Elezioni in Israele: testa a testa tra Likud e Kahol Lavan, ma difficilmente Netanyahu potrà rimanere primo ministro
Lo scrutinio in Iraele non è ancora terminato e, pertanto, non è ancora possibile affermare quale sia il partito che abbia ottenuto più voti. Quello che però è già fin d'ora possibile dire è che in ogni caso Netanyahu ha perso, anche nel caso riesca ad ottenere qualche voto in più del suo principale avversario, Benny Gantz, leader del partito Kahol Lavan (Blu - Bianco).
Al momento, nelle proiezioni, il Likud di Netanyahu ha lo stesso numero di seggi del partito di Gantz, 32, e la situazione non è certo destinata a cambiare. Per poter governare anche nell'attuale legislatura, "Bibi" ha bisogno di raggiungere 61 seggi. Impossibile senza l'aiuto di Yisrael Beiteinu, il partito di Lieberman che però ha ha già fatto sapere di essere disponibile a partecipare solo ad un governo di unità nazionale, di cui facciano parte Likud e Kahol Lavan.
Netanyahu, che ha voluto queste elezioni per tentare di continuare, indisturbato, a guidare il governo di Israele anche per una questione di sopravvivenza non solo politica ma anche personale, visto che ha il fiato sul collo della magistratura che lo vuol portare in tribunale con accuse di corruzione e malversazione, è comunque da considerarsi lo sconfitto principale, perché non è riuscito nel suo intento.
Reuven Rivlin, presidente dello Stato ebraico, non ha intenzione di far tornare Israele nuovamente alle urne e farà di tutto perché un governo possa formarsi.
Lieberman è l'ago della bilancia e, in base a quanto dichiarato, non sembra avere intenzione di impegnarsi in un governo guidato dal Likud o dal Kahol Lavan, senza considerare che, nel secondo caso, Gantz avrebbe bisogno del supporto della Lista Araba Unita che, in base alle ultime proiezioni, avrebbe raggiunto i 12 seggi (sarebbe una coalizione più che sorprendente, visto che la posizione di Gantz sul futuro dei territori palestinesi è piuttosto vaga, oltre al fatto che Lieberman è a capo di un partito sionista, seppur anticlericale).
Quindi, in base al risultato di queste nuove elezioni, si può affermare che di nuovo non esiste un vincitore in grado di dare fin da subito ad Israele una coalizione di governo certa e che la possibilità che Netanyahu possa essere ancora alla guida di un nuovo esecutivo si è ulteriormente ridotta rispetto allo scorso aprile.