostenere che noi come Nazione non accettiamo i principi che caratterizzano le “sfere d’influenza”.Per oltre 200 anni la nostra nazione ha operato sotto la “Dottrina Monroe”, imbracciando i principi secondo cui, come potenza dominante dell’emisfero settentrionale, gli USA hanno il diritto di intervenire contro qualsiasi nazione che possa interferire o minacciare i nostri interessi legittimi. Questa è la policy americana.E sotto questa dottrina gli USA hanno indebolito e rovesciato almeno una dozzina di Paesi tra America Latina, America Centrale e Caraibi. Come molti di noi possono ricordare, nel 1962 siamo arrivati vicino allo scoppio di una guerra nucleare con l’URSS. Questo perché? Perché siamo arrivati vicino allo scoppio di una guerra nucleare con l’Unione Sovietica?Beh, lo abbiamo fatto in risposta al posizionamento di missili sovietici nell’isola di Cuba, a sole 90 miglia dalle nostre coste. L’amministrazione Kennedy l’ha considerata come una minaccia inaccettabile per la sicurezza nazionale. Abbiamo detto “è inaccettabile”. Inaccettabile che una nazione ostile possa avere una presenza militare significativa a 90 miglia dalle nostre coste. Ora cerchiamo di essere chiari: la dottrina Monroe non è storia antica. Nel 2018 il Segretario di Stato dell’amministrazione Trump, Rex Tillerson, fece riferimento alla dottrina Monroe dicendo: “E’ tanto attuale e pertinente oggi quanto lo era il giorno che è stata scritta”. Nel 2019, il National Security Advisor John Bolton, disse: “La dottrina Monroe è più viva che mai”.Per farla semplice, anche se la Russia non fosse stata governata da un oligarca corrotto e autoritario come Vladimir Putin, la Russia, come d’altronde gli Stati Uniti, continuerebbe ad avere interesse nelle security policy dei propri Stati. E vorrei che le persone ci riflettessero su… C’è veramente qualcuno che crede che gli USA non avrebbero nulla da dire se il Messico, Cuba o qualsiasi altro Paese del Sud America formasse un alleanza militare contro gli Stati Uniti? Credete che il membri del Consiglio si alzerebbero in piedi dicendo: “Sapete cosa? Il Messico è un Paese indipendente, e per tale motivo ha il diritto di fare ciò che ritiene più opportuno”. Io ne dubito fortemente.Signor Presidente, i Paesi dovrebbero essere liberi di scegliere le proprie politiche estere. Ma fare tali scelte in maniera saggia richiede una seria considerazione sui costi e sui benefici che ne conseguono. Il fatto è che gli USA e l’Ucraina stanno entrando in una profonda relazione in materia di sicurezza, ed è verosimilmente probabile che ci saranno seri costi per entrambi i Paesi».

Gli stati europei dovrebbero riflettere su quanto sta accadendo e ai terribili costi da sostenere seguendo una bandiera che ci porterà alla rovina perché stiamo abbandonando la politica della pace per abbracciare quella della guerra.